Il re delle vacanze sedotto da Minorca
Il re delle vacanze sedotto da Minorca Guglielmo Isoardi: ma l'estate la passo in ufficio a lavorare Il re delle vacanze sedotto da Minorca Mister Mpitour. bella come i Caraibi e senza folla GUGLIELMO Isoardi, amministratore delegato dell'Alpitour, è nel suo ufficio a Cuneo, dalla finestra si vedono le montagne, le Alpi Marittime. Lei d'estate lavora sempre? «Purtroppo quasi sempre, dobbiamo pensare alle vacanze degli altri, farò un po' di ferie ad agosto». E dove andrà? «Io vado a Minorca dove ho una casa. E' un isolotto particolare dove le grosse masse turistiche non sono ancora arrivate e l'acqua è bella come ai Caraibi e si mangia molto bene». In Italia non fa vacanze? «Qualche weekend nel Sud Italia o in Liguria oppure a Venezia, per vedere qualche mostra». Ma per lavoro viaggia molto? «Meno di quello che si pensa. Non passo la mia vita a vedere alberghi e spiaggette, lo fanno di più i miei collaboratori». Ma qual è la sua specialità? «Essere molto pignolo, esigente, voler vedere ogni particolare. Di un albergo voglio conoscere il colore delle tende, delle piastrelle dei bagni, vado a visitare le cucine e gli impianti tecnici». Possedete molti alberghi? «Abbiamo partecipazioni anche a Minorca, ma gestiamo e manteniamo i villaggi "Bravo Club". Ce ne sono cinque, uno a Zanzibar, a Cancun in Messico, due alle Maldive e uno a Djerba in Tunisia». In che cosa sono diversi dai Club Mediterranée? «Sono gli ultimi nati e quindi più vicini alle esigenze dei clienti di oggi. Hanno servizi di animazione e sport ma sono meno chiassosi, danno più spazio alla privacy». E quanti clienti ha l'Alpitour? «Circa 800 mila». Tutti italiani? «Sì. A questi dobbiamo aggiungere i clienti della Francorosso che ab Marno comperato e che sono circa trecentomila». Ma gli italiani viaggiano mal to? «Sì, anche se l'Italia è un Paese di vacanze». Qual è lo stimolo? «Vanno molto all'estero perché so no gli ultimi in Europa ad aver scoperto la voglia di viaggiare e di conoscere gente nuova. Gli inglesi e gli scandinavi per andare in vacanza devono per forza passare attraverso un tour operator. Noi, invece, con il mare a due ore da Torino e a mezz'ora da Roma, si può dire che le vacanze le abbiamo in casa». Gli italiani sono turisti esi genti? «Sì, molto più esigenti degli stra nieri, soprattutto nella cucina. Vorrebbero sempre gli spaghetti al dente e perfetti in qualsiasi angolo del mondo». E quali sono le nuove mete? «Mah, l'italiano segue la moda. Le due mete più sensazionali sono state Sharm El Sheik nel Mar Ros so e i Caraibi. Poter raggiungere i Caraibi con voli diretti a prezzi convenienti ha creato un flusso di traffico enorme soprattutto a Cuba e a Santo Domingo». Lei conosce tutto il mondo però ha scelto di rimanere per la sua attività a Cuneo, come mai? «Forse perché noi piemontesi siamo chiamati comunemente "bo già nen" e cioè non ci muoviamo Per me Cuneo è la base dove lavo ro meglio. Però mi muovo naturai mente in giro per il mondo». E quali sono le sue città pre ferite? «Londra mi piace moltissimo, ma non so se vivrei in una metropoli. La mia vita è più congeniale a centri più piccoli». Lei è un collezionista d'arte moderna: dove compra le sue opere? «Ho avuto la fortuna di avere un gallerista a Cuneo che mi ha aiutato a realizzare la mia collezione: sono quadri del Novecento da De Chirico a Warhol, da Fontana a Casorati, pochi figurativi». E le sculture? «Mi piace molto Armand, Arnaldo Pomodoro e Mainolfi che lavora a Torino. Vorrei aggiungere che anche in azienda ho imposto questa passione e abbiamo una collezione di giovani artisti. I quadri sono dappertutto, negli uffici, nei corridoi, nelle sale riunioni. Voglio che tutti respirino un po' quest'aria». Ma non