Folena: una Bicamerale per riscrivere di Maria Grazia Bruzzone

Folena: una Bicamerale per riscrivere Folena: una Bicamerale per riscrivere NAPOLI ; DAL NOSTRO INVIATO La voglia della Quercia di riannodare le fila del dialogo con l'opposizione, e all'interno della stessa maggioranza, sul tema delicata e dirompente della giustizia, si m'ateralizza a Napoli, negli «Stati generali» dei Democratici di sinistra. Pietro Folena nelTintrodurre il convegno rilancia infatti la disponibiltà del suo partito a chiudere i conti con Tangentopoli, sia pure a certe condizioni, che rappresentino una «svolta sui terreno dell'etica pubblica». La prima condizione è che vengano approvate subito le norme anticorruzione e sull'incompatibiUtà dei magistrati che giacciono al Senato da molti mesi. «Dopo di che i conti con Tangentpoli si potranno fare meglio». Come? «Non con l'amnistia, che non garantirebbe neppure i diritti degli imputati. Ma sperimentando sanzioni penali non detentive, che manifestino in modo nuovo il biasimo pubblico». Niente più prigione, insomma. A chi ammette le proprie responsabiltà verrebbe concesso di cavarsela restituendo il maltolto o con pesanti pene pecuniarie, alle quali si aggiungerebbe la decadenza dalle cariche pubbliche e l'ineleggibilità. Ber quelche riguarda l'economia, l'ihterdizione a svolgere attività commerciali unita a forti ammende. Proposta non nuova. Ma non è la sola. A queste condizioni, secondo Folena, si potrebbe infatti arrivare alla depenalizzazione del reato di finanziamento ai partiti e di falso in bilancio, aggiunge riprendendo un'ipotesi avanzata ieri da Massimo D'Alema in un'inteivista a Repubblica. «Bisogna distinguere tra finanziamento illecito ai partiti che potrebbe essere sanzionato amministrativamente - e corruzione, da punire con severità; tra falso in bilancio ordinario - da punire in via amministrativa - e falso in bilancio finalizzato alla corruzione, con la costituzione di fondi neri, da sanzionare penalmente». Insomma, sintetizza Folena, «siamo disposti a fare la nostra parte». Più tardi anche Luciano Violante spezza una lancia a favore della ripresa del dialogo fra maggioranza e opposizione, sia pure «nei rispettivi ruoli, senza miscugli». «Il muro contro muro mi preoccupa», dice il presidente della Camera. E, ribadito il suo no all'amnistia, sulla depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti riconosce che «in qua- si tutti gli altri Paesi non è un reato penale», anche se, aggiunge, «in Italia tocca ai partiti valutare se, come e quando depenalizzarlo». In ogni caso, le aperture della Quercia non sembrano riguardare il destino della commissione su Tangentopoli. «La partita della commissione è ormai conclusa», spiega Folena in margine al convegno. «Prodi ha detto cose molto esplicite, - taglia corto -. Nel Polo del resto vi sono componenti che hanno subito le posizioni oltranziste e che sono interessate al nostro discorso». Un discorso, quello dei Ds, che va ben al di là della questione calda del momento. Accanto alla lotta alla corruzione, tra i «paletti», Folena ha messo la lotta alla mafia. E qui, alla maggioranza chiede «coerenza, riformando la legge sui collaboratori di giustizia, ma espungendo ogni modifica impropria e innaturale dell'artcolo 192». Al governo chiede invece «rigore nell'applicazione del 41-bis» e al Csm domanda «coraggio e dinamismo nel rafforzare gli uffici più esposti». Ma la proposta più corposa della Quercia è quella di riscrivere il codice penale. Violante ha spiegato i motivi per cui è necessario discutere «cosa deve essere penalmente perseguibile in un sistema di relazioni nuovo, in cui la sanzione penale sia una delle tante sanzioni», un tema che attraversa un po' tutte le nazioni. Folena propone che a riscrivere il codice penale sia una commissione bicamerale, o un comitato misto composto dalle commissioni giustizia di Camera e Senato. «Ne ho parlato con Flick, è nel programma di governo, ma non lo si è mai fatto», aggiunge in margine. E non si lascia scappare una battuta sul vicepresidente del Senato, l'azzurro La Loggia. «Ci ha già rimproverati di essere come sempre vicini al Pool di Milano, perché ieri Colombo ha parlato di riscrivere il codice di procedura penale: si vede che La Loggia non conosce la differenza fra l'uno e l'altro codice». Flick è già arrivato al convegno, ma sta nell'ombra. Al ministro di Giustizia pare rivolgersi il capogruppo dei senatori Ds Cesare Salvi, in un intervento duro in cui invoca una «fase 2» anche per la giustizia e rimprovera al governo di non aver fatto praticamente nulla. Difende D'Alema, Salvi: «La Bicamerale è saltata anche perché non abbiamo dato a Berlusconi quel che voleva in materia di giustizia. E questo, è bene ricordarlo, l'ha deciso D'Alema». Maria Grazia Bruzzone «Basta con il carcere per il finanziamento illecito ai partiti»

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