Tony Blair scatena l'offensiva ecologista di Fabio Galvano

Tony Blair scatena l'offensiva ecologista Presentato il piano contro il traffico Tony Blair scatena l'offensiva ecologista Tasse sui parcheggi e per entrare in città «I bambini vadano a scuola a piedi» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ha il sapore di una guerra all'automobile, anche se il vicepremier John Prescott dice che non è così, la nuova grande crociata del governo Blair contro la congestione del traffico, che paralizza e inquina le maggiori città britanniche. Tasse sui parcheggi aziendali e su quelli dei supermercati, per scoraggiare il loro uso; ma anche semaforo verde alle autorità locali affinché determinino balzelli sull'uso dell'auto nel centro cittadino. Non solo: nel «libro bianco» presentato ieri ai Comuni - s'intitola «Un nuovo patto per i trasporti: meglio per tutti» - crolla il baluardo britannico delle autostrade gratuite, con la promessa di altri balzelli non appena sarà a punto la tecnologia per l'identificazione automatica delle auto che le usano. E si parla anche di speciali bolli di circolazione per le località turistiche. Agli automobilisti inglesi, insomma, l'attesa politica dei trasporti strombazzata dal New Labour costerà un miliardo di sterline l'anno, quasi 3 mila miliardi di lire. Ed è magra consolazione che tutto quel denaro, più altri 700 milioni di sterline, sia destinato a migliorare strade e autostrade, ma soprattutto a rilanciare l'alternativa del trasporto pubblico in una dinamica volta a «realizzare reti integrate e complete»: un «pallino» che il nuovo Labour ha in comune con quello vecchio, e che in Inghilterra non ha mai avuto grande successo. Fra le misure annunciate da Prescott, che è responsabile di un dicastero ad ampio raggio che va dai Trasporti all'Ambiente, ci sono nuovi controlli sulle ferrovie privatizzate, nuove autorità per l'integrazione dei sistemi pubblici, nuovi studi sulla possibilità di far lavorare la gente a casa anziché in ufficio, nuovi limiti all'inquinamento dei carburanti, nuovi sistemi d'informazione sui mezzi pubblici disponibili ai pendolari. Tutte cose che hanno fatto parlare i conservatori di una riforma dei trasporti che sarà pagata «con più tasse e più burocrazia». Le nuove norme, che nelle intenzioni di Prescott dovranno tutte trovare applicazione nel giro di tre o quattro anni, si scontreranno con la resistenza di milioni di automobilisti, che non vorranno certo rinunciare alle comodità dell'auto quando la rete pubblica è ancora insoddisfacente. Parte della crociata, per esempio, consiste nello scoraggiare i genitori dal portare i figli a scuola in auto: un'abituidine che, secondo gli studi di viabilità, aumenta del 20% il traffico nelle ore che sono già di punta. Come? incoraggiando i ragazzi ad andare a piedi o in bicicletta, lungo percorsi «più sicuri» di quelli attuali (entro sei anni saranno raddoppiate le piste ciclabili). E la sicurezza, oltre che la comodità, è quello che il governo si adoprerà per restituire a treni e bus. Non è una prospettiva molto incoraggiante, sebbene con la prosopopea che gli è congenita Prescott non abbia esitato a dichiarare ieri: «Dopo 20 anni nel deserto, questo è il momento in cui la politica dei trasporti prorompe nella luce di una nuova alba». «Da automobilista - ha però dovuto ammettere, orgoglioso della Jaguar che per necessità d'immagine è talora costretto a lasciare in garage - riconosco che non sarà facile il passaggio ai mezzi pubblici se non si dimostreranno migliori e più affidabili». Anche perché l'auto resta «un essenziale strumento di lavoro». Insomma il New Labour cerca, nella Britannia paralizzata dal traffico, «un maggiore equilibrio fra trasporti pubblici e privati». Preoccupato dalle previsioni di un ulteriore aumento del traffico del 30% nei prossimi 20 anni, ha deciso di agire. Ma con qualche carota, perché il bastone - la medicina, direbbe Prescott - non piace. Fabio Galvano

Persone citate: John Prescott, Tony Blair

Luoghi citati: Inghilterra, Londra