Sui marciapiedi un esercito di bambine di Maria Grazia Bruzzone

Sui marciapiedi un esercito di bambine Il Censis: su 25.000 donne che si vendono in strada, 2500 sono minorenni Sui marciapiedi un esercito di bambine E la Finocchiaro propone «zone» dove prostituirsi ROMA. Se la violenza sessuale su ragazze e bambine si consuma, nel 91% dei casi, in famiglia - come denuncia la ricerca del Censis presentata ieri - resta il fatto che su 18.000-25.000 donne che si vendono per la strada in Italia, quasi tutte straniere ormai, un terzo delle quali concentrate a Roma e Milano, 1800-2500 sono minorenni. Baby prostitute immigrate il cui numero va crescendo anno dopo anno, una schiera che configura ormai una vera e propria «tratta delle ragazzine» a scopo sessuale. Un fenomeno comune ad altri Paesi, con aspetti peculiari. In Italia il caso più eclatante riguarda le albanesi dai 14 ai 18 anni, il cui numero tocca ormai il migliaio (circa 300 sono invece le nigeriane) che vengono reclutate direttamente in loco, inserite in un sistema di servizi logistici gestiti da gruppi legati ai compatrioti già immigrati, all'interno di un'attività oiminale che si potrebbe cinicamente dire «integrata»: dall'import al «consumo». Negli Stati Uniti invece il trend emergente è quello di una sorta di «schiavitù domestica»: donne importate dall'estero e utilizzate in casa come colf e come geishe di basso livello, o prostitute «private» che dir si voglia. «Un fenomeno preoccupante che sta molto a cuore a Hillary Clinton e al segretario di Stato Madeleine Albright» spiega il ministro per le Pari opportunità Anna Finocchiaro. Tanto che il maggio scorso Prodi e Clinton hanno firmato un accordo bilaterale di coopera- zione che impegna i due Paesi nella lotta contro la tratta. Ne è nato un gruppo di lavoro comune su traffico di donne e minori. E, fra le varie azioni, si è deciso di proporre che nella costituenda Corte Penale Internazionale, venga inserito tra i crimini contro l'umanità il «reato di riduzione in schiavitù» che comprende appunto la tratta di donne e minori. Anche questo ha raccontato ieri il ministro Finocchiaro alla commissione Affari Sociali, in un'audizione organizzata in vista del dibattito su una serie di proposte di legge che riguardano il controllo della prostituzione, non solo minorile, in Italia. Un fenomeno anche questo in crescita, tanto che si stima coinvolga, fra prostitute, sfrutattori, organizzatori e altro tra le 50 e le 70.000 persone. Le stesse prostitute sono anche di più, dal momento che i dati più certi (le 18-25.000 del Censis) riguardano la prostituzione «visibile», quella di strada, che coinvolge ormai quasi solo donne (e uomini) immigrati. Mentre le migliaia di «squillo» che esercitano in apparta- menti, come hostess di alto o basso bordo, o al cellulare andando sul posto, sfuggono quasi interamente alle statistiche. Eppure, numeri a parte, è una distinzione fondamentale: perché quella «al chiuso» è, nella maggior parte dei casi, una prostituzione «libera», cioè gestita autonomamente, mentre quella «di strada» è quasi sempre «coatta», vale a dire soggetta a sfruttamento, maltrattamenti, violenze. E, oltre a tutto, anche la meno sicura sul piano sanitario. I due aspetti si intrecciano, ma pongono problemi in parte contrastanti di cui il ministro Finocchiaro ha riferito. Aggiungendo i risultati di interessanti esperienze condotte, non senza provocare conflitti anche laceranti, in alcune regioni o enti locali. Vedi i casi di Venezia e dell'Emilia Romagna. Da questi esperimenti sono nate alcune proposte che, all'interno della legge vigente, potrebbero risolvere alcuni degli aspetti della «convivenza» col fenomeno prostituzione. Come la cosiddetta «zonizzazione»: non il ghetto, il quartiere a luci rosse, ma il traffico limitato o addirittura la chiusura alle auto di certi quartieri «ad alta densità» di prostituzione, per evitare i relativi schiamazzi notturni agli abitanti. O l'autorizzazione di piccole cooperative per gestire insieme appartamenti dove esercitare la libera professione. Un approccio realistico che non piace a tutti. Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Anna Finocchiaro, Clinton, Finocchiaro, Hillary Clinton, Madeleine Albright, Prodi

Luoghi citati: Emilia Romagna, Italia, Milano, Roma, Stati Uniti, Venezia