«E' Porci di dire basta la città deve essere difesa» di Maurizio Tropeano

«E' Porci di dire basta la città deve essere difesa» REAZIONI L'ALLARME DEL SINDACO «E' Porci di dire basta la città deve essere difesa» E' TORINO arrivato il momento di dire basta. Di tracciare una chiara linea di divisione. Ci troviamo di fronte ad un salto di qualità: qui non si parla più di micro-criminalità ma di macro-delinquenza. Di bande criminali che non hanno paura di sparare, nemmeno quando corrono il rischio di colpire persone innocenti. A questo punto serve anche un salto di qualità nell'azione di repressione del Governo». Le parole di Valentino Castellani, sindaco della città, e del suo vice, DomentcoXareàninì, si sovrappóngono, si confondono e si uniscono nel lanciare questo grido diraUarme verso Roma: «Servono più uomini e più mezzi ma anche un'azione di intelligence che scopra chi sta dietro queste bande di criminali. Se sono stranieri devono essere cacciati». Castellani pronuncia queste parole a pochi passi dalla sala di rianimazione dove l'equipe medica delle Molinette cerca di tenere in vita Federica Ferrerò. Castellani e Carpanini hanno abbandonato un'impegnativa verifica politica per recarsi in ospedale, verificare le condizioni della ragazza, portare una parola di conforto ai genitori. Il sindaco non vorrebbe parlare: «Sono sconvolto», dice a fatica, pallidissimo in volto. Caccia i fotografi che lo vogliono immortalare mentre abbraccia il padre della ragazza: «Per favore lasciateci soli, almeno in questo momento». Poi arrivano le domande dei giornalisti: «Non è che Torino sta diventando come Napoli?». «Signor sindaco, non siamo al Far West?». «Professore che cosa fa la città?». E anche le prime risposte da parte del sindaco: «Per fortuna non siamo nella situazione di Napoli. Certo però che quando Bassolino ha chiesto l'esercito Roma lo ha mandato. Noi non chiediamo i militari ma, ap- punto più forze di polizia, un lavoro di qualità. Perché ormai ci troviamo di fronte a vere e proprie bande di criminali». La verifica politica è alle spalle. Adesso c'è un problema su tutti: garantire l'ordine e la sicurezza dei cittadini anche perché «il lassismo - spiega Carpanini - porta dritti al razzismo». Negli ultimi giorni l'escalation criminale è diventata più sensibile. Sono stati due gli episodi in cui tranquilli cittadini hanno rischiato di perdere la vita: due sabati fa, vicino a Porta Palazzo, un giovane infermiere si è visto la gola tagliata da un marocchino dopo che era sceso dall'auto, bersagliata da bottiglie vuote, per chiedere i spiegazioni. Ieri la sparatoria che ha coinvolto Federica. E a questi due episodi si deve aggiungere il sovraintendente di polizia sfregiato da un marocchino nel corso di un'operazione di perlustrazione di Porta Nuova. I provvedimenti di repressione? Nella zona di Porta Palazzo da alcuni giorni è in vigore il divieto di vendita per asportazione di bottiglie di birra in vetro. Poca cosa. Ecco allora le telefonate, quattro, forse di più, con il ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano. Prima per chiedere un colloquio urgente - che si svolgerà stasera al Viminale al ritorno della visita a Pescara di Napolitano - poi per ottenere un segnale immediato: oggi sarà a Torino il vice capo della Polizia il prefetto Rino Mona- co. Carpanini insiste su quella parola: «Salto di qualità. Servono uomini e mezzi. In Questura ci sono agenti che hanno 21 turni di riposo saltati. L'innesto di nuove forze permetterebbe di liberare uomini, per le indagini. In questi casi, infatti, non basta controllare solo il territorio, servono indagini per contrastare prostituzione e spaccio i cui proventi servono a costruire il potere di queste bande criminali». E il sindaco chiede anche «effettività nell'applicazione delle sanzioni previste dalle leggi»». Il suo vice sollecita la magistratura: «In questi episodi si chiamano in causa prima il Sindaco, poi il Prefetto e infine il Questore. Ma ci sono azioni che spettano ai magistrati». E anche Raffaele Costa, candidato sindaco del Polo, chiede l'intervento dei giudici: «La magistratura torinese - che ha già dato prova di capacità e incisività - ha il difficile compito di colpire omissioni, ritardi, lacune della stessa pubblica amministrazione». Costa paragona Federica Ferrerò a Marta Russo - «anche lei colpita vigliaccamente ma in questo caso da criminali - sovente clandestini - che agiscono indisturbati» - e invita il Comune ad evitare «le lacrime di circostanza». Prosegue: «Sta cambiando rotta? Benissimo. Per intanto si chiudano le porte della città a nuovi arrivi di extracomunitari e basta con i finanziamenti a chi si dedica all'accoglienza indiscriminata. Non siamo al Far West ma neppure troppo lontani». Maurizio Tropeano «Vogliamo avere più uomini e mezzi contro un crimine che ha fatto il salto di qualità» PTucnrpdcpd

Luoghi citati: Napoli, Pescara, Roma, Torino