«Esercito a rischio hacker»

«Esercito a rischio hacker» Lo dice Andreatta «Esercito a rischio hacker» ROMA. Negli Stati Uniti è stata chiamata «rivoluzione negli affari militari» (RMA). E' lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione che - secondo gli specialisti Usa - ha migliorato radicalmente i sistemi di sorveglianza, di acquisizione delle conoscenze e degli strumenti per ottenere i migliori risultati in un conflitto. Insomma, la superiorità nel settore tecnologico delle informazioni potrebbe diventare sempre più l'arma «decisiva» delle guerre future: la guerra delle informazioni (Information Warfare); uno strumento tecnico di dissuasione e di competenza sufficiente capace di superare perfino le conseguenze che 1'«attrito della guerra» ha sulle popolazioni e gli stessi governanti. Chi ha l'informazione e l'informatica giusta - questo il messaggio - ha vinto. Il tema è stato sviluppato in un lavoro a due firme (Ferrante e Margherita Pierantoni), edito dal Centro militare di studi strategici (CeMiss) e presentato ieri in un dibattito svoltosi a Palazzo San Macuto. Il timore che emerge dallo scritto e da più di un intervento è che anche un piccolissimo Paese «armato» di giusti hacker, può mettere in crisi tutto un sistema difensivo e d'attacco del nemico più potente, cambiando le sorti della guerra. Il gen. Jean, già capo del Casd e riconosciuto esperto di studi strategici, non sottovaluta il problema ma è comunque certo che il computer, anche il più sofisticato e costoso, «non vincerà l'uomo». Al dibattito è intervenuto anche il ministro della Difesa, Beniamino Andreatta il quale ha riconosciuto che oggi giorno, per i motivi più svariati, i sistemi militari integrati richiedono «un forte, usq deli; informatica». E a difesa di questi sofisticatissimi centàr.dl controllo e comando, dalle facili penetrazioni j^orma^cfye^ Jb.^. ,91113151810 soprattutto «una ihtelhgence cfye non si disperda - ha detto nella lussuria degli obiettivi deviaci, ma che si concentri sugli obiettivi nazionali da tutelare». A questo proposito Andreatta ha ricordato i risultati di ima esercitazione compiuta nel giugno dello scorso anno negli Stati Uniti: dai siti degli hackers, via internet, sono partiti «i commando virtuali» con il compito di penetrare e sabotare i sistemi informatici e l'obiettivo di neutralizzare il comando Usa nel Pacifico e di paralizzare la rete elettrica degli Stati Uniti: i giudici di gara - ha detto Andreatta - hanno verificato che le «diverse password» potevano permettere agli hackers di penetrare i calcolatori dell'energia. L'esercitazione ha, insomma, avuto «pieno successo» paralizzando per l'intera giornata il sistema di controllo di comando nel Pacifico e potendo raggiungere il risultato di un blocco auto completo nella distribuzione di energia elettrica negli Usa. Questo è il «nemico moderno» ha detto Andreatta e con questo bisognerà fare i conti. [Ansa]

Persone citate: Andreatta, Beniamino Andreatta, Margherita Pierantoni

Luoghi citati: Roma, Stati Uniti, Usa