Berlusconi: mente sapendo di mentire

Berlusconi: mente sapendo di mentire Berlusconi: mente sapendo di mentire «Anche il premier usa i metodi dei comunisti» IL CASO LO SFOGÒ DEL CAVALIERE b ih óiq fiiollfi >:>;•:;, ;ncM -i soMA KjE.1 mente sapendo di'menm tire!». E' il prologo, Il primo scatto d'ira, fl grande orologio della Camera segna le li',21. Fino a quel momento SilviolBerìusconi ha ascoltato il discorso di Romano Prodi per 45 minuti immobile al suo posto, al fianco del capogruppo, Beppe Pisanu. Ha chiuso gli occhi quando il presidente del Consiglio ha detto che «il governo non può in alcun modo condividere l'attacco frontale portato alla magistratura». Ma la stoccata sulla commissione d'inchiesta gli fa saltare i nervi" Dai banchi del Polo parte un boato di protesta coperto dagli applausi che arrivano dai deputati della maggioranza. Prodi riprende la parola. Parla àncora per mezz'ora e Berlusconi riempie due foglietti di appunti. Poi, quando Violante già si apprestava a sospendere la seduta, Berlusconi chiede la parola «per fatto personale». L'ira diventa duello. Berlusconi contro Prodi. «Mi sono state attribuite affermazioni false: non vorrei che una menzogna ripetuta dieci volte diventasse realtà». Comincia così il leader di Forza Italia che parla con la voce tesa: «Non posso lasciare senza replica due affermazioni menzognere del presidente del Consiglio. La prima è che io personalmente e l'opposizione saremmo contro la magistratura tutta, inquirente e giudicante. Non è vero. Noi abbiamo sempre apprezzato l'operato della magistratura e i suoi sacrifici nella lotta contro la criminalità. Abbiamo sempre difeso la sua indipendenza e la sua autonomia, così come abbiamo sempre difeso e difenderemo la stragrande maggioranza dei giudici silenziosamente fedeli alle leggi e alla Repubblica. Abbiamo, invece, criticato l'uso politico della giustizia secondo un disegno che anche autorevoli esponenti della magistratura hanno finito per confermare davanti ai loro colleglli». Ed ecco che Berlusconi affron ta la «seconda menzogna» di Prodi. Non è vero, dice, che il Polo voleva la commissione d'inchiesta parlamentare su Tangentopoli per mettere i giudici sul banco degli imputati. «No. Noi voghamo fare piena luce sul fenomeno della corruzione in Italia. Niente di più falso dell'intenzione che ci è attribuita di fare il processo ai processi». Ma a questo punto interviene il presidente della Camera, Luciano Violante: «Le dico cortesemente che, avendo chiesto di parlare a titolo personale per avere ricevuto offese, lei sta invece facendo un discorso di merito...». Berlusconi tenta di replicare: «Non volevo che una menzogna ripetuta otto, dieci volte...». Ma Violante gli toghe la parola: «Potrà parlarne mercoledì». Il duello in aula finisce qui. Ma Berlusconi è un fiume in piena. In Transatlantico è una raffica di dichiarazioni. «Dicono che siamo contro i magistrati: è falso. Dicono che voghamo fare il processo ai giudici: è falso. Dicono che volevamo la commissione per attaccare la magistratura: anche questo è falso. Ci attribuiscono cose che non abbiamo mai fatto, né pensato. Così, poi, su queste mistificazioni è possibile attaccarci e criticarci. Devo, purtroppo, prendere atto che anche Prodi si è messo a utilizzare metodi che credevo patrimonio soltanto di certi personaggi della sinistra». E qui arriva l'affondo più duro: «Voghono screditare gh avversari politici, questi sono metodi stalinisti. E' l'insulto elevato a sistema per demonizzare l'opposizione». E arriva anche un colpo per Massimo D'Alema. «Io che non ho mai insultato nessuno, vengo insultato e offeso», dice Berlusconi riferendosi a quel «farabutto» contenuto in un'intervista del leader diessino comparsa ieri. Adesso Prodi è come D'Alema, «si è adeguato ai suoi metodi». Dice Berlusconi: «Ho ascol¬ tato falsità, soltanto falsità. Mi dispiace che Violante mi abbia tolto la parola. Avrei voluto rispondere a Prodi che ha detto anche che avrei attaccato la magistratura di altri Paesi. Nel mio incontro con i giornalisti stranieri dell'altro giorno ho soltanto dato una spiegazione psicologica del comportamento di un giudice, senza offendere né lui, né la magistratura spagnola». E' la vicenda legata ai guai giudiziari della tv «TeleCinco», ma i guai che infiammano di più Berlusconi sono quelli di casa. «Bisogna fare luce sulla storia della corruzione in Italia», dice il leader del Polo. «Gh stessi giudici hanno ammesso che è stato accertato al massimo il cinque per cento dei casi di corruzione». Per Berlusconi, l'unico strumento valido resta la commissione d'inchiesta parlamentare: «Soltanto così si può fare luce sui tanti, troppi fenomeni che non sono stati indagati, a cominciare da quelli che investono la sinistra comunista». E, per questo, il Polo chiederà comunque il voto sull'istituzione della commissione parlamentare che è m calendario alla Camera mercoledì prossimo. Anche perché - almeno questa è la speranza di Berlusconi - dopo tutte le tensioni e i contrordini nel campo dell'Ulivo, il risultato di un voto non è poi così scontato. Enrico Singer «Non è vero che siamo contro la magistratura inquirente e giudicante Noi critichiamo soltanto l'uso politico della giustizia» «Ormai siamo all'insulto elevato a sistema per demonizzare gli esponenti dell'opposizione Peccato che Violante mi abbia tolto la parola» Il presidente del Consiglio Romano Prodi legge con cui chiede al PàHaitiento '' «fiducia piena» aKsuogovcmo & A'destra:' il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Italia