Malpensa 2000, in campo Prodi

Malpensa 2000, in campo Prodi Cempella: se non si fa potrei andarmene. Compagnie Usa con l'Italia Malpensa 2000, in campo Prodi «Una questione nazionale, mi batterò di persona» ROMA. Continua il braccio di ferro a distanza tra Bruxelles e Roma sul caso Malpensa 2000 e a ribadire la linea dura scende in campo lo stesso Romano Prodi. Ieri a Palazzo Chigi il premier ha incontrato il presidente della Regione Lombardia Formigoni, il ministro dei Trasporti Burlando e l'amministratore delegato di Alitalia Cempella. Si è parlato di possibili soluzioni per migliorare i collegamenti tra Milano e Malpensa nel periodo transitorio, ma tutti sono rimasti fermi suU'impossibilità di discutere il nuovo scalo milanese in quanto tale. La Commissione Ue si è detta «delusa» dalla mancanza di aperture. A sorpresa, in soccorso della posizione italiana sono invece venuta le compagnie aeree americane, che ieri hanno chiesto al Dipartimento di Stato di appoggiare il governo italiano nello scontro con la Commissione. I vettori statunitensi operano già da Malpensa e si sentono penalizzati dal fatto che i loro concorrenti europei, da Linate, portino loro via i passeggeri diretti in Usa. Iri Cempella ha detto in un'intervista al settimanale «Liberal» ad adombrare le dimissioni se Malpensa 2000 non partisse: un'eventualità del genere, ha spiegato, costringerebbe Alitalia a rivedere tutti i suoi piani strategici e che «se la compagnia fosse condannata a vivere in una nicchia, dovrei cominciare a pensare se è il caso di rimanere». Ma dal «fronte» italiano le dichiarazioni più decise di ieri sono state quelle di Roberto Formigoni: «Marciamo uniti e siamo decisi a non arretrare di un millimetro - ha detto anche a nome di Prodi -. Non ci sono ragioni per rinunciare a un diritto acquisito, vale a dire l'apertura dal 25 ottobre prossimo di Malpensa con tutte le caratteristiche di un scalo intercontinentale. Se mai, si può negoziare su Linate». In che termini? Rivedendo ad esempio il numero minimo annuo di passeggeri richiesto per operarvi. «Nell'incontro con il presidente Prodi - ha ribadito Formigoni - è sta¬ ta messa a punto la strategia dell'Italia nel contenzioso. Il governo e la Regione Lombardia confermano che tutto è stato fatto in ottemperanza a quanto richiesto da Bruxelles: trattiamo, ma confermiamo la nostra linea dura. Abbiamo ragione e non accetteremo soprusi». Formigoni ha riferito anche le parole di Prodi, secondo cui «Malpensa 2000 è una questione nazionale su cui il governo si batterà e per la quale mi batterò in prima persona». Reazioni molto negative da Bruxelles. Una portavoce ha detto che sì, la Commissione era stata informata per tempo del decreto Burlando, che trasferiva a Malpensa il grosso dei voli su Milano a partire dal 25 ottobre prossimo (e Roma sostiene che, pertanto, adesso non c'è di che lamentarsi), ma ha aggiunto che le autorità comunitarie «hanno subito espresso riserve circa l'apertura di Malpensa senza il completamento delle infrastrutture di collegamento». E invece, secondo la Commissione, alla data prevista ci saranno ancora notevoli lacune da riempire nelle infrastrutture. Alle obiezioni poi avanzate dagli italiani, secondo cui nelle condizioni legate alla concessione di aiuti di Stato ad Alitalia non si parlava di Malpensa, la fonte ha risposto che invece «una delle condizioni di quel pacchetto parlava chiaramente di impegnarsi a non privilegiare Alitalia rispetto alle altre compagnie». E questo, dicono a Bruxelles, non è avvenuto perché la «deportazione» dei vettori stranieri a Malpensa quando mancano i collegamenti tra Milnao e l'aeroporto (mentre Alitalia resta a Linate) li svantaggia pesantemente. [r. e. s.] Domenico Cempella