Trilateral protagonista da 25 anni di Luigi Grassia
Trilateral protagonista da 25 anni Anniversario Trilateral protagonista da 25 anni Per ora la celebrazione è discreta: punta sulla circolazione fra un pubblico di vip di un volume che ripercorre i 25 anni di attività e di successi della Commissione Trilaterale. Dopo l'estate ci sarà un convegno a New York per ricordare quel primo incontro del '73 a Tokyo, allorché 300 vip dell'economia e della cultura di Stati Uniti, Europa e Giappone si adunarono per studiare come salvare un sistema capitalista in pre-coma (Vietnam, Watergate, contestazione giovanile, crisi petrolifera e aggressività militare sovietica). Ma in realtà sarebbe corretto retrodatare di qualche mese il quarto di secolo e farlo partire da luglio di un anno prima, che vide una riunione di pionieri fra cui David Rockefeller e Zbigniev Brzezinski in quel di Pocantico (NY). li si gettarono le fondamenta del progetto, si stabilirono le regole del club (per esempio che non potesse farne parte chi aveva cariche pubbliche, per cui l'allora segretario di Stato Henry Kissinger diede solo un'adesione esterna) e cominciò la galoppata nella cronaca, ormai Storia, che fra alti e bassi ha portato al trionfo planetario della filosofia politica ed economica della Trilateral. A posteriori quel successo potrebbe sembrare naturale, quasi nella logica delle cose. Pensarla così significa aver dimenticato in che condizioni era l'Occidente negli Anni 70. Semmai c'è da dire che ripromettersi di governare un sistema complesso come il mondo (nientemeno) semplicemente chiacchierandone fra vip, per un week-end ogni sei-dodici mesi, era una pretesa non da poco. La Trilateral destò anche ironie (il volume che ne racconta la storia riporta caustiche «strip» anti-trilateraliste di Doonesbury, fumetto americano «impegnato») e sospetti di complotto: un paradosso, perché in realtà nell'ambito del governo mondiale del sistema capitalista - ammesso che esista una cosa del genere - la Commissione ha sempre rappresentato l'anima «liberal». A dispetto di tutto, le idee della Commissione hanno marciato spedite. Due anni dopo la sua nascita si riuniva il primo vertice G-7 (chiamiamolo così, benché non fossero ancora sette) a WiJliamsburg; non proprio convocato dalla Trilateral, certo, ma figlio della sua filosofia. Poi Brzezinski diventava segretario di Stato americano e la Commissione, i cui esponenti cambiano continuamente, si consolidava nel ruolo di fucina di leader internazionali (ci sono passati Carter, Bush, Miyazawa, Barre, Lambsdorff, Giovanni e Umberto Agnelli e anche Paolo Fresco, in forza al gruppo americano). Così la Trilateral poteva farsi vanto di aver contribuito a tutti gli avanzamenti del libero mercato e della democrazia occidentale nel mondo. Oggi ne fanno parte, per esempio, Sadako Ogata responsabile dell'Onu per i Rifugiati, Richard Holbrooke mediatore di molte paci, e Renato Ruggiero del Wto. E non è finita: l'intenzione è andare avanti almeno altri 25 anni affrontando i problemi che via via si pongono. Per esempio a Stoccolma, prossimo appuntamento (ristretto al gruppo europeo), si tratterà dell'armonizzazione fiscale in ambito Ue che è 0 passo logico successivo alla moneta unica. Luigi Grassia
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