«Gridavano, non potevamo salvarli»
«Gridavano, non potevamo salvarli» Il racconto dei compagni di viaggio degli otto africani annegati a Pantelleria «Gridavano, non potevamo salvarli» Ancora sbarchi di clandestini in Sicilia ROMA. Ormai è un flusso pressocché quotidiano e inarrestabile quello degli arrivi in Italia dei clandestini, al punto che in Puglia è già tornata la paura di una nuova grande invasione dall'Albania. Ma più che le grida d'allarme parlano le nude cifre. Altri 37 nordafricani sono stati raccolti la scorsa notte a Lampedusa, poco dopo essere stati sbarcati da un'imbarcazione il cui equipaggio è riuscito a eludere i controlli. Sempre ieri, sulla costa occidentale- di Ragusa, altri 21 extracomunitari (tra cui 16 egiziani) sono sbarcati clandestinamente nei pressi della località balneare di Punta Braccetto. Subito sono stati accompagnati nel centro di accoglienza per immigrati di Pozzallo, dove si trovano attualmente ospitati i 143 marocchini sbarcati la scorsa settimana. I 16 egiziani, tutti in possesso di documenti di riconoscimento, verranno rimpatriati. Per gli altri cinque immigrati, privi di documenti, si attende l'arrivo dei funzionari delle rispettive ambasciate per avviare le procedure di espulsione dall'Italia. E in Puglia, davanti alle coste leccesi, la notte scorsa c'è stato un gran «via vai» di gommoni dall'Albania con a bordo clandestini. Le motovedette della Guardia di Finanza affermano di essere riuscite a farne tornare indietro almeno una decina. Ed è ancora di ieri la notizia che a Crotone la polizia ha arrestato uno dei componenti dell'equipaggio della nave - un turco di 48 anni, forse addirittura il coman dante - che l'altra sera aveva portato in Calabria i 315 immigrati sbarcati a Capo Pizzuto, lungo la costa ionica calabrese. Conclusa la missione per eludere i controlli si sarebbe mischiato assieme ai clandestini così come avevano già fatto altri membri dell'equipaggio. A Genova intanto la polizia ha fermato sette persone e individuato un «canale» attraverso il quale decine di cittadini dello Sri Lanka giunti in Italia potevano in breve ripartire per il Canada. Secondo le indagini i cingalesi s'imbarcavano all'aeroporto di Colombo (capitale dello Sri lanka) e con un volo diretto raggiungevano Malta e da qui la Grecia. In uno dei porti ellenici venivano imbarcati su navi-cisterna, che trasportano olio verso i porti del Mediterraneo (Tunisia, Italia e Spagna). Le navi avevano equipaggi ridotti al minimo. Perché i cingalesi potevano così essere imbarcati come marittimi e forniti di documenti falsi. Arrivati in Italia, gli asiatici sbarcavano per trovare lavoro, ma la maggior parte proseguiva il viaggio, in condizioni che gli investigatori hanno definito «disumane». Meta successiva era Livorno dove, su container, partivano diretti in Canada. Intanto si apprendono altri particolari da parte di uno dei 43 africani sopravvissuti che era sul barcone con gli otto sfortunati compagni di viaggio morti l'altro ieri mentre tentavano di raggiungere le coste di Pantelleria. «Eravamo distanti dagli scogli - racconta -. Ho sentito un tuffo, un altro, quindi le grida d'aiuto. Ho visto i corpi che emergevano e s'inabissavano. Pochi attimi ed era tutto finito». L'immigrato non vuol dire il proprio nome e la cittadinanza, proba- bilmente è originario della Sierra Leone. Prima di essere portato con gh altri extracomunitari nel centro di accoglienza di Trapani, aggiunge in un francese stentato: «Poveri ragazzi. Durante il viaggio avevano poche cose da mangiare e avevano finito presto anche l'acqua. Erano rimasti per dieci ore senza bere». Di lì a poco le bare degli otto immigrati sono state caricate su un furgone per il trasporto merci di un fioraio e trasferite nell'obitorio del cimitero di Trapani dove oggi saranno eseguite le autopsie. Maghrebini, curdi, cinesi, cinga- lesi, albanesi con il passare delle settimane emerge sempre più la costante che molti di loro considerano solo di passaggio l'Italia, attratti da altri Paesi più ricchi. Difatti ieri a Bari c'era una delegazione tedesca, che dopo una serie di sopralluoghi, anche in mare aperto, ha dato atto al governo italiano delle «difficoltà che affronta per contrastare questo fenomeno e ne apprezza il lavoro svolto». Ma i rappresentanti tedeschi hanno anche evidenziato che esiste una «preoccupazione tedesca» rispetto a questi «problemi, da affrontare intensificando gh scambi e la collaborazione all'interno della comunità Shengen». Non potrà consolare ma è emergenza clandestini anche in Gran Bretagna dove in media ne vengono scoperti e arrestati più di 500 al mese. Diciannove cinesi sono stati scoperti lunedì al porto di Dover su un autocarro proveniente dalla Francia. E poche ore prima 15 curdi erano stati bloccati a Folkestone in arrivo da Boulogne. A bordo del traghetto che li trasportava e fa la spola continua sulla Manica era subito scoppiata una violentissima rissa sedata a fatica dalla polizia, [iv. bar.] A sinistra, alcuni dei 31S immigrati curdi sbarcati l'altra sera ad Isola Capo Rizzuto, ospiti nel centro assistenza di Crotone. Sotto, due clandestini esausti dopo la traversata
Persone citate: Boulogne, Isola Capo Rizzuto, Pizzuto
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