Esistono anche le sciocchezze dei saggi. Quanto costa volare di Guido Ceronetti

Esistono anche le sciocchezze dei saggi. Quanto costa volare I AL GIORNALE Esistono anche le sciocchezze dei saggi. Quanto costa volare Eschilo: il rovescio della medaglia Come ha ricordato Guido Ceronetti nel suo «Oggi» del 17 luglio, Eschilo disse che anche gli idioti qualche volta dicono cose giuste. Avendo però, come le medaglie, anche le massime un rovescio, invertendo la frase ne esce una seconda e più inquietante verità: infatti è ugualmente vero che anche i saggi altrettante volte dicono fesserie, e pure ascoltate, queste! Lele Bonariba, Tortona (Al) Un gruppo politico degli Anni 60 E' sorto il nuovo raggruppamento politico - l'Udr - che fa capo al sen. Cossiga. A puro titolo di semplice interesse storico-culturale, mi permetto di ricordare che, sulla metà degli Anni 60, era stata fondata l'U.D.N.R. (Unione democratica per la nuova Repubblica) patrocinata dall'on. Randolfo Pacciardi, contrario al centro-sinistra. Stimolò pure l'interesse di qualche monarchico, come rinnovata possibilità di lotta politica. Ebbe due organi di stampa; dapprima Folla, poi, Nuova Repubblica. Teresio Raineri, Pinerolo (TO) Berlusconi e il canone Rai Non apparteniamo al popolo dei fax, ma questa sera, dopo aver visto i telegiornali della Rai, non possiamo fare a meno di scriverne uno anche noi. Non ci pare giusto di dover pagare il canone televisivo per vedere ore e ore di Berlusconi che fa l'imitazione di se stesso o per sentire altra gente che parla di lui. Si ha 1 impressione che non si tolga mai dallo sfondo azzurro, che non si discosti mai dai vessilli o dal logo di Forza Italia, che viva con una telecamera incorporata. Per quale ragione anche la Rai, oltre a Mediaset deve aiutarlo a pren¬ dere in giro gli italiani, a raccontare le sue bugie senza mai porgli una domanda del tipo: se vive in un regime di dittatura, come mai riesce ad arricchirsi di qualche centinaia di miliardi l'anno? Oppure, perché nonostante ci abbia provato, non è riuscito ad accaparrarsi tre reti tv a diffusione nazionale in altri Paesi? E c'è ancora qualche sondaggista o qualche esperto disposto a sostenere che soldi e televisioni non contino niente nell'esercizio del potere e nella manipolazione della gente? Basta, per favore. Non se ne può più. Pietro Cantarelli e fam. Non ha partito l'amor di patria Trascorsi ottanta anni dai fatti di sangue avvenuti a Jekaterinburg, le spoglie mortali dei componenti la famiglia Romanov e dei quattro servitori, che ne seguirono la tragica sorte, hanno avuto sepoltura di Stato in San Pietroburgo. A cinquantadue anni dalla fine della monarchia sabauda, ad Alessandria d'Egitto, dietro l'altare maggiore della chiesa di Santa Caterina, riposa Vittorio Emanuele III, sul cui tumulo sono stati deposti due sacchetti contenenti terra italiana; Elena, sua consorte, giace in una comunissima tomba a f"il di terra nel cimitero di Montpellier in Francia; Umberto H riposa nella Reale Abbazia di Altacomba nella francese Savoia; ai discendenti maschi viventi è negato dalla XIII disposizione transitoria della nostra Costituzione, emanata il 27/12/1947, il diritto di rientro in patria. Al popolo italiano viene, in tal guisa, disconosciuta, da una larga parte della classe politica che teme le ombre del passato, avendone dimenticato le luci, la dignità che gli deriva dalla propria storia. Il 15 luglio, in televisione, un ex presidente del Consiglio dell'Italia repubblicana, contuma- ce in Africa, ha suscitato - a prescindere dalle colpe e dalle conseguenti pene irrogategli - la mia commozione, quando confidò al suo intervistatore che il sacchetto di plastica che stringeva in mano conteneva terra italiana. Penso che da questi fatti si possa evincere che prima di pro- clamarci di