Lampedusa, l'assedio dei disperati

Lampedusa, l'assedio dei disperati Bloccati sull'isola trecento immigrati, dall'inizio del mese ne sono arrivati duemila Lampedusa, l'assedio dei disperati Maxisbarco nella notte, è allarme sanità LAMPEDUSA. E' ormai un bollettino di guerra la cronaca degli sbarchi di clandestini sull'isola siciliana. Tra sabato e ieri, in tre arrivi a breve distanza uno dall'altro, più di 300 nordafricani senza documenti sono approdati a Lampedusa. Sono tunisini e marocchini, qualche algerino. Durante un rastrellamento sono stati scoperti e bloccati da carabinieri, finanzieri e guardie costiere. Molti hanno provato a nascondersi tra le deliziose calette nella zona settentrionale della bellissima isola, vicino a Gala Pisana. Qui il pilota di un peschereccio di 10 metri è stato arrestato mentre tentava di lasciare le acque territoriali. H battello è stato sequestrato come un altro che da una vedetta della guardia costiera è stato avvistato mentre andava alla deriva, abbandonato dagli occupanti, con il timone bloccato. E mentre si incrociavano le polemiche e si moltiplicavano le preoccupazioni per la situazione a Lampedusa, la pur fitta rete dei controlli in mare non impediva l'arrivo di 28 tra senegalesi, marocchini e algerini in una delle più lunghe spiagge siciliane fra Cava d'Aliga e Sampieri nella zona di Scicli, nel Ragusano. E sei tunisini, poco prima delle 9 sono stati scoperti a Punta Fram, in una delle zone più battute di Pantelleria, subito dopo essere scesi dalla piccola barca a motore con cui avevano attraversato il Canale di Sicilia partendo, pare, dal porto di Kelibia che dista in tutto poche ore di navigazione. A Lampedusa in nottata, poco dopo l'arrivo delle tre ondate di disperati, c'è stata una grande confusione. Il centro di prima accoglienza, sistemato alla meno peggio nell'area portuale, era già al massimo della capienza per 147 tunisini (o presunti tali) bloccati tra venerdì e sabato. Così i nuovi arrivati sono stati trattenuti all'aperto sul molo e alcuni di loro han¬ no mostrato insofferenza per la sistemazione precaria e per non essere stati, a loro dire, rifocillati a sufficienza. Sono seguiti momenti di tensione e alcuni spintoni, ma alla fine ha prevalso il buon senso e i clandestini più nervosi hanno rinunciato alla protesta, riportati alla calma dai carabinieri. Nella stessa mattinata, dopo le visite di rito della guardia medica, poco meno di 300 clandestini sono stati imbarcati sul traghetto della Siremar diretto a Porto Empedocle e da qui sono stati scortati in questura ad Agrigento per le pratiche per l'espulsione dall'Italia. Una espulsione che, data l'impasse che ostacola la piena funzionalità della legge Napolitano-Turco, con ogni probabilità non avverrà mai. Leonardo Denaro, uno dei due sanitari in servizio nella guardia medica lampedusana, furente, ha lanciato l'allarme dopo aver ricordato che nell'ultimo mese nell'isola sono sbarcati oltre 2000 nordafricani, più o meno un terzo dell'intera popolazione dell'isola, la maggiore delle due Pelagie (l'altra è Linosa, talmente piccola da essere esclusa dalle rotte seguite normalmente dai trafficanti di uomini che gestiscono il racket delle traversate nel Canale di Sicilia). «Non siamo più in grado di fronteggiare questa emergenza che meriterebbe ben altro che un posto di guardia medica con due sanitari. Non si contano più le emergenze e le situazioni a rischio. Temiamo anche per noi stessi visto che non siamo vaccinati contro le infezioni tropicali che potrebbero portare i clandestini. Inoltre scarseggiano farmaci e attrezzature. Non abbiamo neppure i vaccini contro il tetano anche se moltissimi clandestini, durante lo sbarco, quando spesso le imbarcazioni finiscono sulle scogliere, si feriscono con rottami arrugginiti e pezzi di vetro». Antonio Ravidà Continua lo sbarco di clandestini a Lampedusa Tra sabato e ieri sono approdati sull'isola in più di trecento

Persone citate: Antonio Ravidà, Gala Pisana, Leonardo Denaro, Napolitano, Sampieri