Il caso Boccassini divide i Poli
Il caso Boccassini divide i Poli Dopo le accuse del pm, Boato e Pecorella d'accordo: ingiuste le critiche a Del Turco Il caso Boccassini divide i Poli Ayala: la rispetto. Pera: no, lasci la toga NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO «Uno sfogo, che denuncia isolamento. Uno sfogo da rispettare). Giuseppe Ayala, sottosegretario alla Giustizia, ex pm di Palermo, uomo del mitico pool di Falcone e Borsellino, subito pronuncia la parola «isolamento» per commentare l'articolo in cui ù pm di Milano Oda Bocassini ieri su La Stampa ha rievocato la sua controversia con il presidente dell'Antimafia Ottaviano Del Turco che disse di lei: «...mantenerla nel ruolo che ha è come mettere una volpe a guardia del pollaio». E' dunque paragonabile la situazione del pool di Milano e della signora Boccassini a quella della Palermo dei veleni di dieci anni fa? *No - dice Ayala - il contesto era completamente diverso. Allora, al potere, c'era una classe politica che temette le nostre inchieste sulla mafia e che reagì. Prima per isolarci, poi per polverizzarci». Adesso, invece? «Oggi c'è un governo composto da persone per bene, nessuna delle quali sospettata di collusioni con la mafia. Se anche in queste nuove condizioni un magistrato come la Boccassini denuncia il suo isolamento, si deve riflettere su come superare questa situazioni». Chi attacca, oggi, è l'opposizione, o una parte dell'opposizione. «Un attacco eversivo - dice ancora Ayala - che crea una clima difficile per quei magistrati che si sentono ogni giorno sotto tiro, per le inchieste e per le sentenze. E' logorante. Ecco, io credo che non si debba mai dimenticare: il Paese deve molto a quei magistrati». Marco Boato, senatore verde, riconosce «solidarietà sul piano umano» alla dottoressa Boccassini, come crede che gliela riconoscano anche «molti rittadini e qualche politico che rischiano di essere distrutti nella loro identità ad opera di qualche pseudo pentito mentitore. Un cittadino normale non riesce ad arrivare alla prima pagina di un grande quotidiano per autodifendersi, ma l'indignazione della Boccassini può valere anche per loro, almeno come consolazione solidale nella vergogna subita». Diverso, però, dice Boato, è «di caso dell'azione civile contro Del Turco, che la dottoressa Boccassini avrebbe tranquillamente potuto risparmiarsi Le sue critiche nei confronti del Parlamento e del mondo politico sono state spesso assai aspre, al limite della denigrazione. Ma nessuno, che io sappia, ha avviato azione civile contro di lei. Chi scende sul piano dello scontro pubblico, anche se è un indefesso magistrato, paga i costi inevitabili della lotta politica. E non sono costi risarcibili ad opera di colleghi magistrati a suon di Dottrini». Luigi Saraceni giurista dei Democratici di sinistra, per trentanni magistrato a Roma («da pm a presidente di sezione del tribunale»), non è d'accordo con Ayala sulT «isolamento»: «Sbaglia la Boccassini se si sente isolata. L'ultima cosa che possono lamentare questi magistrati è proprio l'isolamento. E lei, tra l'altro, ha la possibilità di esternare dalla prima pagina di un prestigioso quotidiano. Mi pare pecchi di eccessiva autoreferenzialità. Non è l'unica: molti pm lamentano una sorta di ingratitudine verso l'opera meritoria che svolgono. Ma né il Paese né le istituzioni sono avare di rinoscimentL A meno che non venga ritenuta inaccettabile la semplice critica: sarebbe intollerabile». Saraceni però aggiunge che la Boccassini solleva un problema serio: quello dell'impunità dei parlamentari, che «f " lamento usa in modo improprio e come difesa ultracorporativa». Intanto da Roma anche il senatore di Forza Italia Marcello Pera replica all'articolo di Oda Boccassini, affermando che la pm «dovrebbe imparare a fare il magistrato» oppure «lasci quella toga, che secondo i suoi stessi colleghi e superiori serve tanto male». E Gaetano Pecorella, responsabile per i problemi della giustizia di Forza Italia, in merito all'articolo dal titolo «Toghe senza difesa» contesta le accuse di Dda Boccassini: «Se vi è in questo Paese una qualche persona che ha particolari privilegi nella sua difesa, è proprio chi riveste una toga». Il procuratore della Repubblica di Milano ha ricostruito la vicenda giu¬ diziaria della procura di Genova in cui è rimasta coinvolta dopo le dichiarazioni di uo indagato «pentito», Angelo Veronese, risultate poi piuttosto imprecise. Di qui le critiche di Pecorella ai magistrati. «Ciò che oggi più umilia la nostra giustizia è proprio l'uso di due pesi e due misure nell'esercizio dell'azione penale, della valutazione delle prove, nella commisurazione della pena». Pecorella critica poi l'immagine «inaccettabile» data dalla Boccassini del Parlamento italiano come «una specie di lobby in cui tutti proteggono tutti». Un attacco che Pecorella considera grave «perché è un tentativo di alterare l'assetto costituzionale proponendo come unico potere, al di sopra di ogni potere, quello della magistratura», le. m.] Il pm di Milano llda Boccassini
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