Un Orlando da pupi per la Fortezza

Un Orlando da pupi per la Fortezza Torna la compagnia al Festival di Volterra Un Orlando da pupi per la Fortezza VOLTERRA. Fa piacere che la Compagnia della Fortezza, composta dai detenuti del carcere di massima sicurezza di Volterra e diretta da Armando Punzo, si sia rimessa al lavoro e dopo un anno di purgatorio rispetti l'appuntamento annuale col Festival, soprattutto di avanguardia, che si tiene nella città. Quasi per rassicurare le autorità, questa volta viene proposto un allestimento che non si potrà pensare di far girare facilmente, concepito com'è dentro un labirinto di legno crudo ricavato in quel cortile-palestra dove altre volte veniva eretta semplicemente una gradinata per i pochi e rigorosamente selezionati spettatori (stampa, operatori culturali, ecclesiastici, qualche addetto ai lavori). Il pubblico, che entra diviso in gruppetti e in fila indiana, incontra qua e là una guida o il protagonista di un episodio. L'argomento è «L'Orlando Furioso», e i ventitré attori, tutti robusti e variamente tatuati, in calzoncini e scarpe da ginnastica e con elementi di corazze di stagnola sul torace nudo, sono cavalieri va- Sheggianti Angelica o Branimarte, con tali nomi apostrofando, all'inizio, le visitatrici di sesso femminile. Tutti declamano, anche a piena voce, le ottave dell'Ariosto, facendo diligentemente sentire i versi e le rime e senza rinunciare a simpatiche tracce di accento, perlopiù meridionale: l'allusione è all'ingenuo, amato teatro dei pupi, e non per nulla nel momento visivamente più memorabile, quello che conclude le operazioni, i belligeranti si allineano in una specie di ripostiglio su due piani, lungo un muraglione, e si immobilizzano appunto come marionette riappese ai loro ganci. In precedenza, a coppie e talvolta in gruppetti, si sono battuti fieramente con manici di scopa, a piedi o a cavalcioni l'uno dell'altro, o hanno simulato languide morti ai piedi dell'astante di turno, o si sono semplicemente fatti contemplare seduti su troni ricavati da vecchi sedili di cinematografo montati su tavolini. Per un totale di meno di 60' (ma il sole a picco delle 15,30 non li fa sembrare brevi) queste azioni si svolgono simultaneamente in sei o sette luoghi invisibili fra loro, i più ampi dei quali sono una piattaforma rialzata circondata da alte assi, un minuscolo spiazzo con pali coronati da fronde assicurate col fil di ferro a simulare una foresta, lo spazio oblungo poi usato per il finale. Sottolineate da una musica diffusa (di Pasquale Catalano) da giostra, le grida e i versi dei combattenti e degli inseguitori si ammucchiano, sovrapponendosi a quelle di coloro su cui, passeggiando lungo i camminamenti, l'ospite fissa momentaneamente l'attenzione: il che produce un effetto, certo voluto, sia di claustrofobia, sia di vagheg giamento di gioco e di av ventura, sostenuto dall'energia gioiosa e caparbia profusa nell'esercizio. Il ri sultato, lo avrete capito, non assomiglia a quello di nessun altro spettacolo, an che perché in fondo gli spettatori qui sono quasi degli intrusi - il particolare pubblico di addetti e simpatizzanti non fa testo -, e giusta mente niente si fa per facili targli la visione e l'ascolto, oltre al passaggio di un ac Juaiolo che offre bicchieri i minerale. I carcerati hanno lungamente lavorato per sé, questo è il momento in cui colgono il frutto, e sa crosantamente se lo godono. Il teatro non è solo questo, ma è anche questo, e siamo grati a chi ce lo ricor da. Masolino d'Amico MUSICA. Sarzana, Fossato della Cittadella Firmafede, 21,30, il gruppo strumentale Arlecchino in un omaggio a Luigi Zangelmi. Cividale del Friuli, Teatro Ristori alle 19, l'Orchestra del Teatro Verdi di Trieste in musiche di Wenzel, Muller, Kummel. Piazza Paolo Diacono, ore 22, musica zigana con il Taraf di Haydouk. Roma, Villa Giuba, ore 21, l'Orchestra da Camera di Mantova diretta da Alexander Lonquich in suite di Mozart. Chiostro Sacro Cuore in Trinità dei Monti, ore 21, «Non ora, non qui» prima esecuzione assoluta con il Coro di S. Cecilia, voce recitante di Gabriele Lavia. 0PIRA e OPERETTA. Placido Domingo e Svetla Vassileva sono i protagonisti di «Pagliacci» di Ruggero Leoncavallo al Teatro Alighieri di Ravenna, 20,30. Regia di Liliana Cavani, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Riccardo Muti. Verona, Arena, 21,15, «Nabucco» di Verdi con Antonio Salvadori, Nazzareno Antinori, Audrey Stottler, regia di Gianfranco de Bosio, sul podio Maurizio Arena. Bussato, piazza Verdi, ore 21, «Rigoletto» Orchestra Toscanini. TEATRO. A Ravenna, Teatro Rasi, ore 21, il testo di Giovanni Testori «Mater Strangoscias», con Sandro Lombardi, regia di Federico Tiezzi. Prima nazionale al Teatro Romano di Verona, 21,15, di (Amleto» di Shakespeare, interprete e regista Tato Russo. Cividale del Friuli, Chiesa di S. Francesco, 17,30, «Canti bri' ganti» di Marina Allegri, con il Tea tro delle Briciole, regia di Maurizio Bercini. Ercolano, Villa Campolie to, 21,30, «Non tutti i ladri vengono per nuocere» di Dario Fo, interpreti gli allievi del Laboratorio Teatrale Carcere di Poggioreale. DANZA. Ad Acqui Terme, piazza Conciliazione, ore 21, nuova prima nazionale con la Compagnia Tango kinesis in Tango y Fuga. JAZZ. Betty Carter and Her Trio a Parma. Enrico Rava Trio, Giovanni Amato-Fabrizio Bosso Quintetto a Iseo. Eliot Zigmund New York Quartet a Calagonone. Agenoria Trio a Pontevico (Brescia). Jean Yves Mestre a Torino. Zlatko Electro Shock Band a Lignano Sabbia doro (Udine). Rosalba B enti voglio Trio, Michael Brecker Band a Mar- Sciiti TOURNEE. Frankie Hi NRG MC a Forlì. Nomadi a Correggio. Ali Farka Touré a Palinuro. Giorgio Conte a Castellazzo di Bollate (Milano) Subsonica a Borgaro (Torino). No madi a Correggio. Fiorella Mannoia a Marina di Pietrasanta.