Lo scambiano per un altro e lo processano per un'ora
Lo scambiano per un altro e lo processano per un'ora Genova: la disavventura di un immigrato senegalese Lo scambiano per un altro e lo processano per un'ora GENOVA Processo all'imputato sbagliato. Kafka entra di prepotenza a Palazzo di Giustizia. Un paradossale episodio si è verificato due giorni fa in un'aula della pretura genovese. Un senegalese è stato «processato», per circa un'ora, al posto di un suo connazionale che era stato imputato, nell'aprile del '94, di ricettazione e vendita di borse con marchi contraffatti. Alla fine, quando ci si è accorti che non era lui da processare, gli è stato ritirato, per accertamenti, il passaporto che aveva spontaneamente mostrato al giudice. Tutto ciò lo racconta l'avvocato Gianfranco Pagano che ha già presentato un'istanza al magistrato per l'immediato dissequestro del documento. L'altra mattina, dunque, Modou Dieng, 40 anni, era giunto a Palazzo di Giustizia per cercare l'avvocato Pagano perché il senegalese deve regolarizzare la sua posizione in Italia. Dieng non conosce però il legale: gli ha soltanto parlato al telefono. Così lo cerca nel «Foro». Chiede a uno e all'altro e infine a una giovane praticante che stava difendendo d'ufficio Modou Diaw, il vero imputato del processo per ricettazione. «E' probabile che i due non si siano intesi - spiega Pagano -. Dieng non conosce bene l'italiano. Così la mia giovane collega lo ha fatto accomodare su una panca dell'aula della pretura, credendo che fosse il suo assistito». Dieng non si rende conto di quello che gli sta succedendo e il processo va avanti. I carabinieri che avevano redatto il verbale vengono interrogati. Due di loro non lo riconoscono, il terzo dice che forse era lui, ma non può dirlo con certezza a tanto tempo di distanza dal fatto. Oltretutto il vero imputato, che è irreperibile, ha sette anni meno di Modou* Dienge. Alla fine il senegalese capisce cosa gli sta succedendo. Dice che lui non c'entra. Tira fuori il passaporto che gli viene ritirato. Adesso vive nel terrore di essere mandato via dall'Italia. [a. L]
Persone citate: Dieng, Gianfranco Pagano, Kafka
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