«Risposta alll'inciviltà»

«Risposta alll'inciviltà» «Risposta alll'inciviltà» Bonatti: bisogna rinunciare alle comodità INTERVISTA IL RE DELB.E VETTE u N provvedimento estremo, ad una situazione estrema». Così Walter Bonatti, uno dei più grandi e popolari alpinisti italiani, commenta la decisione dei Comuni di Cortina d'Ampezzo e Courmayeur di chiudere alle auto parte del loro territorio. Ritiene che questo sia un metodo efficace per tutelare la montagna? «Seppur non risolutiva, è senz'altro una soluzione che purtroppo, e sottolineo purtroppo, evidentemente si è resa necessaria e in quanto tale è dunque positiva». Da alpinista seppur «in {tensione» e da amante dela montagna quali suggerimenti si sentirebbe di dare a chi è preposto alla difesa dell'ambiente? «La tutela delle nostre montagne, ma non solo, non compete esclusivamente alle istituzioni. Dovrebbe far parte del nostro modo di essere, ma è evidente che non c'è la cultura, la sensibilità sufficiente, e necessaria, per far sì che situazioni come quelle createsi a Cortina o Courmayeur non si verifichino». Le è mai capitato di trovarsi in un luogo di montagna assediato dalle auto? «Ho vissuto questa sgradevole esperienza alcuni anni fa, proprio in Val Ferret, dove ero tornato per rivedere luoghi a cui ho legato cari ricordi. E' stata una cosa penosa, avevo raggiunto il fondo valle in auto e mi sono trovato "imbottigliato". Non riuscivo a fare manovra per tornare indietro. In quel momento avrei potuto trovarmi nel caos di una qualsiasi città. Nulla, se non lo splendido panorama che si poteva percepire alzando gli occhi, faceva pensare ad una quieta vallata di montagna». Di solito chi sceglie le alte quote per le sue vacanze lo fa per sfuggire la confusione. Perché poi risulta, invece, tanto difficile rinun¬ ciare all'auto? «Non sarei così ottimista. Molte persone che trascorrono le vacanze in montagna seguono una moda o non sanno neanche perché lo fanno. Se fosse una scelta così consapevole assisteremmo a fenomeni di civiltà, primo tra tutti quello del rispetto dell'ambiente. Mi sembra, invece, che i fatti dimostrino il contrario. Ovunque si trovano rifiuti abbandonati. Per troppa gente il privato è qualcosa di sacro, ma ciò che è pubblico non merita rispetto. Giusto quindi "difendersi" dall'inciviltà e anche dalla civiltà se questa è sinonimo di "violenza all'ambiente"». La chiusura di un centro o di una vallata alpina alle auto non è comunque la risposta alla mancanza della cultura del rispetto. «No di certo, è piuttosto un "provvedimento tampone" che di fronte a eccessi negativi pare inevitabile. Non soltanto dovremmo imparare a rispettare l'ambiente, ma dovremmo anche imparare a rinunciare a certe comodità poiché tutto quello che abbiamo inventato per riuscire a vivere meglio, se non sappiamo gestirlo, finisce per ritorcersi contro di noi e ogni giorno ne abbiamo dimostrazione». Il 2 agosto lei sarà in Val Ferret dove le verrà dedicato un rifugio. Le farà piacere non trovarsi assediato dalle auto. «Mi consenta una battuta. Ho saputo da lei della chiusura temporanea alle auto della Val Ferret ed egoisticamente penso che in questo momento il provvedimento adottato dal Comune di Courmayeur mi rompe un po' le scatole. Questo perché all'inaugurazione del rifugio che avrà il mio nome, cosa che tra l'altro mi riempie di gioia poiché di solito queste cose si fanno in memoria di qualcuno che è morto mentre io sto benone, ci saranno persone che a 2000 metri non sono mai state. Ma come tutti, doverosamente, ci adatteremo». Beatrice Mosca «Ma purtroppo è soltanto una soluzione tampone» Walter Bonatti, ieri e oggi: nella foto grande l'alpinista al termine di una scalata

Persone citate: Beatrice Mosca, Bonatti, Walter Bonatti

Luoghi citati: Ampezzo, Comune Di Courmayeur, Cortina, Courmayeur