Pellegrini a Lourdes feriti sul treno

Pellegrini a Lourdes feriti sul treno Sono di Pescara Pellegrini a Lourdes feriti sul treno PARIGI. Si è concluso con tanta paura per un incidente ferroviario, che venerdì sera ha provocato solo una ventina di feriti non gravi, ma poteva farne molti di più, il pellegrinaggio di 460 italiani a Lourdes. Sulla strada del ritorno per Pescara, da dove il gruppo era partito il 12 luglio, il treno speciale ha fatto una lunga sosta alla stazione di Tournay, negli alti Pirenei. Una motrice doveva essere attaccata in coda al treno per aiutarne il percorso in salita fino a Tolosa. Invece di accostarsi dolcemente per l'aggancio, per motivi non ancora precisati è andata a cozzare con violenza contro il convoglio, una, due volte. Nei nove vagoni passeggeri è stato il panico, la gente ha urlato, alcuni hanno sbattuto il naso perdendo sangue, altri hanno avuto il sopracciglio spaccato, altri le costole e le vertebre contuse, specie nel vagone di coda, il primo a incassare l'urto. In tutto quasi 60 feriti, di cui una ventina sono stati ricoverati nei vicini ospedali di Tarbes, Pau, e Lannemezzan, gli altri sono stati medicati sul posto. «Per fortuna il botto è arrivato mentre eravamo seduti perché ci stavano distribuendo i vassoi della cena», ha raccontato M. Giuseppa Sarchia di Silvi Marina, che ha accompagnato all'ospedale di Lannemezzan la madre Angela Modugno, 70 anni. A bordo del treno c'erano 460 persone, età media 50 anni, oltre ad una decina di bambini dai tre mesi agli undici anni. Il pellegrinaggio a Lourdes era stato organizzato, per tutta l'Italia, dalla Comunità di evangelizzazione «Emanuele» di Moscufo (Pescara), formata da religiosi. Il treno era partito il 12 luglio scorso da Pescara e aveva fatto tappa in altre città italiane per far salire gli altri partecipanti. Il gruppo di pellegrini - tra i quali anche alcuni provenienti dalla Sardegna era diretto da padre Fulvio Di Fulvio, parroco di Moscufo, che è rientrato ieri sera in Italia con gli altri passeggeri illesi. [Ansa]

Persone citate: Angela Modugno