Banche, Santander e Bilbao fanno shopping in Italia

Banche, Santander e Bilbao fanno shopping in Italia Ifìl e spagnoli crescono nel San Paolo Banche, Santander e Bilbao fanno shopping in Italia Ina, parte lo scorporo degli immobili da novembre due le società in Borsa MILANO. Il prossimo novembre vedrà lo sbarco al listino di una nuova public company: l'Unione Immobiliare, costola immobiliare dell'Ina, la maggiore società immobiliare italiana e una delle prime in Europa. Il cui capitale sarà per l'85 per cento distribuito tra i 250 mila azionisti della compagnia e per il 15 per cento rimarrà nel portafoglio Ina, con la prospettiva di essere a sua volta ceduto al mercato. L'Unione, frutto dello spinoff del patrimonio immobiliare deciso dall'Ina che sarà sancito dalla prossima assemblea del 29 luglio, avrà in portafoglio un patrimonio immobiliare composto da 260 cespiti per un totale di 1,8 milioni di metri quadrati, iscritti ad un valore pari a 4900 miliardi e concentrati principalmente a Roma e Milano. «Con lo spinoff del patrimonio immobiliare, la compagnia raggiunge due obiettivi, quello di concentrarsi sul core-business assicurativo e quello di valorizzare il patrimonio immobiliare a beneficio dei suoi azionisti», ha spiegato il presidente dell'Ina, Sergio Sighenti, presentando l'operazione. Gli azionisti Ina riceveranno infatti in autunno un'azione della nuova società, da nominale 125 lire, ogni azione Ina posseduta, e a novembre Unione Immobiliare sarà quotata a Milano «Il mercato non premia la concentrazione sotto lo stesso tetto di attività còme quelle assicurative e immobiliari» ha osservato a sua volta l'amministratore delegato Lino Benassi «Ecco perché a partire dall'annuncio della scissione a fine ottobre il nostro titolo ha galoppato, prima in controtendenza e poi nella corrente generale. Molti investitori hanno comperato azioni Ina dopo che è stata resa nota l'operazione di spinoff». Sempre ieri il Banco Santander, l'istituto spagnolo che con la privatizzazione del San Paolo Sergio Siglientì di Torino ne era diventato uno dei grandi azionisti con il 6,8 per cento, ha acquistato dalla Fondazione Cariplo, come del resto era previsto, 1' 1,6 per cento del capitale Imi salendo quindi al 5 per cento nel capitale del nuovo gruppo Imi-San Paolo di Torino. Anche il gruppo Ifi-Hil, come definito nell'accordo del 15 giugno, ha acquistato una quota pari all'1,6 per cento del capitale Imi, che porta la sua partecipazione nel prossimo gruppo costituito dalla fusione San Paolo-Imi al 3,6 per cento. Si riunisce oggi a Roma il consiglio di amministrazione di Bill, dal quale potrebbero forse uscire indicazioni sull'impegno del Banco di Bilbao (che ha chiuso il primo semestre dell'anno con una crescita del 28 per cento dell'utile netto consolidato) nel capitale dell'istituto romano. Infatti, dopo l'esclusione da parte del Tesoro di Ina e dal nocciolo duro di Bnl, l'isti- . tuto spagnolo è rimasto solo. Secondo voci recenti, che tuttavia il Bilbao si è rifiutato di commentare, il suo impegno potrebbe salire fino a raddoppiare dal 10 al 20 per cento del capitale Bnl. Quanto all'Ina, ieri l'amministratore delegato Benassi ha osservato: «Continuiamo ad essere interessati a Bnl, e continueremo a lavorare per trovare la giusta soluzione, il progetto non è ancora finito nel casset to». Intanto, nei prossimi giorni, il commissario Ue Karel van Miert dovrebbe dare il via libe ro, o meglio sancire, gli aiuti (peraltro già erogati) versati dal Tesoro nei mesi scorsi per la ricapitalizzazione del Banco di Napoli, riaffermando al tempo stesso la validità della fusione con Bnl. Fusione che tuttavia, dopo l'esclusione dell'Ina dalla ricapitalizzazione di Bnl, potrebbe prospettarsi più difficile del previsto, dal momento che nell'istituto partenopeo l'Ina è il maggiore azionista. [v. s.] Sergio Siglientì

Persone citate: Benassi, Karel Van Miert, Lino Benassi, Sergio Sighenti