Il rogo del Kosovo contagia i Balcani
Il rogo del Kosovo contagia i Balcani L'Albania è invasa dai profughi, in Macedonia tre attentati separatisti Il rogo del Kosovo contagia i Balcani «La Nato prepara 70 mila soldati» BELGRADO NOSTRO SERVIZIO La diplomazia intemazionale si è rimessa d'urgenza al lavoro per allontanare il fantasma di uno scontro frontale di maggiori proporzioni nella provincia sema del Kosovo, a maggioranza etnica albanese, ed evitare un allargamento del conflitto dopo che ieri si sono verificati tre misteriosi attentati in Macedonia, l'ex repubblica jugoslava dove vive anche una forte minoranza etnica albanese. Fonti diplomatiche occidentali a Belgrado hanno fatto notare che esiste una estrema frammentazione nello scenario politico albanese del Kosovo, mentre l'esercito di liberazione (Uck), costretto . ad una doppia marcia indietro dalle forze di sicurezza serbe dopo aver tentato di occupare alcuni centri strategici, diventa sempre più un'incognita pericolosa. E un giornale tedesco, il «Berliner Morgenpost», sostiene che la Nato starebbe preparando un corpo di spedizione di 70 mila uomini, eventualmente rafforzato da altri 30 mila. Il Centro informazioni del Kosovo (Kic, albanese) ha riferito ieri sera che 34 albanesi sono rimasti uccisi negli ultimi due giorni nella cittadina di Orahovac dove gli scontri armati continuano nonostante le forze serbe abbiano più volte sostenuto di averne ripreso il controllo. L'Uck, che fino ad alcuni giorni fa aveva limitato le sue azioni alle campagne o al controllo di porzioni di strade, aveva tentato una nuova strategia per impadronirsi di alcune città a ridosso del confine con la vicina Albania. Nell'ex repubblica jugoslava della Macedonia (Fyrom) si sono verificate ieri tre violente esplosioni: una nel centro della capitale Skopje e due nella cittadina di Kumanovo. Non si hanno notizie di vittime, secondo Radio Skopje, ma solo di dan- ni. A Kumanovo una delle deflagrazioni ha danneggiato il locomotore di un treno intemazionale che collega Bucarest ad Atene. L'attentato non è stato rivendicato, ma nel gennaio scorso l'Uck si addossò la responsabilità di altre due esplosioni. Il ministero della Difesa macedone ha annunciato un rafforzamento della guardia al confine con la Jugo¬ slavia (Kosovo). I violenti scontri degli ultimi giorni ad Orahovac e nei villaggi vicini hanno causato un numero imprecisato di morti (secondo fonti prive di conferma oltre 100). Decine di migliaia di profughi hanno abbandonato le loro case ed i loro campi a bordo di trattori, Coivi trainati da buoi o asini o a piedi per sfuggire alla ferocia dei combattimenti. Ventimila persone si sono rifugiate in Montenegro, 10 mila in Macedonia, mentre altre migliaia vagano senza meta nei boschi o sulle pietraie nei pressi del confine cercando di raggiungere l'Albania. «Tra i kosovari più ragionevoli si sta facendo sempre più strada l'idea che bisogna fare di tutto per evitare uno scontro frontale di proporzioni più grandi di quelle verificatesi in questi giorni», ha detto una fonte diplomatica. Gli osservatori sono concordi nel ritenere che la posizione del principale leader polìtico albanese del Kosovo Ibrahim Rugova nonché quella dei suoi oppositori si sta indebolendo sempre di più nei confronti dell'Uck che lotta con le armi per l'indipendenza e viene considerato, secondo gli osservatori, sempre più vicino al «popolo kosovaro» e come «l'unico valido strumento contro l'oppressione serba». E' italiano il nuovo capo della missione dell'Osce a Skopje, in Macedonia, che avrà un compito delicato per vigilare che il conflitto nel Kosovo non si allarghi alla vicina repubblica ex jugoslava. Nominato dal ministro degli Esteri polacco, Bronislaw Geremek, presidente di turno dell'Osce, l'ambasciatore Faustino Troni assumerà le funzio ni dal primo agosto. [e. st.] Rivelazioni di un giornale tedesco mentre avanzano gli uomini di Milosevic Soldati serbi soccorrono un albanese ferito. Sopra il premier di Tirana Fatos Nano
Persone citate: Bronislaw Geremek, Fatos Nano, Faustino Troni, Ibrahim Rugova, Milosevic Soldati
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