II fruttivendolo e il Colle di Filippo Ceccarelli

II fruttivendolo e il Colle IL PALAZZO II fruttivendolo e il Colle cui A insomma: .chi è, come si chiama, com'è fatto, cosa pensa, dove lavora e - soprattutto - esiste davvero il fruttivendolo che ha avvalorato i dubbi di Marianna Scalfaro sui giudici che ce l'hanno un po' troppo con Berlusconi? Singolare caso di comunicazione politica, con opportuna tinteggiatura di giallo, a partire dal percorso istituzionale attraverso un'opinione espressa alla figlia del Capo dello Stato dal banco di un mercato finisce per animare le cronache di Palazzo in giorni cruciali e anche tempestosi. Incerta resta per l'ora l'identità compiuta del fruttivendolo che pur non avendo votato Forza Italia è ora solidale con il Cavaliere; mentre il mercato, inizialmente collocato alle spalle del Quirinale, sembra essere in realtà quello più periferico di piazza San Giovanni di Dio. La scoperta si deve ai cronisti del Giornale, che pure avrebbero identificato in un certo signor Mario, con una voglia sulla' fronte; donde l'inevitabile soprannome di «Gorbaciov», il «consigliere» di Marianna. Ma poi il quotidiano berluscbnìahb s'è lasciato un po' prendere, e spostata l'indagine in un altro mercato ancora, a piazza Carlo Alberto, ha trionfalmente sottotitolato: «Qui molta gente è di sinistra, ma adesso pensa di votare Polo». Con U che la faccenda dell'oracolo ortofrutticolo del Quirinale, rivelatore dei sentimenti profondi della «gente comune», rischierebbe di ridursi a misera propaganda. Mentre invece si può utilmente riagganciare ad altra analoga e misteriosa figura di commerciante in carne ed ossa posta all'attenzione delle cronache politiche e istituzionali: la lattaia di Prodi. Il presidente del Consiglio la evocò mesi orsono a proposito dell'annunciato progetto di liberalizzazione del commercio. «Anche la mia lattaia - disse - è favorevole». Ma anche allora si tentò invano di individuarla (fotografarla, intervistarla). Nel quartiere bolognese dove vivono i Prodi, anzi, il Resto del Carlino trovò così tanti laascepmcdpssliscilclstspddsadmpascDcdVd lattai - alcuni pure contrari alla liberalizzazione - da far sospettare che la fantasia del capo del governo si fosse esercitata su questa figura per ammantare il provvedimento di un sicuro e massiccio consenso popolare. Così impongono le più ardite evoluzioni del messaggio politico in un sistema che sempre più si nutre di costruzioni simbolico-artificiali, suggestioni immateriali, strategie di persuasione ai confini dell'irrealtà. Per cui, in altre parole, l'entusiastica lattaia di Prodi e magari anche il fruttivendolo filo-berlusconiano di Marianna finiscono per essere più importanti della loro' stessa esistenza. Fermo restando che il premier e la figlia del Presidente si fanno la spesa da so- Anche Leoluca Orlando, d'altra parte, usa farcire i suoi discorsi con riferimenti a tale Giovanna, «mia vicina di casa», che nessuno però ha mai visto. Pure Bertinotti, per darsi ragione, richiamò alla Camera un vivido «cassintegrato di Brescia», poi accolto anche nei discorsi di D'Alema e Prodi come si accoglie un lontano parente della famosa «casalinga di Voghera». Si allunga dunque la Usta dei mini-testimonial della «gente comune» a disposizione di una politica così separata dalla vita quotidiana della gente da aver bisogno di personaggi immaginari per una fuga - estremo paradosso - nella realtà. C'era una volta la cuoca di Lenin. Rischiano oggi di esserci l'idraulico di Buttigliene, il barbiere di Cossiga, il vinaio di Veltroni, il tappezziere di Fini, il dentista di Segni. Filippo Ceccarelli

Luoghi citati: Brescia, Voghera