«Orario ridotto? Neanche nel 2000» di Paolo Patrono

«Orario ridotto? Neanche nel 2000» «Orario ridotto? Neanche nel 2000» ALLORA, dottor Cipolletta, da direttore generale di Confindustria come giudica il discorso di Prodi? «Nel suo intervento ho trovato buone analisi, buon senso. Ma il presidente del Consiglio si muove all'interno di condizionamenti e paletti che non sono propri al suo bagaglio». Scendiamo sul concreto: Prodi ha ribadito l'impegno a varare entro l'anno la legge sulle 35 ore, ha confermato il prossimo decollo dell'agenzia per il Mezzogiorno, ha promesso alle imprese gli «sgravi massimi» permessi dall'Unione europea. Confindustria che giudizio dà su questa ricetta? «Non ci aspettavamo niente di più e niente di meno di quanto Prodi ha detto. Sapevamo che doveva tranquillizzare Rifondazione, anche se questo vuol dire spaventare il Paese, come sulle 35 ore. Ma devo rilevare che Prodi non è caduto nella ben nota sindrome di Stoccolma quando ha parlato dell'impegno del governo a far approvare la legge entro quest'anno. Lo ha detto proprio in questi termini, senza alcuna enfasi, riservandovi soltanto una riga e mezzo di tutto il suo discorso. Quasi ne parlasse controvoglia, come se l'avesse subita obtorto collo». Può essere solo un'impressione: in realtà ha ribadito il suo impegno... «Che noi speriamo sia disatteso, perché quella legge non la vogliamo neanche per fine millennio. Altro che far emergere il lavoro sommerso, quella legge finirà per favorirlo». Prodi si è anche impegnato a ottenere il massimo possibile di sgravi, compatibili con le norme Ue, per favorire una riduzione del costo del lavoro, compresi gli oneri impropri. «Apprezziamo questo proget¬ to sugli oneri impropri, che gravano per lo 0,7 per cento. Sul resto aspettiamo a vedere quello che il governo farà effettivamente». Per intanto vuol far partire subito l'agenzia per il Mezzogiorno per la creazione di posti di lavoro al Sud stabiliti anno per anno: che ne pensa? «E un brutto avvio, è un altro paletto negativo posto da Rifondazione sul lavoro interinale nelle regioni meridionali. E' un'altra concessione che Prodi ha dovuto fare a Bertinotti, ma così come è strutturata l'agenzia parte male. E la fissazione annuale dei nuovi posti di lavoro sarà un motivo continuo di polemica». Ma così, con le 35 ore e l'agenzia, Bertinotti sarà soddisfatto e il governo potrà sperare di lavorare in pace in un clima di stabilità... «Ma quale? Bertinotti sta già aspettando al varco il governo sulla Finanziaria. Sicuramente ci sarà un'altra fase di crisi a fine settembre e Rifondazione pretenderà altre concessioni da Prodi. Speriamo che allora il governo si tiri in dietro». In attesa che Bertinotti metta all'incasso una nuova cambiale a set tembre, Confindustria incontrerà martedì i sin dacati e giovedì il.governo per cominciare la ve rifica dell'accordo del lu glio '93. E prima c'è da su parare anche lo scoglio sugli straordinari: quali prospettive ci sono? «Su questa materia dal gover no ci aspettiano uno stralcio, e dalla Cgil un po' più di co raggio rispetto a Fafondazio ne. Sugli accordi di luglio, poi, noi siamo pronti a ri prendere il filo con governo e sindacati, per capire se si può fare davvero qualcosa e se si fa solo melina». Paolo Patrono

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