si sente un po' un dittatore? «Forse sì, un pochino. E scelgo anche i quadri che i dirigenti devono mettere nel loro ufficio, ma con un margine di manovra, lascio cambiare. Ma non troppo». Lei ha una grande casa? «Non grandissima, ma molto razionale, come lo sono io. Studiata in tutti i piccoli particolari. Se non avessi fatto l'agente di viaggi avrei fatto l'architetto». I primi viaggi, in realtà, li ha ideati e organizzati suo pa¬ dre, vero? «Sì, nel '47. Io sono stato coinvolto fin da bambino e ho seguito le orme paterne. Oggi facciamo 1600 miliardi di fatturato l'anno, è un grosso impegno». Il business del turismo che futuro ha? «E' in grandissima ascesa. E' destinato a crescere in tutto il mondo. E' diventato un bisogno della gente di tutti i livelli». Ma i grandi viaggiatori non esistono più? «Sì, esistono ancora ma ci sono anche milioni di viaggiatori normali». Quali saranno le mete future dei viaggiatori? «Ormai tutto è accessibile, dipende un po' dai momenti e dalle questioni politiche, ma lo sviluppo è senza confini». Lei quando non lavora cosa fa? «Scarico la tensione e, d'inverno, vado a sciare, d'estate gioco a tennis o vado in barca e poi seguo moltissimo le riviste d'arte». Ma lavora di domenica? «No, la domenica è sacra. La dedico ai miei hobbies mentre i film li guardo più che altro in televisione». Ma come si vive a Cuneo? «Siamo molto chiusi, ci vediamo tra di noi in casa. Diventiamo più aperti quando siamo fuori provin- eia». Qual è il suo viaggio nel cassetto? «L'Alaska e lo sto preparando da mi po' perché per chi ama molto la natura come me so che l'Alaska offre spettacoli genuini straordinari». E quali sono le sue mete preferite? «Mi trovo bene in Spagna e poi mi piace molto l'America e anche mi affascina l'Oriente». Lei suggerisce di fare il giro del mondo? «Non mi piace. Facendo cose troppo veloci si rischia di non cogliere nessun significato. Io consiglio ai miei clienti di scegliere una zona e di conoscerla a fondo». Ogni tanto lei va nei suoi villaggi Bravo Club? «Sì sì, in incognito, vado a collaudarli. A Natale sono stato a Zanzibar». Ed è severo nelle sue critiche? «Sì, sono molto critico e vado apposta perché così si danno da fare per finire tutto perfettamente». Come si definirebbe lei? «Una persona creativa, esigente, forse troppo pignola, ma nel nostro lavoro, creda, è molto importante». Negli Anni Ottanta rapirono sua figlia. Cosa ricorda di quei momenti? «E' stata un'esperienza tragica, ma non avevo mai perso la calma e avevo avuto la freddezza per gestire tutta l'operazione nel giro di un mese». E la ragazza si è ripresa bene? «Sì, siamo stati molto fortunati». E lavora con lei? «Non ancora, studia legge a Genova e poi è probabile che venga a lavorare con me, ma non faccio pressioni perché penso che bisogna fare una cosa per volta e voglio che sia una scelta naturale». Quali sono le sue ambizioni ancora non raggiunte? «Devo dire che ne ho raggiunte moltissime, sono fortunato, siamo leader in .ualia, forti in Europa. Aspirare a diventare i primi in Europa mi sembra impossibile». Alain Elkann a Gli italiani sono ipiù esigenti: pretendono spaghetti al dente in qualsiasi angolo del mondo Lo noto ogni volta che in incognito vado a collaudare i miei Club p p Sono pignolo e anche un po' dittatore: in azienda scelgo io i quadri per gli uffici dei dirigenti Amo l'arte, lo sci, il tennis e ho un sogno nel cassetto: l'Alaska vj 5 DOMENICA CON «Ila; < I s,«to cinte. jSj ■ti ufficio a Dolavorare Sotto: Minorca, nelle isole Balestri. A destra: Guglielmo Isoardi, amministratore delegato dell'Alpitour
Persone citate: Alain Elkann, Arnaldo Pomodoro, Casorati, De Chirico, Fontana, Guglielmo Isoardi, Mainolfi, Warhol
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