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FATTORE PSI CON ALIENI E VAMPIRI VISTO A RICHIESTA FATTORE PSI CON ALIENI E VAMPIRI SI intitola Fattore Psi. I protagonisti non sono parlamentari, bensì licantropi, alieni, fantasmi, esseri reincarnati. Perché i telefilm non c'entrano con ii partito del garofano, né con le alchimie di Craxi. Sono la nuova serie di Italia 1 dedicata al paranormale, che aspira a prendere il posto di X-Files. Ogni lunedì due episodi raccontano storie di ordinario mistero americano. Tipo alieni che clonano cani domestici, pesciolini rossi, e pure bambini; o fantasmi di vecchie signore in coma che si baloccano con ninfette. Gli indagatori del fattore psi (è la 23a lettera dell'alfabeto greco legata dagli antichi al mistero) sono un team di esperti interdisciplinari. Con una coppia eterosessuale in evidenza, per fare il verso a «X-Files». Lui è scuro e un po' torvo. Lei ricorda Gillian Anderson nello sguardo acquoso. Ma le analogie con la serie cult non finiscono qui. Il linguaggio visivo è lo stesso, esalta la commistione tra fiction e realismo delle location, tra enigmi e taglio documentaristico. Il produttore è Dan Aykroyd, il blues brother, che compare in cornice ad ogni episodio per introdurre nel mistero e lanciare messaggi buonisti conclusivi. Pingue e pacioso come la vecchia, classica, silhouette di Alfred Hitchcock Presenta. Competente e convincente, perché Aykroyd (anche ex ghostbuster) aveva un padre, un nonno, un bisnonno che facevano parte della British Society of Psychic Research, specializzata in viaggi nei limbi tra realtà e paradosso. Ancora una volta la migliore fiction tv sgorga dalla paura e dall'inquietudine. E ancora una volta, come in Koontz, Leiber, King, James, la provincia americana è un chiaroscuro di normalità omologata e brivido. Perché è del tutto verosimile che un alieno viva ai confini della realtà tra cappellini da baseball e fuoristrada. Bruno Ventavoli