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SE CICERONE VEDESSE DALLA PRIMA PAGINA SE CICERONE VEDESSE mediologia, devono essere rimasti un po' in arretrato con la navigazione su Internet. Per loro il libro è ancora un bene, appetibile, ricercabile, un oggetto da concupire; e vale, anche monetariamente, tanto da giustificare il colpo più rischioso per impadronirsene. E' successo ieri mattina a Rivoli, nei magazzini della Loescher, dove dieci uomini hanno fatto irruzione a mano armata, lavorando due ore a caricare dizionari e manuali di arte, sotto gli occhi smarriti dei dipendenti, fino a uscirsene con tre Tir belli gonfi della migliore produzione culturale. Vere leccornie degli studi classici, con il Castiglioni-Mariotti di latino (128 mila lire), il Montanari di greco (160 mila), letteratura inglese, geografia, il meglio del meglio. E ora, che cosa faranno? Saranno mica tutti lì, nel covo della banda, a leggersi finalmente - «Guarda un po', Vincenzo, cosa k vuol dire infandùmì» - l'Eneide nell'originale. O a decrittare gli esametri di Esiodo che non erano mai riusciti a capire per mancanza di vocabolario. Da qualche parte dovranno pur finire, quei tre camion stracarichi, non si tengono mica in cantina tre miliardi in volumi rilegati. Ed è perlomeno dubbio che questi Robin Hood della foresta editoriale vogliano dare ai meno abbienti - come pare abbiano dichiarato - i frutti del loro esproprio proletario. Esiste davvero un mercato parallelo del libro, come credono alcuni librai? E ci sono in Italia ricettatori disposti a rischiare per l'Adorno di storia dell'arte? Povero Gutenberg, l'avevano dato per spacciato e invece è ancora 11 che trionfa, nella società delle telecomunicazioni, forse sotto sotto se la ghigna perfino. L'era del libro non è finita, se può attirare qualcuno pronto a scendere in campo perfino con la pistola. Ma operavamo, francamente, di non dover arrivare a questo per smentire i profeti di sventura. Giorgio Calcagno