Pannella sotto i ferri per la quarta volta

Pannella sotto i ferri per la quarta volta Piccolo intervento per una infezione Pannella sotto i ferri per la quarta volta II leader radicale sta già meglio «Regime attento: tornerò presto» ROMA. Marco Pannella è vivo, anzi, sta quasi bene e dal suo letto di ospedale torna alla ribalta della scena politica, minacciando e schernendo i suoi eterni nemici mass media: «Con fi quarto intervento subito in due mesi inizia, spero, la convalescenza - tuona via fax, poche ore dopo il piccolo intervento ai punti metallici che gli procuravano ancora infezione -. Stiano dunque attenti i direttori dei tg, l'associazione a delinquere della Rai-tv, che compiono le loro volgari azioni per lasciare al potere il disegno criminoso e criminogeno della partitocrazia: non compiono le loro vigliaccate contro un uomo già morto né tolgono parole a un muto. Anzi». Un tono che non lascia dubbi sulle migliorate condizioni di salute del leader radicale. Condizioni che lui stesso spiega: «Mentre in uno dei miei interventi precedenti fu necessario tenermi intubato e sedato per cinque giorni, quest'oggi la straordinaria opera dell'equipe chirurgica dei professori Marino, Sinatra e Teodori si è compiuta in poco più di due ore». «Dunque - continua Pannella, giocando con la sua supposta morte prossima - ritengo che chi contava di poter aggiungere alla strage politico-culturale dei radicali e mia un'ulteriore speranza di impunità, possa sbagliarsi. Ho ancora in corso i postumi non irrilevanti dell'episodio ischemico avuto nel recente passato, ma ora dovrò impegnarmi soprattutto su quel fronte. Con l'obiettivo che sempre più ritengo necessario e possibile di abbattere il più indegno e pericoloso dei regimi che il nostro Paese abbia conosciuto. Non è una scommessa, è una promessa». Indomito Marco. Dopo l'ischemia dello scorso novembre, il 18 maggio era entrato in ospedale per farsi mettere 4 by-pass. Avvisando sarcastico: «Se tirerò le cuoia, lascerò il divieto a questo regime di fare com- menti». La delicata operazione era andata bene, tanto che dopo una settimana Pannella aveva voluto lasciare l'ospedale, quasi inseguito dai medici. E si era inesso a fare lo sciopero della sete con gli altri radicali. Poi i punti di acciaio del cuore cedevano, e doveva subire un nuovo intervento. E un altro ancora, d'urgenza, due soli giorni dopo. Un cumulo di anestesie e antibiotici da stroncare un cavallo, non un uomo di 70 anni. Ma la fibra di Pannella, nutrita da pacchetti di sigarette, digiuni, intemperanze alimentari e battaglie politiche, è notoriamente resistentissima. Poi la visita del sindaco Rutelli e di Cossiga. E sabato scorso, «rompendo la ferrea consegna imposta dalle cose», manda un comunicato di fuoco a Pietro Folena che alle assise sulla giustizia dei ds si era detto disponibile alla depenalizzazione del finanziamento illecito dei partiti. Nei soliti toni estremi. «Che schifo! Che vergognai Che cultura antiliberale vi unisce tutti». L'altro ieri se la prende col direttore del «Corriere della sera», che l'ha ignorato dando spazio invece alla posizione di Don Ciotti, con un caustico, irriguardoso fax. [m. g. b.] Marco Pannella

Persone citate: Cossiga, Don Ciotti, Marco Pannella, Pannella, Pietro Folena, Rutelli, Sinatra, Teodori

Luoghi citati: Roma