L'autodifesa di Flick «Non partiamo da zero»

L'autodifesa di Flick «Non partiamo da zero» L'autodifesa di Flick «Non partiamo da zero» IL CASO IL DIBATTITO SULLA GIUSTIZIA NAPOLI I L 18 maggio del 1996, quan■ do Prodi ha prestato giuramento, un cittadino, un lavoratore, ha iniziato un procedimento giudiziario. Ventisei mesi dopo, l'Italia è entrata in Europa, ma quel cittadino, quel lavoratore, aspetta ancora la prima udienza». Il ministro della Giustizia Flick incomincia in suo intervento alle assise sulla giustizia dei ds con questo esempio volutamente emblematico. «La durata dei processi in Italia deve essere il parametro di Maastricht della Giustizia», rilancia Flick, accusato larvatamente di inerzia durante il convegno. «Eppure non partiamo da zero - si difende il ministro. Dobbiamo fare di più, ma molto è stato, viene fatto, anche se i risultati non sono ancora visibili ai cittadini perché bisogna anche pensare alle riforme di struttura». E Flick cita le norme per arrivare al giudice unico, gli accordi con la Svizzera sulle rogatorie. «Mi chiedo se su altri provvedimenti sia giusto restare indietro quando l'accordo c'è all'80%. Il governo deve mediare, è stato detto, ma è stato anche fatto», ribatte polemico il ministro, alludendo alle divergenze nella maggioranza che il governo ha cercato di comporre sia pure, a volte senza risultato. I Ds hanno avanzato il grande progetto di una riforma del codice penale, non una semplice depenalizzazione ma un sistema nuovo di sanzioni e mediazione dei conflitti che superi la pure e semplici pene carcerarie del vecchio codice Rocco. Flick si dice d'accordo. «Si tratterà di vedere che percorso seguire, se disegno di legge delega sotto il controllo del Parlamento, come per la riforma del codice di procedura penale», suggerisce, in alternativa alla commissione bicamerale proposta da Polena. II ministro Flick è anche d'accordo sul riordino della legislazione anti-mafia, una richiesta già avanzata peraltro da tutti gli investigatori impegnati nella lotta alla criminalità organizzata, a cominciare dal procuratore di Palermo Caselli. «H varo del gruppo di lavoro annunciato da 1 Folena è imminente», precisa ancora il ministro. Al quale non appare più rinviabile neppure l'altro obiettivo dei Ds: un aggiornamento del diritto societario ed economico «che favorisca il fare, ma soprattutto elimini quelli che possono essere alibi per chi vuole falsare il mercato della libera concorrenza», puntualizza Flick, aggiungendo che «abbiamo dei doveri imposti dalla nostra appartenenza europea, di trasparenza nei patrimoni e nelle società». E questi sono gli unici cenni del ministro al tema caldo della depenalizzazione del reato di finanziamento ai partiti e del falso in bilancio. Un argomento sul quale la sua posizione sembra più vicina alle riserve dei giudici e parlamentari più «rigoristi» per i quali eventuali depenalizzazioni sono ammissibili solo all'interno di un progetto più generale di riforma. Dopo di lui, D'Alema farà due proposte non da poco: il «doppio binario» per i processi contro la mafia, che lasci al pm la discrezionalità di scegliere per quale binario optare, un'idea cara a Caselli, ma non certo al Ppi. E, per il finanziamento illecito dei partiti, il segretario ds si spingerà a proporre il decadimento dalla carica di parlamentare come pena alternativa al carcere, e un «organo di controllo» che decida in materia, come esiste in Francia. Flick non può ribattergli. «Ho scelto di operare senza clamori» insiste ancora. E svela di aver avviato ben 129 azioni contro 143 magistrati ed emanato due circolari, il 9 e il 12 luglio, sul rilevamento della produttività dei giudici. Un altro tema caldissimo, questo dell'«intensità» e della «qualità» del lavoro dei magistrati», sul quale sono intervenuti in diversi nei giorni scorsi, come Giuseppe Ayala. Ieri c'è ritornato sopra anche il vicepresidente del Csm Carlo Grosso. Che da un lato ha difeso i giudici («è intollerabile che settori del mondo politico li aggrediscano»), dall'altro li ha richiamati a un «maggior impegno nel lavoro»: «questo sì è un rimprovero che i politici possono giustamente fare ai magistrati». Grosso si è detto anche perplesso sulla depenalizzazione del finanziamento pubblico ai partiti e falso in bilancio: «Ca pisco gli obiettivi politici, ma mi domando quale sia la strada tecnicamente migliore». La stessa obiezione avanzata dal ministro dell'Interno Giorgoio Napolitano. Che ha difeso l'operato del governo, accusato a volte dai giudici di «abbassare la guardia» nella lotta contro la mafia (Napolitano ha chiesto con quei giudici un confronto ravvicina to) e ha insistito sulla necessità di tenere aperto il dialogo con l'opposizione. «La linea indicata da Folena è sicuramente difficile, ma bisogna insistere in un pacato confronto». Maria Grazia Bruzzone 11 presidente del Comitato per i Servizi «Questo piano rivela una visione antidemocratica» «Già Craxi teorizzava che quando si vuole insabbiare un problema si ricorre a una commissione di esperti»»' Qui sotto il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick A destra Franco Frattini presidente del comitato sui Servizi

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