Il Papa invita i giovani «Non buttate la vita» di Marco Tosatti

Il Papa invita i giovani «Non buttate la vita» Il Pontefice recita l'Angelus a Borno Il Papa invita i giovani «Non buttate la vita» «Dovete investirla bene e ricordarvi che si vive soltanto una volta» BORNO (Valcamonlca) DAL NOSTRO INVIATO La grande giornata di Borno, e di mons. Giovanni Battista Re, si chiude alle 17,15, quando l'elicottero bianco di Papa Wojtyla si alza in una nuvola di polvere e di applausi da Croce di Salven e mette la prua verso il Cadore. Mai Giovanni Paolo II ha dato un segno così speciale di affetto e favore a un suo collaboratore. Ha lasciato Lorenzago per venire a recitare l'Angelus in Valcamonica. E lanciare un monito ai giovani: «Non sprecate la vostra vita, investitela bene e ricordate che si vive una volta sola». Poi ha aggiunto: «A quanti sono lontani dalla Chiesa o non credenti vorrei rivolgere questo invito: non abbiate paura di cercare Dio, perchè egli vi sta cercando e vi ama». Tutto era organizzato come un vero viaggio pastorale, ma in miniatura: l'arrivo del Papa con il salutò all'eliporto, una prima «motorcade» pontificia nella decapottabile nera targata SCV 1 ; l'arrivo in piazza, l'Angelus (il testo era decisamente più lungo dell'usuale, a metà strada fra un vero Angelus e un discorso), il palco davanti alla chiesa parrocchiale. In più hanno costruito una passerella a ferro di cavallo, in legno, così che Papa Wojtyla possa incontrare i fedeli, stringere mani, benedire, tornando poi in direzione della canonica. Hanno sommerso il Papa di regah: «amari» delle erbe locali, miele, due cesti di formaggi, salumi e altri prodotti bornesi, ceramiche, un «bastone camuno», angioletti intaghati, targhe d'oro, medaglie di bronzo «che raffigurano un po' lo Spirito Santo»; e infine Elisa, in carrozzella, gli ha portato un cesto dei tanto amati (dal Papa) funghi porcini. «Grazie per tutti questi doni ha improvvisato il Pontefice - Il Papa si è arricchito. Forse troppo. Vedo adesso come aveva sempre ragione mons. Re vostro compaesano che mi diceva venga a Borno, venga in Valcamonica». Dopo il pranzo (salumi nostrani, gnocchetti alla paesana, casoncelh alla Camuna, risotto con funghi porcini, bocconcini con funghi e polenta, tagliata di manzo, formaggi, frutta e dolce) e il riposino pomeridiano, come nei viaggi «veri» è apparsa la Papamobile, quella bianca: Giovanni Paolo II si è recato fra gli applausi a Croce di Salven, nella baita di legno costruita dal nonno di mons. Re. Un luogo rustico, rusticissimo. Ha preso il tè nel giardino dietro il capanno, con biscotti e torte fatte in casa, prima della foto ricordo: il Papa al centro, mons. Re da un lato, dall'altro Matteo Re, il papà novantenne del Sostituto alla Segreteria di Stato. Dietro le sorelle, il fratello e i nipoti. Un'ultima sfilata in Papamobile, poi l'elicottero e il ritorno, sotto una pioggia leggera, a Lorenzago. E' passato sopra l'Adamello, e ha ricordato un suo vecchio amico scomparso. «Il Papa ha fatto riferimento proprio in questi giorni al presidente Pertini» ha detto Joaquin Navarro Valls, ricordando la «gita» sugli sci di Papa Wojtyla sull'Adamello, neh" 84. «Ha fatto riferimento a quell'occasione, e ad altre occasioni in cui all'inizio del suo pontificato ha potuto recarsi sulle piste di sci». Martedì le vacanze finiscono. Al Papa dispiace? Risponde Navarro: «Mi pare che sia diviso fra il richiamo del dovere, essere vicino al Vaticano per continuare il suo lavoro e il richiamo enorme per lui di queste montagne, dove in modo particolare lui si ritempra, si riposa e prega con un'intensità tutta particolare. Lui nelle montagne vive non soltanto un'emozione estetica ma c'è qualche cosa di più». Vaticano prigione dorata? «Potrebbe essere così, probabilmente; non l'ho mai sentito dire così esplicitamente da lui, ma è chiaro che è un posto di lavoro con un'intensità di lavoro enorme». Marco Tosatti

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