Esodo per 80 mila nel Kosovo

Esodo per 80 mila nel Kosovo Belgrado: mujaheddin lottano contro di noi. Gli albanesi: con voi il boia Arkan Esodo per 80 mila nel Kosovo \Mosca crìtica i separatisti ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO La battaglia di Orahovac, il più feroce combattimento degli ultimi mesi tra le truppe jugoslave e i guerriglieri separatisti albanesi, infuria da quattro giorni. Benché il ministero degli Interni di Belgrado abbia annunciato ieri che le forze di polizia hanno ripreso il controllo sulla città conquistata dall'esercito di liberazione del Kosovo, fonti indipendenti affermano che gli scontri continuano e che l'TJck detiene tuttora l'80 per cento della località strategica del Kosovo Sud-occidentale. Secondo le ultime stime nel sanguinoso fine settimana a Orahovac ci sono stati più di cento morti e alcune centinaia di feriti. Migliaia di profughi albanesi hanno abbandonato le loro case e si sono diretti verso il Sud cercando di attraversare il confine con l'Albania. A detta dell'Alto commissariato per i profughi dell'Orni più di 80 mila persone sono fuggite negli ultimi due giorni davanti ai bombardamenti dell'artiglieria pesante serba. Il quotidiano kosovaro in lingua albanese «Koha Ditore» scrive che 25 mila profughi della zona di Orahovac hanno cercato rifugio nella città di Malishevo. La Croce Rossa Internazionale ha mandato un'equipe medica sul posto e aiuti umanitari per la popolazione stremata dal conflitto. Il giornale filogovernativo «Borba» scrive invece che i separatisti albanesi hanno sequestrato a Orahovac 50 civili serbi. «Questo è stato il peggior fine settimana di sangue dall'inizio della crisi», ha confermato un funzionario della Nato, sottolineando la profonda preoccupazione dell'Alleanza atlantica. Belgrado sta intanto inviando rinforzi nel Kosovo. Cinquanta blindati e carri armati sono stati mandati ieri per appoggiare le imita schierate intorno a Orahovac. Il quotidiano «Danas» scrive che un primo gruppo di capireparto delia polizia serba è partito per Pristi- na, mentre altre unità speciali partiranno oggi. Le autorità jugoslave temono infatti che 1' Uck stia per attaccare il capoluogo kosovaro e la città di Gnjilane a Sud di Pristina. L'esercito jugoslavo ha convocato i giornalisti nella caserma di Pristina per mostrare le armi e le munizioni sequestrate domenica ai gruppi armati che tentavano di entrare illegalmente nel Kosovo dalla vicina Albania. A detta dei militari sarebbero state sequestrate dieci tonnellate di armi destinate all'esercito di liberazione del Kosovo. Belgrado denuncia inoltre l'infiltrazione nel Kosovo di guerriglieri stranieri, in particolare arabi. Tra gli arrestati ci sarebbero quattro mujaheddin appartenenti al terzo gruppo dell'Uck che sarebbero arrivati il 3 luglio scorso al porto di Bari dopo essere partiti da Monaco di Baviera. Dal canto loro gli albanesi replicano che nelle file serbe ha fatto la sua comparsa il comandante Arkan, considerato imo dei boia della guerra di Bosnia. L'ambasciatore americano in Macedonia Christopher Hill sta tentando di convincere serbi ed albanesi del Kosovo a riprendere le trattative. Alla vigilia dei suoi incontri a Belgrado e Pristina Hill ha dichiarato che il problema'più grosso è il fatto che gli albanesi non si sono ancora messi d'accordo per formare ima delegazione unica che rappresenti sia i partiti po- litici kosovari che i combattenti dell'Uck. Intanto all'Aia l'inviato speciale americano Robert Gelbard ha incontrato i rappresentanti dell'opposizione serba e della Chiesa ortodossa. «La crisi del Kosovo può essere risolta con la pressione internazionale per la democratizzazione della Serbia», ha dichiarato il leader del partito democratico serbo, Zoran Djindjic. «Gli ultimi attacchi serbi hanno ridotto le possibilità di soluzioni pacifiche», ha detto nel frattempo il leader kosovaro Ibrahim Rugova. Secondo il ministero5'-.degli Esteri russo la responsabilità dell'aggravarsi della situazione nel Kosovo è dei separatisti albanesi. «Devono immediata¬ mente cessare il fuoco e tornare al tavolo delle trattative per discutere tutto l'insieme dei problemi della regione», ha dichiarato un portavoce di Mosca. Da Bruxelles l'Unione europea lancia un nuovo appello a deporre le armi, mentre il ministro degli Esteri greco Pangalos vola a Tirana. Anche la Francia ha chiesto la ripresa immediata dei negoziati. «Tutto quello che ottiene il Kosovo deve ottenerlo anche • la Vojvodina, ma bisogna mantenere l'integrità territoriale della Serbia», ha detto il presidente della coalizione Vojvorìina Dragai! Veselinov alla delegazione dell'Osce che ha visitato la regione. Ingrid Badurina Rapiti cinquanta civili serbi Si combatte ancora attorno a Orahovac vicino a Pristina Il ministro greco Pangalos vola a Tirana Appello dell'Ue «Deponete subito le armi» I soccorsi a un guerrigliero albanese ferito e l'incontro tra il ministro degli Esteri greco Pangalos (a sinistra) e il presidente albanese Mejdani

Persone citate: Christopher Hill, Ibrahim Rugova, Ingrid Badurina, Mejdani, Pangalos, Robert Gelbard, Veselinov, Zoran Djindjic