S'impicca per non prostituirsi
S'impicca per non prostituirsi S'impicca per non prostituirsi Perugia, aveva cercato di uscire dal racket PERUGIA. Si è impiccata per la disperazione, dopo inutili tentativi di uscire dal racket dello sfruttamento della prostituzione. Almira Cajic, prostituta di origine bosmaca, si è uccisa una settimana fa a Perugia. Anche sua sorella Zilet mesi fa si era impiccata dopo avere scoperto che lei si prostituiva. I suoi protettori, due fratelli bosniaci, per non farla fuggire avevano detto a sua sorella qual era il vero «lavoro» che svolgeva in Italia. I due uomini sono ora in stato di fermo per induzione e sfruttamento della prostituzione ed istigazione al suicidio. Nel tardo pomeriggio cu martedì scorso la scoperta del suicidio. Un uomo a spasso con il cane, in via Monticelli, alla periferia di Perugia, vede il corpo di una giovane donna penzolare da un albero in una scarpata. 11 volto è già devastato da un inizio di decomposizione (la morte risale a 48 ore prima). A terra c'è un pacchetto di sigarette con dentro poche migliaia di lire, ma nessun documento. La pohzia comincia le indagini. L'autopsia conferma il suicidio ma scopre anche i segni della frattura del setto nasale avvenuta negli ultimi due mesi. E nelle foto segnaletiche delle prostitute controllate a Perugia la donna vi appare con diversi nomi: quello vero è Almira Cajic, 23 anni, bosniaca di Duboi. Le ultime sue notizie indicano che abita con un'altra prostituta bosniaca e due fratelli (quelli fermati) in un appartamento di via Eugubina, non lontano dal luogo dov'è stato rinvenuto il cadavere. Così esce fuori la storia. f Almira Cajic è scappata in Italia per sfuggire agli stupri ed alle cannonate agli inizi degli Anni 90 con il fidanzato. Una storia d'amore finita presto, dalla quale forse è nato anche un bambino mandato a Duboi ed accudito dalla sorella più grande, poi suicidatasi. Da Roma, dove probabilmente ha cominciato a prostituirsi, nel 1995 la donna arriva a Perugia e finisce nelle mani dei fratelli Baskùn Bau-ani (27 anni) e Rifat Bairami (23), di Prestina. I due fanno la «bella vita», automobili eleganti, telefonini. Nell'aprile scorso la polizia, che li tiene d'occhio, li accompagna «coattivamente» alla frontiera di Ancona per l'espulsione. Stanca di questa vita, presa dalla nostalgia del suo bambine, rincuorata dalla espulsione dei fratelli, Almira pensa di abbandonare i marciapiedi. Ma è il solito problema delle «frontiere bucate»: dopo un po' i due fratelli sono di nuovo a Perugia. Probabilmente Almira viene anche picchiata (i segni della frattura del setto nasale) e qualcuno - la circostanza è ancora oggetto delle indagini - fa sapere a sua sorella Zilet che in Italia si prostituisce. Per tagliarle ogni ponte con famiglia e patria. Zilet, sconvolta dalla notizia si impicca. Il resto sono fatti delle ultime settimane: Almira Cajic continua a prostituirsi (la polizia l'aveva controllata anche di recente) ma è decisa a farla finita una volta per tutte con quel tipo di. vita. Impiccandosi. Sarà ora la magistratura a definire le esatte responsabilità dei due fratelli fermati. [Ansa] er^ma
Persone citate: Rifat Bairami
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