Primi sì alla Costituente delPUlivo

Primi sì alla Costituente delPUlivo Il convegno di Napoli è diventato un pre-congresso della Quercia. C'è l'ok di Veltroni Primi sì alla Costituente delPUlivo Bassolino: coalizione politica, non solo elettorale NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO g Bassolino vuole una «costituente» per l'Ulivo. Veltroni appoggia con entusiasmo. D'Alema, per ora, tace. Ma intanto il segretario, ieri mattina, è arrivato a Palazzo Reale sotto braccio al supersindaco di Napoli, con l'intenzione fin troppo evidente di placare sul nascere un'altra tempesta che si aggira nel cielo della Quercia e volteggia sulla sua testa. Come sta l'Ulivo? Quell'arrivo così teatrale, subito rilanciato da un tam tam di partito che annunciava l'avvenuto incontro tra i due e insieme il riconoscimento di «piena intesa» e clima «serenissimo» voleva smentire ciò che da giorni si dice qui a Napoli: un attacco di Bassolino alla leadership di Botteghe Oscure. E il sindaco, naturalmente, ha smentito. D'Alema è stato silenziosissimo, tutto il giorno. Ha preso appunti, ha ascoltato. Oggi parlerà. Bassolino, invece, appena arrivato è andato alla tribuna per scandire parole attese ed annunciate: «Le forze dell'Ulivo e del centro sinistra devono riuscire sempre più ad avere spirito di coalizione e una linea politica comune». Chiara la denuncia che non ce n'è abbastanza: «Serve - ha detto - un forte spirito di coalizione, sulla giustizia e in tutti gli altri campi. L'Ulivo non può essere soltanto un'alleanza elettorale. Non può essere un partito. Ma con il contributo di ogni sua forza, grande e piccola, deve muoversi con lo spirito di coalizione che serve per governare il Paese». In altre parole: via alla costituente deU'Ulivo. E così, gli «stati generali» della Giustizia celebrati dalla Quercia nella tre giorni di Napoli., sono diventati improvvisamente qualcosa di più di una messa a punto delle questioni sul tema di scontro e di scasso con l'opposizione di Berlusconi. Ma quasi una specie di precongresso. Mancava Veltroni il quale, però, da Assisi ha subito fatto rimbalzare le parole di Sassolino: «Sì, è venuto il tempo di dare vita alla costituente dell'Ulivo perché si può puntare a farne un soggetto politico». Qui a Napoli c'era però Fabio Mussi, presidente dei deputati diessini, e anche lui s'è detto d'accordo col sindaco: «Sì a una costituente dell'Ulivo, non un partito perché non bisogna essere velleitari. Però occorre andare avanti, se no si arretra». E ieri, dopo la prima giornata dominata da Folena e dalle grandi aperture di Violante che ha raccolto l'applauso del presidente dell'Antimafia Del Turco («Ha pronunciato le parole che avrei voluto sentire da Prodi»), c'è stata una registrazione delle proposte, ma anche l'emergere di un sommesso distinguo da parte di una platea composta non solo più da magistrati (c'era una volta il partito dei giudici...), ma anche da av¬ vocati, giuristi, tecnici. Si discute e ci si divide sull'Ulivo, sulla mano tesa all'opposizione per la ripresa del dialogo, sulla depenalizzazione del finanziamento illecito (quando non corruttivo) ai partiti. Del Turco, socialista designato dall'Ulivo all'Antimafia, ricordando il suo vecchio maestro di sindacato Fernando Santi ha invitato da «esterno» i diessini a usare il «cervello e non i polmoni», a ragionare e non a gridare sulla questione della giustizia. Mussi gli ha subito risposto: «I peccati si scontano e noi ne abbiamo commessi». Per esempio? Nel rapporto con i magistrati, insinuante la battuta del presidente dei deputati Ds sull'accusa prnunciata venerdì da Luciano Violante contro «l'inquietante connubio» tra alcune procure e i giornali: «Parole d'oro ha detto Mussi - che sarebbero state di diamante se fossero state pronunciate nel '92-'93». Ora tocca ricostruire le condizioni del confronto politico con l'opposizione dopo i disastri degli ultimi giorni. «La situazione è gravissima ha detto Marco Boato, verde - per responsabilità del Polo e della sua leadership, ma anche per lo stato confusionale del centro sinistra. Se davvero si ritiene che la Giustizia è la seconda emergenza del Paese, si mobilitino le risorse e si facciano sforzi analoghi a quelli compiuti per entrare nella moneta unica». Fabio Mussi, allora, ha puntualizzato le condizioni dei Ds (ma come la pensa l'Ulivo?) per la ripresa del dialogo: «Che nessuno metta in discussione il principio di legalità, che nessuno dica che le sentenze sono illegittime e illegali. Berlusconi ha compiuto una rottura costituzionale inaccettabile. La nostra mano è tesa, ma non è la mano di golpisti che si servono della magistratura e delle sue sentenze per prendere il potere». Oggi tocca a D'Alema. Che dirà?

Luoghi citati: Assisi, Napoli