Federica sta meglio di Lodovico Poletto
Federica sta meglio Federica sta meglio Presto fuori dal coma Lo sparatore arrestato TORINO. Un testimone ha riconosciuto alcuni degli uomini coinvolti nella sparatoria nel corso della quale è stata ferita Federica Ferrerò. Un testimone segreto grazie al quale è finito in manette il primo uomo della banda di albanesi che sabato notte hanno colpito con una pallottola vagante la studentessa ventitreenne che andava al bar con quattro amiche. Hysi Arianit, 20 anni, clandestino, un piccolo precedente per tentato furto: lo hanno arrestato ieri in un ex manicomio alla periferia di Torino, a Collegno. Rimpatriato a fine '97 era rientrato in Italia da un mese e subito tornato a controllare il giro della prostituzione. Fermato in cinque circostanze diverse dalla polizia, aveva sem pre dato diverse generalità. Il suo nome è rimasto se greto per tutta la giornata, coperto dal riserbo dei ma gistrati che ancora non hanno concluso l'indagine. Hysi Arianit non si è confidato neppure con il suo avvocato, Loredana Gemelli, che ieri sera lo ha assistito nell'interrogatorio del pm Paola Caputo che lo ha accusato di tentato omicidio. Con il magistrato ha fìnto di non conoscere l'italiano, ma si è spiegato bene quando ha detto che lui, sabato notte, non era in piazza Carducci. «Sono uscito di casa alle.5, io nonno sparato a nessuno», ha ripetuto per oltre due ore: II suo nome era già noto fin dall'alba di domenica quando la squadra albanesi della Mobile era riuscita ad identificarlo come uno dei partecipanti alla sparatoria. Un regolamento di conti tra bande. Vecchi rancori di una guerra nata in Albania e che continua qui, in Italia. Da una parte ci sarebbe uno dei gruppi emergenti della malavita targata Tirana, che in questi mesi, sotto la Mole, contende ad altri connazionali il controllo del mondo della prostituzione. E sabato notte Hysi Ariant aveva appena ricevuto da una ragazza 16 milioni in contanti. Denaro trovato nel suo rifugio. Fin da domenica mattina la pista prostituzione era stata quella privilegiata dagli investigatori, aiutati nelle indagini da elementi particolari importanti. Un telefono cellulare, trovato poco lontano dal luogo della sparatoria, la conoscenza dettagliata degli appartenenti ai vari clan che si contendono le piazze più remunerative della città. E il testimone chiave: quella persona che ha visto e raccontato ogni cosa a Salvatore Mulas. Il capo della Mobile ieri ha descritto il quadro d'indagini al vicecapo della polizia, Rino Monaco e al direttore dello Sco (Servizio centrale operativo della polizia di Stato) Alessandro Pansa, venuti a Torino per rendersi conto di persona della situazione. Sbarcati all'aeroporto di Caselle alle 11 sono rimasti in questura per quasi cinque ore, a ragionare sulle «emergenze» di Torino. Intanto si cercano gli altri partecipanti alla sparatoria. Anche ieri sono state eseguite decine di perquisizioni, sentiti informatori. In questura c'è cauto ottimismo: «La soluzione del caso è vicina». Ed alle Molinette i medici spiegano che Federica sta meglio: e tra un paio di giorni potrebbe essere risvegliata dal coma farmacologico in cui viene artificialmente tenuta. Lodovico Poletto
Persone citate: Alessandro Pansa, Federica Ferrerò, Hysi, Loredana Gemelli, Paola Caputo, Rino Monaco, Salvatore Mulas
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