Un giudice: il fumo passivo non fa ammalare di cancro
Un giudice: il fumo passivo non fa ammalare di cancro Sentenza controcorrente in America Un giudice: il fumo passivo non fa ammalare di cancro Gli industriali del tabacco esultano L'Epa: i danni delle sigarette sono noti NEW YORK. Un giudice federale ha contraddetto un clamoroso rapporto in cui l'«Environmental Protection Agency» (Epa) inserì cinque anni fa il fumo passivo tra gli agenti più cancerogeni. Il rapporto dell'Ente federale per la protezione dell'ambiente risale al 1993: all'epoca suscitò furiose polemiche perché equiparava il fumo passivo ad agenti cancerogeni come il radon e lo rendeva responsabile di circa tremila morti per cancro ai polmoni ogni anno. L'industria del tabacco era passata subito al contrattacco accusando lo studio dell'Epa di essere «scienza spazzatura». Dopo appelli e contro-appelli il caso era finito nelle mani del giudice Thomas Osten della Corte Distrettuale della North Carolina. Il suo verdetto sabato ha lasciato esterefatti gli attivisti anti-fumo ed i ricercatori perché, accogliendo la tesi dell'industria del tabacco, scredita l'Epa accusandola di essersi lasciata influenzare da posizioni di parte. Inteivistata a caldo dal «Washington Post», l'amministratrice dell'Ente federale per l'ambiente Carol Browner ha polemizzato con la decisione del giudice e ha annunciato un appello: «E' ben noto che il fumo passivo causa problemi reali a bambini e adulti. Dovrebbe essere un imperativo nazionale proteggere la popolazione dai danni provocati indirettamente dal tabacco». Da parte sua l'industria del tabacco, i cui bilanci superano molti bilanci nazionali e che muove una lobby potentissima, naturalmente ha esultato: «E' una decisione molto importante che porterà l'Epa a far marcia indietro», ha dichiarato Michael York, un avvocato della Philip Morris invitando gli scienziati federali a tornare al tavolo della ricerca «e a riesaminare le statistiche che porteranno a un ridimensionamento dei rischi-cancro». La lobby del fumo ha ragione a esultare: il verdetto del giudice potrebbe avere infatti conseguenze enormi. E' probabile ad esempio che faccia rialzare la testa ai nemici del divieto di fumo in luoghi chiusi, ormai una norma in vigore da una costa all'altra dell'America. Potrebbero avvalersene anche i rappresentanti dell'industria del tabacco che sono stati portati in giudizio più volte a causa dei danni provocati dal fumo passivo: una recente causa celebre ha visto protagonisti gli assistenti di volo che, grazie a un accordo extragiudiziario, di sono visti assegnare un risarcimento di 300 milioni di dollari. In base all'accordo tuttavia, il personale delle compagnie aeree dovrà dimostrare in tribunale di esser stato vittima delle sigarette dei passeggeri: un'affermazione che sarà difficile sostenere senza il sostegno della validità dello studio dell'Epa. La sentenza del giudice federale entra nel merito del rapporto diretto fumo passivo cancro, ma non smentisce tutti gli altri rischi che corrono i non fumatori a causa di questa abitudine voluttuaria. Un recentissimo studio pubblicato dalla rivista «Circulation» dell'Associazione americana per la cardiologia, dimostra ad esempio che le persone esposte al fumo delle sigarette subiscono gravi danni al loro equilibrio biologico, con un forte aumento del rischio di contrarre malattie alle coronarie e incorrere quindi in crisi cardiache. Per non parlare dei 300 mila bambini sotto i 18 mesi che ogni anno, secondo l'Epa, contraggono l'asma a causa del fumo dei genitori. [AdnKronos-Ansa]
Persone citate: Carol Browner, Michael York, Philip Morris, Thomas Osten Della Corte
Luoghi citati: America, New York, North Carolina
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