La coerenza di un italiano medio di Massimo Gramellini

La coerenza di un italiano medio Uno dei padri della sado-tv, ha evitato volgarità e pudore La coerenza di un italiano medio PER un italiano su sei Alberto Castagna è uno dei personaggi carismatici del nostro tempo, insieme al Papa, a Lady Diana e a pochi altri. Prima di mettersi a ridere o a piangere, due reazioni entrambe molto snob, sarebbe meglio capire il perché. Per quale ragione, in un'epoca di facce che perdono continuamente la faccia, quel signore coi baffi, le meches e il sorriso stereotipato da sciupafemmine sia riuscito per tanti anni a conservare intatta la sua, senza mai perdere credibilità presso quei dieci milioni di nostri connazionali che ne hanno decretato la fortuna. Ha detto una volta Maurizio Costanzo: «Solo Castagna può salutare il suo pubblico alla fine della trasmissione dicendo: "Mi raccomando, eh, questa settimana fate i bravi!" Se lo facessi io, mi prenderebbero a pernacchie». E' vero. Nessun altro divo della tv potrebbe pronunciare impunemente una frase del genere, perché la gente si accorgerebbe subito della finzione, dell'artificio, della mancanza di coerenza. Il segreto del Castagnaccio è tutto lì. La coerenza. L'essere assolutamente identico a quello che sembra. Un italiano medio. Belloccio, simpatico, non intellettuale ma neanche stupido. Un animatore da Club Med. Un Fiorello con la cravatta. Uno che ama le donne da adulto, ma appena le sposa retrocede a bambino, trasformandole in mamme. Quella da cui si era separato continuava a vivere nel suo stesso palazzo, al piano di sotto, sempre pronta a soccorrerlo. Il sogno di tutti i maschietti latini di fine secolo, che infatti non hanno mai visto in Castagna un rivale, semmai un complice, e sono andati a ingrossare le fila prevalentemente femminili dei suoi ammiratori. Il male che gli ha spaccato il cuore alimenterà il suo mi¬ to. Il mito di un Cupido che i cuori li ha dovuti sempre maneggiare per mestiere, inventandosi un ruolo di telegiornalista dei sentimenti che prima di lui non esisteva. Castagna ci ha marciato alla grande, ascoltando con le pupille dilatate le storie di ordinaria sfiga che centinaia di disperati non meno narcisi di lui andavano a rovesciargli addosso nella piazza dei «Fatti vostri» e poi sul camper di «Stranamore». Ci rassicurava la convinzione che quelle storie fossero quasi tutte finte. Ma ci rassicurava soprattutto che a confezionarle fosse lui. A tranquillizzarci, in fondo, era la sua italica faccia da schiaffi col lieto fine incorporato, per cui anche quando la porta di «Stranamore» si richiudeva senza che fosse apparso nessuno, eravamo certi che a consolare l'amante deluso ci avrebbe poi pensato Castagna, magari combinandogli un appuntamento con qualche amica sua. Castagna è sicuramente uno dei padri della sado-tv che trae godimento dai dolori e dai patimenti altrui. Ma come tutti i padri ha conservato una sobrietà di tocco che i suoi eredi hanno smarrito, sdilinquendosi in lacrime finte, urlacci belluini e beceraggini assortite. Non è un titolo di merito. E' un dato di fatto. C'è una terra di nessuno fra la volgarità e il pudore che è difficile riuscire ad abitare senza sconfinamenti. Castagna ci riesce. O ci riusciva. Il verbo lo deciderà il destino. Massimo Gramellini Visto dai maschi come un complice costruttore di storie di ordinaria sfortuna

Persone citate: Alberto Castagna, Castagna, Cupido, Diana, Maurizio Costanzo