Strage sfiorata a Gerusalemme di Aldo Baquis

Strage sfiorata a Gerusalemme Il furgone s'incendia prima del tempo. Trattano governo e Anp, dopo un anno Strage sfiorata a Gerusalemme Scoperta un 'auto-bomba nel giorno del negoziato TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Poteva essere la peggiore strage mai avvenuta a Gerusalemme, ed è stata sventata per un puro caso. Un palestinese si è addentrato ieri di prima mattina nella centrale via Jaffa, in quell'ora affollata di israeliani, alla guida di una potente autobomba ma è stato gravemente ustionato dalla prematura attivazione di un componente dell'ordigno. La strage doveva avvenire a un anno da un massacro simile compiuto a Gerusalemme da due kamikaze islamici nel mercato ortofrutticolo di Mhane Yeuda e 12 ore prima della drammatica ripresa a Tel Aviv di negoziati diretti israelo-palestinesi, dopo una sospensione protrattasi per un anno. Il fallito attentato - che è stato condannato duramente sia dal premier Benyamin Netanyahu sia dal presidente palestinese Yasser Arafat - non è stato rivendicato da alcuna organizzazione politica. Ma l'identità dell'autista palestinese è nota: «Sappiamo chi è, da dov'è venuto e quali intenti aveva» ha confermato il ministro per la sicurezza interna Avigdor Kahalany. Secondo fonti ufficiose il palestinese si chiama Jalal Rumani, è un islamico praticante, e risiede nella zona di Ramallah. La settimana scorsa un leader della Jihad islamica, Abdallah Shami, aveva auspicato la ripresa degli attentati islamici nelle città israeliane La scorsa settimana anche il leader di Hamas, sceicco Ahmed Yassin, aveva solleci- tato un inasprimento della lotta armata contro Israele. Erano le otto e mezzo del mattino quando gli avventori del caffè Nava hanno notato che nel mezzo della via Jaffa alte fiamme avviluppavano un furgone bianco. Nella cabina l'autista appariva in forte difficoltà: alcuni passanti hanno forzato la portiera e lo hanno estratto quando ormai era privo di conoscenza. Un'occhiata è bastata a far inorridire un agente sopraggiunto sul posto: nel vano posteriore si scorgevano tre bombole di gas, centinaia di litri di combustibile e 30 chilogrammi di chiodi. A quanto pare, il furgone prove¬ niva da Gerusalemme Est e aveva compiuto un tragitto di pochi chilometri. La zona circostante è stata isolata in un raggio di oltre un chilometro, mentre artificieri provvedevano a neutralizzare la carica. Se l'autobomba fosse esplosa, la sua fiammata avrebbe investito un tratto di strada lungo 80 metri. L'episodio è stato qualificato come «estremamente grave» da Netanyahu, che si è tuttavia astenuto dall'imputarne automaticamente la responsabilità all'Autorità nazionale palestinese. In termini politici, Netanyahu ha trovato comunque la conferma della as¬ soluta necessità per Israele di raggiungere con i palestinesi un accordo che garantisca «la pace e la sicurezza assieme» e che «riduca al minimo le zone autonome palestinesi che fungono da rampa di lancio per i terroristi». La notizia della sventata strage ha raggiunto Arafat mentre era a colloquio a Ramallah con una delegazione di pacifisti israeliani guidata da David Kimche, un ex agente segreto del Mossad ed ex direttore generale del ministero degli Esteri. «Facciamo il cento per cento degli sforzi per impedire incidenti del genere ha garantito il leader palesti¬ nese, anche se non sempre si può raggiungere il massimo dei risultati». In termini generali Kimche si è stupito nel constatare che Arafat ritenga che israeliani e palestinesi finiranno per concludere un accordo di pace «perché - ha spiegato il Rais questo è il volere dei due popoli». Sul breve termine restano però ostacoli seri. Ne hanno parlato la scorsa notte a Tel Aviv il «pragmatico» del governo israeliano - il ministro della Difesa Yitzhack Mordechai - e il «moderato» della leadership palestinese, Mahmud Abbas. All'ordine del giorno c'era la proposta avan¬ zata dai mediatori statunitensi: Arafat l'ha già accolta, mentre Netanyahu vorrebbe «migliorarla». Ad Abbas Mordechai ha proposto di avviare negoziati «a oltranza» per concludere un'intesa entro la fine del mese. Secondo Netanyahu l'impresa è realizzabile anche se un ministro importante Ariel Sharon, infrastrutture nazionali - è tornato a escludere di recente un ritiro israeliano superiore al 9 per cento della Cisgiordania: dimensioni lontane da quelle richieste dai palestinesi e dal 13 per cento suggerito dagli americani. Aldo Baquis

Luoghi citati: Cisgiordania, Gerusalemme, Gerusalemme Est, Israele, Tel Aviv