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L'amore a sette piani /Americani L'amore a sette piani WILLIAM Solomom, di NewYork, non trovava moglie. Scapolo, 37 anni, posizionato, una bella casa a Manhattan e il poster di Marilyn. Si mise in moto la mamma ebrea, il genere più terribile di piazzi sta matrimoniale esistente in America. Fece di tutto, perfino intrattenere corrispondenza a nome di William con candidate che, stranamente, quando lo incontravano sembravano sapere tutto di lui. Invano. Poi, un giorno chiamò la sua vecchia fiamma Ted Kimmelmann, anche lui rigorosamente ebreo, capitano della squadra di football di cui lei era stata cheerleader. Lei disse: «Ho un figlio zitellone, aaahh...». Lui disse: «Ho una figlia zitella, eeehhhh...». Lei: «Abita a Manhattan». Lui: «Anche mia figlia». Lei «Quinta strada e quindicesima». Lui: «Pure la mia Hillary». Lei: «Quarto piano». Lui, con un sospiro di sollievo: «Undicesimo». Insieme: «Facciamoli incontrare». William e Hillary (proprio come i Clinton) sbatterono giù il telefono ai rispettivi sensali, ma comincia rono ad aggirarsi incuriositi nell'ingresso, a osservare le cassette della posta, a salire guardinghi le scale. Una sera di pioggia lui telefonò sette piani più sopra e invitò Hillary a bere un calice di vino. Lei accettò, poi ci ripensò, poi si preparò, poi si svestì, poi cambiò idea, poi aspettò, poi trattenne il fiato e andò. Era passata un'ora e mezzo. William aprì la porta sorridendo e chiese: «Trovato traffico in ascensore?». Dicono che se fai ridere una donna nei primi 30 secondi, è fatta. Quando lei tornò a casa, il telefono suonò. Era lui: «Volevo essere sicuro che tu fossi rientrata sana e salva». Se ride anche negli ultimi 30 secondi è strafatta (l'importante, pare, è che non rida durante). Lui le ha chiesto di sposarlo su una mongolfiera in volo sulla California. Vivono felici allo stesso indirizzo, hanno mantenuto i due appartamenti, per ragioni sentimentali e ogni sera prendono l'ascensore per fare l'amore. Gabriele Romagnoli