Aleggia su An il fantasma di Craxi
Aleggia su An il fantasma di Craxi Aleggia su An il fantasma di Craxi La Mussolini attacca Gasparri, Fini smorza ROMA DAL NOSTRO INVIATO Il tailleur chiaro di Alessandra Mussolini sembra fatto apposta per distinguersi, tra i cento vestiti scuri dell'Assemblea nazionale di An: «Fini ci ha raccontato della sua utopia europea, dei suoi sogni ambiziosi dice la nipote del duce in un intervallo -. Peccato che questa assemblea sia dominata dal fantasma di Craxi. Maurizio Gasparri ha dichiarato a un giornale che preferisce Bettino che ruba ad Andreatta che dorme in aula. Bene, per farli contenti proporrò la nomina di Craxi a presidente onorario...». La Mussolini non arriva a tanto, ma una stoccata la tirerà comunque prima di tornare nei ranghi: «Non vorrei che An finisse per presentarsi alle elezioni con un nuovo manifesto: una coccinella con la faccia di Craxi sullo slogan "Rimetti in moto la speranza"». Poco importa che Fini le mandi a dire che «i fantasmi possono stare nei castelli scozzesi o tra le dune di Hammamet, ma di sicuro non nel Polo». O che Maurizio Gasparri, dal palco, spieghi di aver scherzato e soprattutto di non aver mai conosciuto l'ex lider mdximo del psi: non sarà il fantasma, ma il nome di Craxi aleggia davvero tra le poltrone delTErgife, legato stretto alla questione giustizia sollevata da Berlusconi. Lo tira fuori Mirko Tremaglia, che si definisce «orgoglioso di essere giustizialista» e ricorda a Berlusconi che, se in Italia ci sono dei beneficiati da Mani pulite, sono proprio gli uomini del Polo: «Il Pool ha dato una scrollata alla vecchia classe dirigente. Che cosa vuole il Cavaliere? Tornare ai partiti di allora?». Lo ripete suo figlio Marzio, assessore alla Cultura nella giunta di Formigoni, che si scoccia un po' quando dal palco lo chiamano Tremaglia junior per distinguerlo dal padre: «Ho sentito che De Miche- lis voleva candidare Craxi alle Europee, e ho saputo che De Michelis ha aderito al Polo. Quindi per la proprietà transitiva devo dedurre che nel Polo c'è chi vorrebbe candidare Craxi...». Ma il nome impronunciabile di Bettino esce anche dalla bocca di Alfredo Mantovano, responsabile della Giustizia di An, che Fini manda avanti per prendere le distanze dagli attacchi che da Forza Italia piovono su Gian Carlo Caselli: «Chi lotta in prima linea contro la mafia deve essere rispettato», taglia corto Mantovano. Che però si domanda: «Bisogna prendere atto che esiste una coscienza diffusa che considera Berlusconi un perseguitato, e invece pensa che Craxi abbia avuto meno di quello che meritava. Perché? Evidentemente alcune procure, a forza di rilasciare dichiarazioni sui loro indagati, hanno perso credibilità...». Fini, nella replica conclusiva, cercherà di tranquillizzare tutti: «C'è chi vorrebbe riscrivere in chiave revisionista non solo la storia della prima metà del secolo, ma pure quella degli ultimi cinquant'anni. Non lo permetteremo: restaurazione e revisionismo sono nemici da combattere». Ma, Craxi a parte, i dubbi sulla giustizia restano: «Invece di stare con chi agita le sue bandiere sotto i tribunali dice Gianni Alemanno, tirandosi pure qualche applauso - dovremmo andare a sventolare le nostre sotto gli ispettorati del lavoro. Per chiedere come mai in Italia non si assume più nessuno...», [g. tib.] Gasparri: meglio Bettino che ruba di Andreatta che dorme in aula Tremaglia: io, orgoglioso di essere giustizialista. Il leader: gli spiriti sono in Scozia o ad Hammamet
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