Piazzale Mussolini, già Loreto di Raffaella Silipo
Piazzale Mussolini, già Loreto Proposta choc di un consigliere di Milano, sconfessato da An Piazzale Mussolini, già Loreto CI vediamo alle sette in Piazza Mussolini». E' un appuntamento così, il sogno di Roberto Jonghi Lavarini, presidente in quota An del Consiglio di zona 2 a Milano, che vuol cambiare nome a piazzale Loreto per commemorare il luogo dove vennero esposti i corpi del Duce e di Claretta Petacci. Jonghi Lavarini annuncia che farà una proposta ufficiale al Consiglio comunale prima del 29 luglio, anniversario della nascita di Mussolini. «Seguo alla lettera le chiare indicazioni di Fini» sottolinea provocatoriamente, sperando di farsi portavoce di quello zoccolo duro di militanti «neri», scontenti della defascistizzazione di An. «E' stato lui, il 30 settembre del '92, a dire che Mussolini è stato il più grande statista degli italiani. Voglio proprio vedere cosa faranno i vertici milanesi di An. Diranno che quando ha fatto quelle dichiarazioni Firn era ubriaco?». Chiamati in causa, i vertici milanesi di An rispondono con grande freddezza: «Il ragazzo non è abbastanza maturo - lo liquida Ignazio La Russa -. Maturerà in altri porti. Credo che già domani annuncerà l'abbandono di An. Per dove andare, non so». Queste dimissioni annunciate e assai caldeggiate arrivano dopo un provvedimento disciplinare «già avviato nei suoi confronti in occasione di precedenti uscite di natura puerile e demagogica». Pare, tra l'altro, che Jonghi Lavarmi amasse celebrare i matrimoni facendo il saluto romano. «Il distacco, dopo l'infelice uscita di oggi continua La Russa - diventa meno doloroso. Non si può approfittare di cose tanto delicate e importanti soltanto per avere cinque minuti di notorietà. Ciò dimostra come Jonghi Lavarini non abbia alcun rispetto per la storia e usi fascismo e antifascismo strumentalmente per guadagnarsi un microscopico clamore in vista del suo passaggio ad altri lidi. Mi dispiace anche, perché è un ragazzo che ha fatto tanta militanza, ma evidentemente non aveva ancora la statura per ricoprire un ruolo istituzionale in rappresentanza di tutto il Polo, e prima ancora di iscritto di An». «Primum» impediamogli di nuocere, è la preoccupata reazione della destra milanese. Ed è con un certo sollievo che il vicesindaco Riccardo De Corato annuncia: «Il sindaco Gabriele Albertini ha revocato a Jonghi Lavarini la delega per celebrare i matrimoni». Con il che, si liquida l'antipatica questione del saluto romano. Per quanto riguarda il Piazzale conteso, dopo le reprimende dei compagni di partito, arriva anche il prevedibile biasimo dei democratici di sinistra di Milano: «Delirante - dicono -. Quella di cambiare nome a piazzale Loreto è una proposta vergognosa, Milano è una città che è medaglia d oro della Resistenza. Siamo di fronte all'ennesima iniziativa provocatoria di un presidente di zona che rimane al suo posto solo perché si rifiuta di convocare il consiglio, nonostante ci sia una raccolta di firme di consiglieri che lo costringerebbe a farlo, fi sindaco intende aspettare altre iniziative come questa che, oltre a riaprire antiche ferite, sono un palese insulto all'intelligenza?». Precèdendoli, Albertini ieri ha diffidato Jonghi Lavarini a «riunire il consiglio entro e non oltre cinque giorni, altrimenti convocherò personalmente l'assemblea». Assemblea che dovrebbe portare alla destituzione dell'esponente di An, grazie a un accordo di tutti i gruppi politici. E cosi anche Jonghi Lavarini avrà il suo Gran Consiglio. Raffaella Silipo Benito Mussolini Un consigliere comunale di An vorrebbe dedicare alla sua memoria piazzale Loreto
Luoghi citati: Jonghi Lavarini, Loreto, Milano
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