centro, di destra, di sinistra, monarchici o repubblicani, bisogna rammentare, nel bene e nel male, che ci accomuna la storia e l'amore per la nostra patria. Sostengono, giustamente gli inglesi: «A torto o ragione è la mia patria». Enzo Todaro, Porza (Svizzera) 1 Le tariffe aeree Londra-Torino Appartengo a quella schiera di persone che per ragioni lavorative risiedono all'estero e mi trovo nella condizione di prova re un profondo senso di ingiù stizia ogni qual volta penso che per ogni mio volo su Torino un milanese se ne può permettere tre o nella migliore delle ipotesi addirittura quattro. Sino a poco più di un anno fa l'aeroporto di Torino era servito dall'Alitalia e dalla British Airways. I prezzi già allora erano di circa 100/150 mila lire più esosi se paragonati alla tratta aerea Londra-Milano ma ahimè, da quando il servizio Londra-Torino è passato da un regime di duopolio ad uno di monopolio - dal momento che attualmente vi è Alitalia e Azzurra (e quest'ultima altro non è che Alitalia travestita sotto un altro nome) - i prezzi sono diventati proibitivi. Un esempio? Con Alitalia il volo Londra-Torino tariffa week-end costa 319 sterline (circa 941.000) mentre LondraMilano 110 seri ine (circa 325.000) per non parlare poi delle tariffe offerte da altre compagnie aeree ma purtroppo sempre su Milano nell'ordine di circa 85 sterline (circa 250.000). Ora vorrei sapere perché su una tratta più breve io debbo pagare così tanto e in particolare dove siano finite le leggi anti trust a tutela del consumatore. Maria Grazia Barbero Londra Emiliani, Craxi e il «Messaggero» Poche righe per rettificare una espressione contenuta nella lunga lettera di Augusto Minzolini («Guai ad intervistare Bettino» del 18 luglio scorso, pag. 3). Secondo l'elegante Minzolini, io sarei andato alla fine del '79 a dirigere il Messaggero con la «benedizione» di Craxi e avrei lasciato lo stesso quotidiano sette anni dopo «per aver litigato» col medesimo potente. Voi gari bugie. Quando Mario Schimberni mi nominò al Messaggero, allora Montedison, la sua segreteria ricevette decine di telefonate di irata protesta da parte di Claudio Martelli al lora delfino di Craxi e non po cstptilnQMnp che da parte del responsabile stampa della De, Guido Bodrato. Nessuna «benedizione» da parte di Craxi, quindi. Lo sanno tutti. Lo ignora, o fa finta di ignorarlo, il solo Minzolini con la sbrigatività che lo distingue nei confronti delle persone. Quanto al mio exit dallo stesso Messaggero, non «litigai» con nessuno dei potenti del tempo per la semplice ragione che non li frequentavo per niente. La linea del giornale non era mai piaciuta a Craxi-Martelli, né a De Mita. Tutto qui. Rifiutai di rimanere con altri incarichi e stipendi considerevolmente coiToborati e vissi da «free lan ce» pagandomi fra l'altro cinque anni di contributi pensionistici visto che nessuno (eppure ero considerato bravino, prima) mi offrì mai un contratto. Certo non ho mai intervistato alcuno tenendo il microfono in tasca. Ma ho rispettato la gente e ne sono rispettato. Posso quindi esprimere valutazioni di tipo etico-professionale persino su Augusto Minzolini. Se vuole, può ricambiarmi, senza però raccontare ingiuriose falsità. Vittorio Emiliani Vorrei davvero credere alla fa vola raccontata qui sopra da Vittorio Emiliani. Purtroppo la realtà è un'altra. Basta chiederlo ai colleglli del Messaggero Eppoi vorrei rivolgere una domanda a Emiliani: è possibile che nei «famigerati» Anni 80 un direttore potesse rimanere per sette anni al Messaggero, con la tessera socialista in tasca, ma senza l'appoggio di Craxi o De Michelis? Ma su! [au. min Le lettere fcyanno inviate, a: LA STAMPA' ^Vìa Ma ronco 32,10126 TORINO* fax 011 -6568924 -mail lettfcre@lastampa.lt 1 " ir i nnnnnnnnn nuu nnwfijiw uuu -fini iriMmiìmj mjwiaRMWBWgwtfdP