PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI di Lorenzo Mondo

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI LUNGHE le sere, nei giorni più lunghi dell'anno, fresche le notti, addolcite dall'aria di vacanza che si insinua, come volatile ebbrezza, nei pensieri di chi lavora, figuriamoci di chi può disporre liberamente del proprio tempo. Quando il tirar tardi è soltanto il surrogato o il preludio della vagheggiata partenza. Federica è andata in discoteca con tre amiche: si trova in compagnia, non ha dato confidenza a sconosciuti, le notizie dei giornali e le raccomandazioni della famiglia sono, nel caso, sprecate. Ha 23 anni, è studentessa di psicologia ed ha appena dato, con ottimi risultati, un esame di sessuologia. E' naturale che abbia voglia di rilassarsi, di divertirsi. Prima di tornare a casa, alle tre e mezzo del mattino, le amiche decidono di fermarsi a un bar, tra i pochi ancora aperti a quell'ora: dopo l'eccitazione assorbente della musica, il ballo, il chiacchiericcio e il riso in gara coi decibel, hanno bisogno di un cappuccino. Sono in piazza Carducci, a due passi dal maggior ospedale di Torino, un posto solitamente tranquillo. Non è Porta Palazzo, San Salvario, i Murazzi dove capita di essere sgozzati con Lorenzo Mondo CONTINUA A PAG. 5 SETTIMA COLONNA