«Toghe sporche» davanti al gip

«Toghe sporche» davanti al gip Sui conti svizzeri interrogati tre exfunzionari di Efibanca MILANO. Apparentemente refrattario al caldo, Cesare Previti, in doppiopetto blu si è presentato ieri mattina davanti all'ufficio del gip Alessandro Rossato per assistere all'incidente probatorio deciso per raccogliere le dichiarazioni di tre ex funzionari di Efibanca, l'istituto di credito nel quale, secondo le accuse della teste Stefania Ariosto, «Previti disponeva di fondi illimitati» con i quali avrebbe corrotto alcuni magistrati della capitale. Accusa che il deputato di Forza Italia, naturalmente ha sempre respinto. Ma secondo la procura, sui conti correnti svizzeri dei tre ex funzionari, Aurelio Lai, Giovanni Bertini e Francesco Nardi - gestiti dal 1974 al 1994 da Previti - furono effettuate transazioni sul conto «Mercier» dell'ex ministro della Difesa. Operazioni diverse di cui i tre, indagati per concorso in corruzione, nei precedenti interrogatori si erano detti all'oscuro. In particolare, il 22 aprile del 1991 dal conto «Frana» e dal conto «Gioberti», uscirono 50 milioni ciascuno che passan- do dal conto ((Pavoncella» dell'avvocato Attilio Pacifico, finirono sul conto «Anatra» di Antonino Vinci, l'ex magistrato romano morto il 2 luglio scorso per infarto. Una circostanza di fronte alla quale i tre ex dirigenti di Efibanca hanno sempre dichiarato di non aver mai conosciuto Vinci e di non sapersi spiegare quei movimenti. Altri soldi, dal conto di Aurelio Lai, sempre attraverso operazioni attribuite a Previti (che aveva ricevuto dai tre funzionari l'incarico di gestire i loro soldi all'estero), finirono nel '93 e nel '94 su un conto dell'agente di cambio Giancarlo Rossi, già inquisito dalla procura per diverse vicende di Mani Pulite. Anche in questo caso, la risposta dell'ex dirigente di Efibanca è stata laconica: «Nulla so dei movimenti intermedi operati da Previti o da altre persone». L'incidente probatorio proseguirà anche nei prossimi giorni: gli atti verranno poi alle gati all'udienza preliminare del processo per la corruzione dei giù dici romani fissata per il prossimo novembre. [r. m.] queste 22 scatole vuote che come le matrioske si contengono una dentro l'altra e che hanno spesso compagni di viaggio inspiegabili, dà a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest un fastidioso alone di scarsa trasparenza e imbarazzante furbizia». L'inchiesta dei magistrati palermitani sta indagando esattamente questo: il come e il cosa contengano davvero le 22 scato le, e cioè i capitali che a partire dagli Anni 70 sono affluiti den tro a quei contenitori. E' su questo punto che entrano in ballo le rivelazioni (vere o presunte) dei pentiti ascoltati a Palermo in questi primi mesi di processo a Marcello Dell'Utri, accusato di «partecipazione esterna in associazione mafiosa». Sono almeno una decina e più o meno dicono che Cosa nostra «investì» o «riciclò» denaro utilizzando le aziende di Berlusconi. Ma specialmente entrano in ballo le dichiarazioni dell'ex finanziere Filippo Alberto Rapi sarda, siciliano, ex amico di Dell'Utri, come lui condannato per il crack della Bresciano (anno 1979), come lui attivo fondatore, a fine 1993, di Forza Italia. Rapisarda racconta ai magistrati che «Dell'Utri chiese nel 1980-81 un finanziamento di 20 miliardi ai boss Stefano Bontade e Mimmo Teresi, al fine di consentire l'acquisto di pacchetti-film da ritrasmettere sulla tv commerciale» Possibile? «Cose da pazzi», tuona adesso Berlusconi. Che parla di «colpo di Stato» e (al solito) di magistrati manovrati dai comunisti. L'inchiesta lo fa ritornare ai suoi esordi, ai primi finanziamenti arrivati dalla Svizzera e poi da una serie di banche - il Monte dei Paschi, il Banco Ambrosiano, Interbanca, il Credito agrario, il Banco di Roma, il Banco di Na poli - quasi tutte inquinate da pi duisti, come rivelarono gli elen chi della loggia massonica trova ti nel 1981 da Gherardo Colombo in casa Geni. Se quegli esordi restano un tizzone intiepidito dal tempo, questa nuova pista sarebbe un nuovo (e vorace) incendio. Pino Corrias «Toghe sporche» davanti al gip

Luoghi citati: Milano, Palermo, Svizzera