La «fase anale» della politica

La «fase anale» della politica Gianfranco Miccichè, parlamentare di Forza Italia, se n'esce con un'espressione particolarmente scurrile. E il Tg3, puntuale, la coglie al volo La «fase anale» della politica SI può senz'altro discutere il linguaggio da trivio dell'onorevole di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. Così come si può e forse si deve anche discutere la scelta del Tg3 di mandare in onda, dell'intervento alla tribuna del consiglio nazionale di Forza Italia, proprio quella manciata di secondi - guarda caso - in cui l'infervoratissimo parlamentare siciliano se n'è uscito con un'espressione particolarmente scurrile, nella sua inedita rilevanza politica: «Non possiamo più dire che noi siamo onesti intellettualmente quando loro ce lo mettono in c...». Visto e sentito gridare in tv, senza il beneficio della fiction, alle ore 19 di un afoso lunedì di luglio. Dopo di che la gentile conduttrice è passata ad altro. Ora: si potrà anche discutere della necessità di ritornarci su il giorno dopo (con questo articolo, per esempio). Come pure dell'irrilevanza di quella frase lì rispetto a quanto, di più serio, stava furiosamente articolando l'onorevole Miccichè. Della sua efficacia semantica, eventualmente, e perfino dell'«onestà intellettuale» del berlusconismo palermitano. Ma certo - anche senza stare a farla troppo lunga, né indulgere nell'ipocrita «ripugnanza mostrante» - il siparietto indica quanto può ancora farsi sguaiato il linguaggio politico. E al tempo stesso con quale disinvolta, astuta e chirurgica precisione la tv lo proietta nelle case dei telespettatori. Per cui, insomma, Miccichè esagera e Nuccio Fava, direttore del Tg3, mette prontamente in onda, estendendo e moltiplicando l'esagerazione. U sistema mediatico, a questo punto, potrebbe, anzi può essere addirittura integrato dall'informazione scritta: con i dovuti approfondimenti sul binomio «politica & volgarità» alle soglie del Duemila. Ma ci vorrebbe un libro, sempre più connotandosi la vita pubblica italiana, per varie ed anche complesse ragioni, come una specie di arena aperta a esibizionismi, morbosità, sgangheratezze e disfacimenti psicolo- gici e corporali di ogni genere. Così, in un semplice articoletto - in piena consapevolezza del ridicolo e con scrupolo filologico certo degno di miglior causa - ci si limiterebbe appena a segnalare che dal punto di vista non solo quantitativo il tema, l'insulto e l'irrisione anale (e più specificamente sadicoanale) sta facendo sempre più proseliti, in politica e nel giornalismo che per forza le sta appresso. Il che, si può aggiungere a beneficio di chi abbia anche solo qualche nozione freudiana, non è comunque un bel segno. Così come non lo era, per quanto su un piano che già prevedeva il passaggio a sintomatiche vie di fatto, la pratica squadristica dell'olio di ricino. Freud e la sua psicanalisi, certo, non sono verità assolute. Può essere, magari, un fatto di costume. Ma in ogni caso le vie misteriose del linguaggio evocano, anticipano, spostano, razionalizzano, contribuiscono ad autodefinire chi parla. Così, prima che Miccichè desse prova della sua eleganza oratoria, si poteva notare un addensarsi di analità, più o meno minacciosa, in sede politica. Le citazioni testuali appaiono superflue. Basti sapere che il leghista Calderoli s'era esercitato sulle bombe molotov tirate dal giovane D'Alema, poi anche ripiegando sull'ananas. Che Tremaglia, in polemica con l'onorevole Trantino, aveva richiamato certi consigli dell'ex segretario del Msi Michelini sulla necessità di non agitarsi in certe condizioni. Che, rivolto al Polo, il senatore Petruccioli s'era lanciato in una greve metafora a base di «blocco intestinale», «lassativi» e financo operazioni chirurgiche. Che l'onorevole Gasparri aveva perigliosamente adattato la sodomia al semi-presidenzialismo. E che Bossi, dulcis in fondo, era andato a parare sul tricolore: con tanto di denunce alla procura della Repubblica e reazione patriottica di Landò Buzzanca sul tema della carta igienica. Ma in quel caso il telegiornale aveva fatto finta di niente. Filippo Ceccaralli E Gasparo riferisce la sodomia al semipresidenzialismo Bossi applica il sadico riferimento all'uso del Tricolore Il deputato azzurro Gianfranco Miccichè Il direttore del Tg3 Nuccio Fava