L'America vuole Ia sua Medjugorje

L'America vuole Ia sua Medjugorje I seguaci la credono capace di prendere su di sé il dolore altrui L'America vuole Ia sua Medjugorje La folla in coda per vedere «la santa in coma» WORCESTER DAL NOSTRO INVIATO Il miracolo, a prima vista, è quello dei capelli. Non hanno mai smesso di crescere e ora, dal volto della quattordicenne Audrey Santo, si sono espansi oltre il cuscino rosa, fino al bordo della coperta di pizzo, poi ancora giù, come una frangia che la madre Linda pettina con devozione. C'è una fila sterminata, per vedere la ragazzina e i suoi capelli. Dalla casa al numero 64 di South Flagg Street copre quasi un chilometro di strada in questa città del Massachusetts chiamata Worcester che rischia di diventare la Medjugorje d'America per via della «santa in coma» e della sua vocazione a prendere su di sé il dolore altrui. Per capire come questo possa succedere bisogna andare indietro nel tempo, a un pomeriggio d'estate del 1987, quello del 9 agosto. Audrey Santo aveva allora tre anni. Parenti e vicini la ricordano come una bambina bellissima, ma di una bellezza particolare. Una zia dice: «C'era qualcosa in lei che ti prendeva il cuore, la guardavi e ti sembrava in qualche modo di non vederla, come se fosse trasparente». Era, anche, molto vivace. Tranne quel pomeriggio. La sorella maggiore ricorda che: «Tornavamo dalla casa di amici e lei se ne stava seduta dietro, in auto, ferma e compunta, come proprio non era sua abitudine». Poi i Santo arrivarono alla loro casetta con la piscina nel retro e Audrey andò a giocare in acqua. Perse i sensi e finì sotto. Quando la recuperarono il suo cervello era rimasto senza ossigeno per alcuni minuti. I medici la considerarono «resuscitata» ma incurabile, le predissero una vita in coma e consigliarono alla madre di affidarla per sempre al reparto terapia intensiva di un ospedale. Linda Santo, invece, la riportò a casa. Negò che la bimba fosse in coma, preferendo considerarla in uno stato di «silenzio immobile» causato da una serie di errori medici. Per guarirla la trasportò, l'anno successivo, a Medjugorje. Mentre era là, Audrey ebbe un arresto cardiaco e fu riportata negli Stati Uniti con un volo speciale, ma Hwr.VArr:-:-^:-.-:-:-:--"--'.-.-.-.'.-.-.-.-.-.-.-.P"*?,"uftfcfe de sulla wpi«e »centimetri- )questo non fu, secondo la madre, l'evento più importante che accadde nel santuario delle apparizioni. La Madonna, sostiene, si manifestò pecomunicare a Audrey la sua naturdi «victim soul», anima dolorosacapace di trasferire su di sé le altrui sofferenze. Dal ritorno a casala cameretta della bambina si trasformò nel teatro di tutti i possibilprodigi: le infermiere cominciarono a sentire un profumo innaturaldi rose, la statua del Cristo piansGobrielGorc•DetVomore marmo corroso goiuiu, so o un sangue, quella della Madonna si mosse, Maria stessa apparve su una corona di nuvole, dalle ostie scesero gocce in cui si rifletteva il volto di Gesù, si verificarono alcune guarigioni miracolose. Audrey, dicono, trasferì su di sé i mah di chi la visitava: una volta gli effetti collaterali della chemioterapia, un'altra un cancro alle ovaie (che, ai raggi X, secondo la madre, si rivelò con la forma di un angioletto). La sola certezza è che la sua fama si diffuse, fuori da Worcester e dal Massachusetts. Le dedicarono un libro e un documentario televisivo. Divenne un caso. Nell'ultimo anno è esploso. Per vederla occorre prenotarsi con undici mesi di anticipo. Solo allora si può venire, di mercoledì, alla sua casa, mettersi in coda e avanzare fino alla finestra da cui si osserva il corpo immobile, l'immagine silente e l'anima dolorosa della «santa in coma». Nessuno può più toccarla, perché in passato qualcuno ne aveva approfittato per tagliarle una ciocca di capelli. Ora si limitano, al massimo, a staccare un pezzo di moquette, da portare a casa insieme con le bottigliette di «olio sacro» che, si