Far West a Torino, rogano in fin di vita di Angelo Conti
Far West a Torino, rogano in fin di vita Il colpo di pistola esploso l'altra notte durante il regolamento di conti Èra bande albanesi Far West a Torino, rogano in fin di vita Stava passeggiando, colpita da un proiettile per sbaglio TORINO. La serata in discoteca, un cappuccino a notte fatta, poi a casa. Ma Federica Ferrerò, 23 anni, di Moncalieri, un grosso centro alle porte di Torino, a casa non è mai arrivata. Alle 3,50 di domenica mattina, in piazza Carducci, a due passi dall'ospedale Molinette, un colpo di pistola esploso durante un regolamento di conti forse tra bande albanesi le ha trapassato il fegato, lesionando polmoni e arteria addominale e sfiorando la spina dorsale: sottoposta a un intervento chirurgico durato oltre 8 ore è in condizioni disperate. Gli sparatori sono fuggiti L'episodio ha sollevato grande impressione in città. Pochi giorni fa, in pieno centro, un automobilista ha rischiato di morire, la gola squarciata dai cocci di una bottiglia che un giovane extracomunitario ha usato come arma. Così, senza un perché. La reazione di parenti ed amici della ragazza, è anche quella degli abitanti di una zona normalmente tranquilla, comunque più tranquilla di altre: «Questa non è una città, è un territorio di guerra. Gli spari sono stati tantissimi, quasi a raffica. Nessuno ci protegge. Al posto di Federica avremmo potuto esserci tutti». Il sindaco Castellani, informato solo al- l'ora di pranzo, ha poi telefonato ai medici del Dipartimento di Emergenza delle Molinette, ed ha successivamente compiuto una visita, in serata, ai genitori della ragazza, Adriano, tipografo a Beinasco, ed Andreina, dipendente Seat. Federica è la loro unica figlia. La Squadra Mobile è al lavoro. Il dirigente Salvatore Mulas ha coordinato, per tutta la giornata, l'attività dei suoi uomini: «Gente che spara in questo modo, senza alcun rispetto per la vita altrui, merita di essere presa subito». Particolarmente prezioso potrebbe risultare il contributo della squadretta che segue la criminalità albanese e le faide legate alla prostituzione. Non mancano le difficoltà: in piazza Carducci, nonostante l'ora, c'era ancora gente, ma la zona dei giardini risulta particolarmente buia. Un paio di barboni, che dormono sulle panchine, hanno riferito di avere intravisto un Fiorino bianco davanti al supermercato Standa: a bordo un ragazzo e una ragazza, probabilmente albanesi, lei con minigonna ridottissima. Altri due uomini, forse anch'essi albanesi, hanno cominciato a sparare contro di loro: almeno una dozzina i colpi esplosi all'impazzata, fra le piante. Uno di questi ha raggiunto Federica che si trovava una decina di metri più lontano, appena scesa dalla Uno di un'amica, all'incrocio fra via Gavello e Piazza Carducci. La ragazza, insieme a quattro amiche (Barbara Agosti, 24 anni, commessa; Elisa Gosso, 23 anni, commessa; Tamara Stuparich, 22 anni, allieva regista e Giusy Stranieri, 26 anni, psicologa) si stava dirigendo verso la cremeria «La Mela Stregata» per il cappuccino che avrebbe chiuso una nottata trascorsa in gran parte al Coco-Village di Moncalieri. Barbara Agosti, che era al volante della Uno, racconta: «Eravamo appena scese, ho subito pensato a petardi, poi ho visto nel buio dei giardinetti le fiammate della pistola. Un attimo mi sono accorta che Federica era a terra». Il primo a soccorrere la ragazza, forse l'uomo che le ha salvato la vita, è stato il gestore de La Mela Stregata, Michele Biancorosso, 35 anni: «Stavo servendo i clienti nel dehors. Appena ho sentito gli spari ho gridato a tutti di buttarsi sotto i tavolini, poi sono corso verso la ragazza che era stata colpita. Avevo un tovagliolo in mano, e con quello ho tamponato la ferita. Lei era cosciente, ripeteva che sentiva un forte bruciore al ventre. Ho cercato di chia- mare il 118, ma abbiamo perso del tempo: volevano il mio numero di telefono, mentre c'era un disperato bisogno di un'ambulanza. Poi è arrivata anche la polizia. Comunque siamo riusciti a portare la ragazza al Pronto Soccorso in pochi minuti». Forse rapidità e vicinanza dell'ospedale sono servite a scongiurare una fine drammatica: «La ragazza aveva perso moltissimo sangue - ha spiegato Vico Mastroianni, chirurgo del Dea - e due equipe l'hanno sottoposta a una lunghissima operazione. All'inizio la situazione pareva senza speranza, poi la reazione della ragazza ci ha un po' confortato. Ma anche dopo l'operazione la situazione resta critica. Potrebbero insorgere molte complicazioni diverse». Alle Molinette, per tutta la mattina, è stato un via vai di amiche. Serena Agosti, 23 anni, ha sottolineato il carattere di Federica: «Serena, dolce, anche un po' timida. Nel corso della serata era contenta perché lunedì scorso aveva preso 30 di Sessuologia, una delle materie più ostiche del quarto anno di Psicologia. Le mancano solo sei esami alla laurea». Angelo Conti Massimiliano Peggio Era con le amiche La sparatoria davanti a un bar in zona Molinette I testimoni «L'obiettivo era una coppia su un furgone» Sotto i genitori di Federica Ferrerò. A destra la ragazza ferita
Luoghi citati: Beinasco, Moncalieri, Torino
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