Nuova fuga nucleare a Sellafield di Fabio Galvano
Nuova fuga nucleare a Sellafield GRAN BRETAGNA Londra sotto accusa mentre ospita una conferenza sull'inquinamento Nuova fuga nucleare a Sellafield Fermigli impianti per il trattamento delle scorie LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'altra fuga di materiale radioattivo, nella centrale nucleare di Sellafield, ha messo in ginocchio l'industria britannica per il trattamento delle scorie. Da giovedì mattina, quando la fuga si è verificata, nel Paese non c'è più un impianto funzionante: gli altri erano già stati chiusi dopo analoghi incidenti. Ma quel che preoccupa gli ambientalisti è la portata dell'ultimo incidente, del quale s'ignorano per ora i particolari ma che certamente susciterà interesse a Sintra, dove da oggi 15 governi europei discuteranno l'aggiornamento della Ospar Convention sull'inquinamento dell'Atlantico nordorientale. E' stato l'clndependent on Sunday» a rivelare l'incidente, che ha costretto la British Nuclear Fuels Limited, società di gestione di Sellafield, a chiudere l'impianto per il trattamento delle scorie nucleari provenienti dai più vecchi reattori britannici. Da settimane, nello stesso stabilimento di Sellafield, è chiuso anche il nuovissimo impianto Thorp, per il trattamento del materiale ricevuto dalle centrali più recenti: anch'esso colpito da una fuga di materiale radioattivo. Anche i tre impianti di trattamento delle scorie presso la centrale scozzese di Dounreay sono fuori combattimento; anche lì, naturalmente, dopo una serie di allarmanti fughe. A Sintra il governo britannico sarà sul banco degli accusati nel tentativo - sostenuto da Irlanda, Norvegia e Danimarca - di ridurre l'inquinamento nucleare a «quasi zero». Una richiesta quasi impossibile da soddisfare, se è vero - come sostengono le organizzazioni ambientaliste che l'inquinamento nucleare del mare presso le centrali bri¬ tanniche è inevitabile. Da anni Greenpeace denuncia l'mquinamento radioattivo del Mar d'Irlanda provocato dall'impianto di Sellafield. In aprile aveva affermato che la radiazione contaminava i piccioni in una zona limitrofa: in quell'occasione la circostanza era stata confermata dal ministero dell'Agricoltura. Alla vigilia della riunione di Sintra la branca inglese del Wwf ha presentato un rapporto sugli effetti dell'inquinamento - non solo nucleare, ma anche chimico - nell'Atlantico del Nord-Est. Numerose specie di molluschi ne subiscono le conseguenze: il 70% dell'inquinamento del mare - afferma il rapporto - ha origine a terra. E' il caso degli impianti di Sellafield, che resteranno presto gli unici in Gran Bretagna. Quelli di Dounreay, infatti, sono già condannati alla chiusura. Fabio Galvano
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