afferma, fuorie- NJórgi diami» sce dai muri della stanza. L'ammissione per i giornalisti è subordinata al parere positivo di una commissione composta dai familiari e da alcuni religiosi. Sono gli stessi che una volta l'anno, il 9 agosto, anniversario del passaggio di Audrey al mondo del silenzio, le mettono in testa una tiara e la trasportano su ruote fino alla chiesa, dove i pellegrini possono radunarsi intorno a lei. L'anno scorso, quando la fama della bambina invase il Paese, arrivarono in cinquemila. Quest'anno se ne prevedono venticinquemila e la cerimonia avrà luogo al College Stadium. Perché vengono? Una delle donne in fila, venuta da Chicago, dice: «Perché non si può non credere al suo dolore, l'ho vista in tv, con quegli occhi chiusi e quei capelli infiniti e ho capito che era davvero un'anima santa, che rappresenta la pena di vivere di tutti noi e non importa che ci guarisca o no, lei è la nostra sorella bambina». Jym Drzymala, che fa un mestiere appropriato ai tempi, addetto alle pagine Internet sulle apparizioni di Gesù e della Madonna, pensa che: «La gente ha desiderio, bisogno, speranza di vivere nell'epoca di Cristo e ne cerca uno nuovo. Audrey è quanto di più vicino esista, almeno in America». Dicono, ascoltando le pulsazioni del suo cuore, che la sua sofferenza aumenti nella settimana precedente la Pasqua, con una punta di autentico strazio il giovedì santo tra mezzogiorno e le tre. La volontà popolare ha già decretato la canonizzazione di Audrey. Il reverendo Joyce, che le sta accanto, la definisce una «santa vivente», in violazione delle norme. La Chiesa è in difficoltà. Da un lato ci sono il timore di deludere le masse e la tentazione di usare come testimonial questa bambina che darebbe all'A- merica quello che non ha mai avuto: una Fatima, una Lourdes con la sua Bernadette, una Medjugorje dove richiamare pellegrini e cercatori di fede, facendoli finalmente deviare dai percorsi New Age che li spingono verso i deserti del New Mexico o le rocce rosse dell'Arizo na. Dall'altro c'è l'imbarazzo di fronte alla figura della madre, alla cameretta di trine e seta rosa, alla penosa processione con tiara sulla testa di una piccola condannata all'immobilità. Nel mezzo, questa giovane icona del dolore, sopravvissuta alla fine, ma non al proprio destino. «E' caduta in acqua perché si compisse», giustifica la zia. Ma quando ci si sofferma, anche solo per pochi secondi, davanti al volto di Audrey, ai capelli che ricordano quelli della protagonista del romanzo di Garcf a Màrquez «Dell'amore e di altri de moni», cresciuti nel sepolcro fino a lunghezze disumane, la sola pre ghiera che si può rivolgere a qualunque cielo è che se un miracolo deve esserci, sia per lei, che si sve gli, butti all'aria cuscini e tende, scenda dal letto e vada prima dal parrucchiere, poi a ballare. E se un miracolo non è dato, allora che la sua non-vita possa continuare fino allo spegnimento al riparo finan che dalla nostra pietà e che ciascuno cammini su questa Terra portando il proprio dolore, senza cer care di affidarlo a una bambina trasparente che un giorno fu crocifissa al suo letto di pizzi per volere di sua madre e di quanti sognavano la prima santa vivente d'America Gabriele Romagnoli La sua fama continua a crescere. Al raduno del 9 agosto sono attesi in 25 mila La Chiesa in imbarazzo del 9 agosto sono attesi in 25 mila La Chiesa in imbarazzo sce una «santa vivente», in violazione delle norme. La Chiesa è in difficoltà. Da un lato ci sono il timore di deludere le masse e la tentazione di usare come testimonial questa bambina che darebbe all'A- wr.VArr:-:-^:-.-:-:-:--"--'.-.-.-.'.-.-.-.-.-.-.-.-.^ P"*?,"uftfcfe di marmo corroso e sulla wpi«e »' ìogoiuiu, so o un centimetri- )| GobrielGorcioNJórgi •DetVomoreediami»

Persone citate: America Gabriele Romagnoli, Audrey Santo, Cristo, South Flagg Street

Luoghi citati: America, Chicago, Massachusetts, New Mexico, Stati Uniti