Il telefonino tradisce il pluriomirida di Fabio Albanese

Il telefonino tradisce il pluriomirida Catania: è finita dopo ottanta ore la fuga dell'uomo che hìa ucciso la moglie Il telefonino tradisce il pluriomirida Era a Frosinone assieme ai 2 figli CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tradito dalla sua spavalderia e da un'inconsapevole ragazza di vent'anni, Così, dopo ottanta ore di ricerche, è finita la latitanza di Virgilio Cosentino, 27 anni, l'uomo accusato di avere ucciso la moglie lunedì scorso a Mascalucia, catturato ieri a Frosinone. Per i suoi due figli di tre e sette anni, che erano spariti con lui quattro mesi fa quando l'uomo si era separato dalla moglie, è finita una fuga che neanche riuscivano a capire: «Tutto a posto, non c'è nessuno lì davanti?», aveva chiesto ieri poco prima di mezzogiorno Cosentino al figlio maggiore, parlando da un telefonino. «Tutto a posto, papà, io sono al balcone, qui non si vede nessuno». E invece, appostati da due giorni attorno all'anonimo palazzo di via Casilina Nord, proprio accanto all'Ufficio Stranieri della Questura di Frosinone, i carabinieri tenevano sotto stretta sorveglianza quella casa dove erano ormai certi che Cosentino si nascondesse. Quando l'uomo, tuta da ginnastica e maglietta, i lineamenti leggermente diversi da quelli ritratti sulle foto segnaletiche, ha messo la chiave nella toppa del portone d'ingresso, un corpulento capitano dei carabinieri, Cristiano Congiu, gli ha puntato una pistola allo stomaco e gli ha stretto un braccio attorno al collo: «Chi siete, che volete - ha detto Cosentino, fingendo sopresa - devo andare dai miei bambini che mi aspettano». Poi, però, ha ammesso la sua identità, dopo aver provato ad esibire la carta d'identità falsa che aveva addosso, lo stesso nome di battesimo, ma cognome diverso. Il blitz è durato pochi istanti; altri militari sono saliti fino al secon do piano, all'appartamento che Co sentino aveva preso in affitto sotto falso nome il 2 giugno scorso, il giorno in cui la Corte d'Assise d'Ap pello di Catania gli ha confermato la condanna per la strage di Gravina, tre persone uccise per futili motivi, là c'erano i due bambini. Per tutta la mattinata, Cosentino aveva inutilmente atteso l'arrivo di alcuni parenti da Catania: il padre Giuseppe, la madre Grazia Giuffrida, la sorella Laura con il marito. I quattro erano partiti in auto la notte prima da Catania, destinazione Frosinone. I carabinieri avevano intercettato la telefonata con la quale Cosentino chiedeva ai suoi di venire a prendere i bambini. «Probabilmente - dicono gli investigatori stava preparando una fuga all'estero». Alle 5 del mattino, il gruppetto è stato bloccato al casello dell'autostrada. Cosentino, preoccupato per il ritardo, ha più volte chiamato i famigliari al telefonino, che ha continuato inutilmente a suonare in una stanza della caserma dei carabinieri. Poi ha chiamato il «116» dell'Aci chiedendo di sapere se nella notte c'erano stati incidenti in autostrada. Pare che l'uomo fosse stato localizzato già da tempo nella zona della Ciociaria, ancor prima che uccidesse la moglie. Scaltro, attento a non stare molto tempo nello stesso posto, Cosentino aveva con sé sei schede telefoniche prepagate per il cellulare e si muoveva tra Frosinone, Nettuno, Anzio e Aprilia, cam- biando spesso alloggio. Sulla spiaggia di Nettuno, solo pochi giorni fa, Cosentino ha incontrato una ragazza di vent'anni con la quale ha intrecciato ima relazione. La utilizzava come lasciapassare: lei guidava e mostrava i documenti ai posti di blocco, lui faceva il fidanzatine) affettuoso. Alcuni spostamenti della coppia, però, sono stati intercettati. La «BMW» rossa vista sotto casa della vittima, lunedì sera a Mascalucia, e poi inutilmente inseguita agli imbarcaderi dei traghetti a Messina, era stata rubata nel parcheggio di un albergo di Artena, nel Frusinate, dove Cosentino era stato segnalato nei giorni precedenti. Sull'auto c'era anche una pistola, una 7,65. Auto e arma non sono state ancora trovate. Il sostituto Flavia Panzano, della Procura di Catania, è convinta però che il cerchio si sia chiuso: «L'auto, la pistola dello stesso tipo di quella del delitto, il movente, tutto porta a lui, all'uxoricidio». La moglie, Antonia Debora Delfino, dal momento in cui quattro mesi fa aveva deciso di separarsi dal marito, poteva vedere i figli solo saltuariamente. Dopo la fuga dell'uomo non ne aveva saputo più nulla g quasi giornalmente andava nella caserma dei carabinieri di Gravina di Catania a chiedere notizie. Cosentino lo aveva saputo, temeva che lei stesse collaborando con i carabinieri. Per questo e per il fatto che lei aveva chiesto al Tribunale dei minori l'affidamento dei bambini, l'avrebbe uccisa. Per l'affidamento dei bambini, la parola passa al Tribunale dei minori. I genitori di Antonia Delfino li vorrebbero con loro: «Sono l'unica cosa che ci interessa - dice la sorella della vittima, Stefania - L'arresto non ci restituisce Antonia. Ma lui deve marcire in carcere per il resto della vita». Fabio Albanese Il rifugio scoperto dopo l'ultima chiamata fatta ai ragazzi: «Posso entrare in casa?» I suoi spostamenti coperti da una ragazza IMI Hi Virgilio Cosentino 27 anni arrestato dai carabinieri a Frosinone dopo ottanta ore di ricerche