La scommessa della Aulenti

La scommessa della Aulenti La scommessa della Aulenti «Videa vincente? Ricollegare la Reggia al parco e ripristinare i giardini, tra ipiù belli d'Europa» s TORINO ARA' Gae Aulenti a indicare in che modo la Reggia della Venaria potrà uscire dal suo limbo bisecolare, e quale destino le riserverà il futuro. Dei tanti progetti giunti alla giuria che doveva valutare, attraverso un complicato sistema di punteggi, la miglior proposta, quella presentata dalla squadra di cui fa parte l'architetto è risultata la più convincente sia sotto il profilo progettuale che economico. Soddisfatta? «Ho appena saputo. Una bella scommessa, non trova? E' vero che mi sono cimentata con spazi anche più vasti ma 50 mila metri di superfici da risistemare richiedono impegno. Spazi poi di quel tipo». Si aspettava l'assegnazione del progetto? «Mi ha fatto piacere, ma non ci ho pensato più di tanto: quando partecipo a un concorso sono abituata ad astrarmi, a non lasciarmi prendere dall'attesa. Poi quando arriva la notizia buona, non posso negare una certa soddisfazione». Dietro quei muri c'è la presenza palpabile di Castellamonte e di Juvarra... «Niente male come precedente. Ci si deve misurare con storia e tradizione, con una testimonianza tra le maggiori del barocco». Il bando parla di restauro e valorizzazione della Reggia: cosa s'intende? «Che bisogna disegnare un duplice profilo di percorso: uno interno, che organizzi gli spazi esistenti destinati ad un uso non ancora definito. L'altro di immagine che non deve tradire nulla di quanto è originario. H visitatore dovrà comunque trovarsi a proprio agio sia che voglia soffermarsi sul palazzo e su quanto offre all'interno, sia se intende addentrarsi nello spazio museale». L'idea vincente? «Quella di collegare di nuovo la Reggia con la Mandria, di ripristinare il verde e i giardini che costituivano un magnifico insieme, uno scenario degno delle grandi corti europee». A quando i cantieri? «I tempi sono davvero stretti. Entro marzo dovrò ■<>J presentare il proget! j to esecutivo, ma quel a che potrebbe, non dim co spaventare, ma intimorire, è che entro mi il 31 dicembre 2001 i lavori dovranno essere finiti». Due anni appena: non sono pochi? «Il bando è chiaro ed è fatto decisamente bene. Nel senso che a ognuno viene assegnata una parte e la capofila, ossia la Fiat Engineering, ha l'esperienza necessaria per soddisfare gli impegni che si assume. Ci mancherebbe: la posta è troppo alta e gli errori non sono ammessi». Non c'è timóre di pasticci tipo Fenice? «Lo escludo. Ma lasciamo perdere con la Fenice, è una brutta storia. Sono vittima di una stangata della burocrazia. Dopo otto mesi di lavoro, arriva l'ingiunzione di bloccare il cantiere. Cose da pazzi. Se e quando riprenderanno i lavori? Non voglio sapere niente: me ne impippo». [p. p. b.] ■<>J ! j a m mi Gae Aulenti. Il suo progetto è risultato il più convincente sotto il profilo sia progettuale che economico

Persone citate: Gae Aulenti, Juvarra

Luoghi citati: Castellamonte, Europa, Torino, Venaria