La parola è a Greenspan di Andrea Di Robilant
La parola è a Greenspan La parola è a Greenspan L'economia sta perdendo colpi e pesa lo scontro a Detroit WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il motore della locomotiva americana s'inceppa. Dopo sei anni di crescita robusta l'economia Usa subisce una brusca battuta d'arresto. La crisi asiatica ha avuto un impatto superiore al previsto. Ma anche gli scioperi alla General Motors cominciano a pesare. Alan Greenspan, il presidente della Federai Reserve, parlerà stamane al Congresso. Si prevede che darà un primo giudizio ufficiale sul raffreddamento dell'economia di cui Wall Street parla ormai da diverse settimane. Dopo un primo trimestre di fortissima crescita (5,4 per cento), la produzione nel periodo marzo-giugno è calata bruscamente. I primi dati ufficiali si avranno alla fine di questo mese ma le stime che circolano negli ambienti finanziari indicano una crescita anemica, al di sotto dell'un per cento. Alcuni economisti prevedono addirittura una lieve contrazione dell'economia - la prima dal 1991. La causa principale, assicurano gli analisti, è l'impatto della crisi asiatica, che ha condizionato l'export americano molto al di là delle previsioni. 11 deficit commerciale Usa per il mese di maggio è salito a 15,75 miliardi di dollari - il passivo mensile più alto degli ultimi sei anni. Ma la chiusura di quasi tutte le fabbriche della General Motors negli Stati Uniti a causa di uno sciopero di cui non si vede la fine incide in maniera cospicua sulla produzione globale. E l'accumulo generale di scorte durante il primo trimestre sta evidentemente spingendo molte aziende a rallentare la produzione. Rimane da capire se il calo rappresenta una temporanea battuta d'arresto, con effetti al limite salutari - minor pressione inflazionistica e dunque minor pressione per un aumento dei tassi - oppure l'inizio di una recessione vera e propria. Per ora prevale l'ottimismo. I dati di base dell'economia sono buoni, dicono molti economisti, la produzione dovrebbe riprendere a salire nel secondo semestre di quest'anno. Ma in realtà la possibilità che la straordinaria stagione economica americana prosegua dipende in larga misura da quello che succederà in Asia nei prossimi mesi, se non addirittura nelle prossime settimane e nei prossimi giorni. Per questo l'amministrazione Clinton segue col fiato sospeso gli sviluppi della crisi giapponese. Andrea di Robilant Bill Clinton e (a fianco) Alain Greenspan governatore della Federai Reserve
Persone citate: Alain Greenspan, Alan Greenspan, Bill Clinton, Clinton, Greenspan
Luoghi citati: Asia, Detroit Washington, Stati Uniti, Usa
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