Nizzola alla procura: riaprite l'inchiesta sugli arbitri
Nizzola alla procura: riaprite l'inchiesta sugli arbitri Nizzola alla procura: riaprite l'inchiesta sugli arbitri ROMA. Caso arbitri, fermi tutti. Nizzola (foto) ritiene che debba essere «un organo decidente» a esprimere una valutazione sul comportamento dei direttori di gara al centro dell'inchiesta della procura arbitrale e per questo motivo, con un atto senza precedenti, ha invitato la procura stessa a rivalutare i risultati delle indagini ai fini di eventuali deferimenti. La decisione è contenuta in un comunicato diramato ieri, a suggello (parziale) della più avvelenata stagione che si ricordi. Sulla condotta di alcuni arbitri (Ceccarini, Cesari, Collina, Messina, Rodomonti) era stata aperta un'inchiesta dal procu¬ ratore Paolo Grassi, inchiesta conclusa con l'archiviazione. «Completato l'esame degli atti della recente inchiesta della procura arbitrale - recita il comunicato federale - il presidente della Figc ritiene che la valutazione dell'elemento psicologico richiamato nel documento finale dell'indagine e relativo alla "percezione dei tesserati di ledere o meno un interesse della categoria normativamente protetto" richieda la valutazione di un organo decidente oltre che inquirente. Per tali motivi, il presidente ha invitato la stessa procura arbitrale a rivalutare i risultati dell'inchiesta ai fini di eventuali deferi¬ menti». Al di là dell'italiano un po' così, il rischio d'insabbiamento si allontana. Da parte sua il procuratore Grassi, confermato nell'incarico da Nizzola in persona, giura di non sentirsi sconfessato dal dietro-front del presidente: «Sono state sollevate questioni deontologiche e non regolamentari. Si parla dell'elemento psicologico e non di altro. E, comunque, la procura arbitrale può sempre riaprire un procedimento archiviato, sia se sopraggiungono fatti nuovi sia se c'è l'intervento della Federazione. Non è contro le regole valutare di nuovo. Decideremo nel giro di una settimana».
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