Prodi: «Voglio una fiducia piena»

Prodi: «Voglio una fiducia piena» Il discorso del premier piace a D'Alema e non a Cossiga. Il Polo: un discorso sul nulla Prodi: «Voglio una fiducia piena» Bertinotti critico: la prende così come gli vien data ROMA. Gli applausi di Cossutta e non di Bertinotti. Berlusconi che ironizza sul «nulla» mentre Pisanu gli grida «buffone». L'approvazione incondizionata di D'Alema, e il «no» di Cossiga che però poco prima gli aveva offerto sostegno, «ogni qual volta ce. ne fosse bisogno, al posto dei voti di Rifondazione». La lettura delle cinquantatré cartelle di discorso, ripetuta in entrambi i rami del Parlamento, quasi un secondo discorso della Corona, è stata nulla di fronte alle reazioni politiche che ha scatenato. Perché ieri Romano Prodi è andato molto oltre le attese. Senza dare per scontati i temi sui quali si è aperta la verifica del suo gabinetto, e anzi scendendo in un dettaglio programmatico che porta la politica economica quasi alla soglia della Finanziaria, Prodi ha affrontato direttamente, e duramente, il tema che era di più stretta attualità politica. Ovvero il dibattito sulla giustizia e su Tangentopoli. E lì, apriti cielo: un attacco durissimo a Berlusconi, che subito i berlusconiani hanno girato a Massimo D'Alema. «E' chiaro - dice Beppe Pisanu - che il vero bersaglio di Prodi è il segre tario diessino: perché il pre sidente del Consiglio ha riba dito che l'Ulivo la commissione su Tangentopoli non la vuole». Insomma, Prodi ha parlato da capo della coalizione, scippando il ruolo a D'Alema: il quale proprio nei giorni scorsi alla commissione si era detto invece favorevole. Se l'interpretazione, con un tanto di dietrologia in più, è corretta, allora D'Alema ha incassato bene: ha giudicato molto positivamente 'il di- scorso di Prodi, sottolineando il proprio assenso anche ai passaggi sul delicato tema della giustizia. Nella maggioranza, Marini è soddisfatto del rilievo che è stato dato ai temi «cattolici», la famiglia, perfino la scuola, ma, con Boselli dei socialisti democratici, non ha apprezzato il «no» secco di Prodi alla commissione su Tangentopoli. Alla compattezza degli alleati ha corrisposto quella dell'opposizione: un discorso «stalinista» per Berlusconi, sarebbe meglio che Prodi; desse le dimissioni secondò; La Loggia, «un discorso sul nulla» secondo il leghista Cornino. Marzano di Forza Italia ha criticato i provvedimenti annunciati per il Sud come si trattasse di «capora- lato di Stato», il suo collega Marcello Pera sottolinea che il presidente del Consiglio «ha messo seriamente in difficoltà D'Alema». Molto duro il giudizio politico di Cossi- Sa: «Prodi ha dato la sua soliarietà a chi sta processando Andreotti, a chi ha condannato Citaristi, a chi ha affidato Forlani ai servizi sociali)). E questo perché, per dirla con Mantovano di Alleanza .nazionale,.«Prodi ha affossato la commissione su Tangentopoli». ' Là durezza, a tratti ai limiti dell'insulto, con cui è stato accolto nei banchi dell'opposizione (peraltro quasi deserti) il discorso di Prodi si può parzialmente spiegare con il fatto che nessuno si aspettava da Prodi un discorso così chiaro, alto e'forte: non è casuale che il presidente del Consiglio sui passagi più «caldi» abbia chiesto e ottenuto l'assenso preventivo dei suoi ministri, che ha riunito in Consiglio mezz'ora prima di recarsi a leggere il discorso in Senato. In tutto questo Prodi ha avuto la cautela, nell'affermare con forza la propria azione di governo, di usare le «formulette» gradite a Bertinotti, a cominciare dalla più nota, «La crescita economica, da sola, è condizione necessaria ma non sufficiente a garantire la crescita dell'occupazione». Alla fine, Prodi ha chiesto una fiducia piena: «Io non voglio una fiducia tecnica, una fiducia critica, una fiducia provvisoria», ha detto. Bertinotti, uscito dall'emiciclo, ha ribadito che un presidente del Consiglio la fiducia la chiede, «e se la prende così come gli vien data». Ovvero, la fiducia che Rifondazione darà resta «critica». Ma è significativo il fatto che la segreteria di Rifondazione, prontamente convocata a Montecitorio, sia durata solo 5 minuti. Bertinotti è sembrato assai soddisfatto di alcuni passaggi del discorso di Prodi. E a chi gli chiedeva perché allora si riunisse domenica il comitato centrale di Rifondazione, ha risposto che «una riunione di segreteria non è abilitata a cancellare dal calendario il comitato politico nazionale». Pisanu: chiaro che il vero bersaglio è il segretario Ds perché si ribadisce il no all'inchiesta su Tangentopoli Duro il leader Udr: Romano solidale con chi processa Andreotti, chi condanna Citaristi, chi affida Forlani ai servizi sociali L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga leader dell'Udr Il leader dei Democratici di sinistra Massimo D'Alema con il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti e il capogruppo dei Ds alla Camera Fabio Mussi

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