«Nuovi voli radenti di jet militari»

«Nuovi voli radenti di jet militari» Bolzano: gli aerei, di cui non si conosce la nazionalità, visti giovedì «Nuovi voli radenti di jet militari» Denuncia dell'associazione «vittime del Cermis» TRENTO. Nuove esercitazioni a volo radente di aerei militari sarebbero nuovamente in corso nella zona dolomitica del Trentino Alto Adige. Lo ha detto ieri a Trento in una conferenza stampa il presidente della neo costituita Associazione parenti delle vittime del Cermis, Klaus Peter Stampfl, figlio di Maria Stamer, di Bressanone, una delle 20 vittime della funivia. Stampfl ha precisato che i velivoli, di cui non si conosce la nazionalità, hanno sorvolato giovedì mattina per circa sei volte la città di Bressanone ad un'altezza «non tipica dei jet di linea e con un rumore molto fastidioso». Il fatto ha aggiunto - «è singolarmente sospetto» dopo la recente sentenza del Gip di Trento Carlo Ancona che ha deciso il non luogo a procedere per difetto di giurisdizione riconoscendo di fatto agli Stati Uniti, sulla base di Convenzione di Londra, il diritto di giudicare i propri militari. Per i legali delle due vittime altoatesine, Alberto Mioni e Alessandro Comola, questa ripresa dei voli «dopo mesi di silenzio e dopo la decisione del Gip di Trento suscita amarezza e rabbia». A proposito della decisione del gip, l'avvocato Mioni ha sottolineato come i diritti dei parenti sono stati «cannibalizzati, da oggi soggetti non più "notiziabili"» e ha aggiunto che sono stati messi in un angolo di fronte alla richiesta di danni da parte della Provincia di Trento e da progetti di nuove funivie. I voli di giovedì mattina - tra le ore 9,30 e le i0,30 - sono stati visti da molti brissinesi e seguiti con ima certa preoccupazione proprio pensando alla tragedia del Cermis. Ai vigili urbani e ai carabinieri che pure hanno confermato il ripetuto passaggio di velivoli ad alta velocita - non sono comunque arrivate proteste 0 segnalazioni. Come non vi sono state indicazioni precise sulla quota di volo o la nazionalità dei velivoli. Secondo un lettera che il ministro della Difesa Beniamino Andreatta aveva inviato dopo la tragedia del Cermis al presidente della Provincia di Trento - e resa nota il 24 marzo scorso - la quota rninima di sicurezza imposta ai voli sull'arco alpino è stata raddoppiata e portata a 2000 piedi, poco più di 600 metri. Inoltre sono stati soppressi tutti i voli sopra la valle di Fiemme e pertanto su un'area che ha al centro Cavalese e al suo estremo superiore la città di Bolzano (Bressanone è 50 chilometri più a Nord, ndr) con un perimetro che tocca poi passo Falzarego, Feltre, Le vico, Trento e Cles. L'assessore al turismo della Provincia di Bolzano, Werner Frick, che da anni protesta contro i voli degli aèrei militari, a proposito del sorvolo di Bressanone ha detto che «l'area dolomitica e alpina è talmente delicata che non basta alzare la quota di questi passaggi, ma i voli devono essere vietati completamente». Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario politico della Svp, on. Siegfried Brugger, affermando che «i voli militari riprendono come se, apparentemente, non fosse accaduto nulla, mentre i piloti che hanno causato la disgrazia del Cermis si trovano ancora sotto processo negli Usa». Dopo avere ricordato le 20 vittime del Cermis, Brugger ha annunciato interventi presso il ministero della Difesa «qualora dovesse risultare che l'Alto Adige è, ancora, la zona principale nella quale si svolgono simili manovre militari», [r. cri.] Il capitano Richard J. Ashby