«Aiuteremo Tunisi a fermarli» di Maurizio Molinari

«Aiuteremo Tunisi a fermarli» «Aiuteremo Tunisi a fermarli» Vertice al Viminale anti-clandestini RETROSCENA IL PIANO Lm ROMA ^ITALJA., ha messo a punto il primo pacchetto di aiuti a Tunisia e Marocco per far fronte alla nuova ondata di clandestini che si sta abbattendo sulle coste siciliane. E' stata una telefonata nella prima mattinata di ieri fra i ministri dell'Interno e degli Esteri, Giorgio Napolitano e Lamberto Dini, a decidere i contenuti di massima del pacchetto. Poche ore dopo Napolitano riceveva nel suo ufficio al Viminale i sottosegretari agli Esteri Piero Fassino e Rino Serri per definire i dettagli della proposta da avanzare ai due governi del Nord Africa. Il «programma straordinario di aiuti» che Napolitano si appresta a portare oggi all'attenzione del Consiglio dei ministri prevede la disponibilità italiana a fornire a Tunisi e Rabat quanto serve per un'«azione immediata di freno» delle imbarcazioni dei trafficanti: motovedette, strumenti di controllo radar della navigazione, costruzione di centri di accoglienza sulle coste tunisine (o marocchine) per gli ille- Sali respinti. L'Italia offre unque subito strumenti e mezzi per impedire ai clandestini di lasciare le coste nordafricane. Questo il primo, immediato passo mentre sul fronte politico si ribadisce la necessità della sigla di «accordi di riammissione» - che prevedono il rinvio degli illegali nel Paese di ultima provenienza - da far rientrare in uno sforzo teso a definire le quote di immigrati da ogni Paese e, più in generale, una cooperazione economica per garantire lo sviluppo di quelle regioni da cui i clandestini fuggono in cerca di benessere. «Stiamo agendo su tutti i versanti e chiediamo a questi Paesi la massima collaborazione - riassume il mini stro Napolitano - per ridenti ficazione e la riammissione dei clandestini che giungono in Italia e per la repressione del traffico criminale che espone un numero crescente di persone a rischi mortali». Nel pomeriggio Napolitano ha impartito le direttive più urgenti convocando la riunione del Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica, alla presenza del capo di stato maggiore della Marina e del comandante delle capitanerie di porto. Praticamente nelle stesse ore Fassino e Serri ricevevano al secondo piano della Farnesina l'ambasciatore tunisino, Azouz Ennifar. L'incontro, durato eira mezz'ora e definito «franco», è servito per illustrare nei dettagli il pacchetto di aiuti e chiedere «una risposta in tempi brevi» al governo tunisino. Lo stesso avverrà questa mattina con l'ambasciatore del Marocco, Zine el Abdine Sebti, anch'egli convocato da Fassino e Serri, Sarà comunque lo stesso ministro degli Esteri, Lamberto Di¬ ni, ad affrontrare il tema con le autorità marocchine nel suo imminente viaggio a Rabat. Negli ambienti della Farnesina si dà una valutazione diversa dello «spirito di collaborazione» da parte dei due Paesi maghrebini: «Il Marocco mostra una maggiore apertura, sia sulle misure immediate da adottare sia sulla sigla dell'accordo di riammissione - si fa notare - mentre la Tunisia fa più resistenza, soprattutto al¬ l'ipotesi di invio in loco di nostri funzionari del ministero dell'Interno per la lotta congiunta ai clandestini». In effetti la disponibilità di Roma ad avviare una cooperazione fra forze di polizia - con l'invio di nostre squadre specializzate - ha ricevuto un'accoglienza molto tiepida a Tunisi. In realtà l'ambasciatore Azouz Ennifar a Serri e Fassino ha sollevato anche un'altra obiezione, che lascia trasparire quanto sono delicati i rapporti fra i Paesi arabi del Nord Africa: l'accordo di riammissione può essere firmato per rinviare indietro solo i clandestini tunisini e della regione subsahariana ma non gli altri maghrebini. «Alla disponibilità italiana - afferma Fassino - è necessario che ora corrisponda da parte tunisina un analogo e limpido impegno per il rimpatrio dei clandestini e per la sottoscrizione del relativo accordo di riammissione». Aggiunge il sottosegretario agli Interni, Giannicola Sinisi: «Il problema per noi è che subiamo una pressione epocale dai Paesi del Nord Africa con i quali purtroppo non esiste la stessa collaborazione che abbiamo con l'Albania e che ci ha permesso quasi di risolvere del tutto il problema nell'Adriatico». Maurizio Molinari La Tunisia oppone resistenza all'ipotesi di accogliere funzionari italiani JJ OS taa !Taw Bum co .njDn Saranno fornite motovedette strumenti di controllo radar della navigazione e costruiti centri di accoglienza