Una pentita in affari con i narcotrafficanti

Una pentita in affari con i narcotrafficanti Fabiola Moretti, ex appartenente alla banda della Magliana, gestiva un giro miliardario di droga Una pentita in affari con i narcotrafficanti Roma, la paga dello Stato non le bastava per fare la bella vita ROMA. Con il solo stipendio, di collaboratrice della giustizia non riusciva più a sostenere la vita agiata di quando era ancora attiva nella banda della Magliana ed è così che ha deciso di riprendere il traffico di stupefacenti, proprio nella lussuosa villa sul litorale romano messale a disposizione grazie al programma di protezione. E' per questo che, secondo gli mquirenti, Fabiola Moretti, già in carcere per altri reati legati al traffico di stupefacenti, aveva allestito all'interno della villa, nonostante la sorveglianza, un laboratorio rudimentale per il «mischio» della cocaina. I carabinieri sono giunti all'arresto della donna insieme ad altri cinque complici dopo due Anni di indagini. Due mesi fa ha spiegato il responsabile dell'operazione, il maggiore Vittorio Trapani - le indagini si sono concluse e solo da pochi giorni è arrivato l'ordine di custodia cautelare. Gli altri arrestati, tutti pregiudicati, sono: Mauro Iacolucci, 53 anni, romano; Stefano Scopetti, 43, romano; Paola Marinelli, di 54 anni, di Montereale; Pasqua Tomassini, di 50 anni, romana; Dolores Zangoli, di 56 anni, romana. Dopo lunghe indagini - ha riferito Trapani - i carabinieri hanno chiuso il cerchio intorno alla pentita risalendo ad ingenti somme di denaro (circa un miliardo) provenienti dallo smercio della cocaina (circa dieci cMogrammi). Moretti otteneva direttamente la droga ad alto grado di purezza, la tagliava nel laboratorio allestito nella villa e quindi, attraverso i suoi cinque complici, la smerciava in particolare in tre zone di Roma: Monte Sacro, Testacelo e San Paolo-Eur. Ciascun complice smerciava 50 grammi di cocaina alla volta. Per nascondere la droga in caso di improvvise visite della polizia la Moretti aveva comprato un cavallo e nascondeva la cocaina nel concime della stalla. All'interno della villa i carabinieri hanno ritrovato numerosi oggetti di argenteria, un televisore in ognuna delle dieci stanze, computer, vari gioielli e nu- merosi mobili di antiquariato. Fabiola Moretti è stata per anni la grande accusatrice dell'ex senatore Claudio Vitalone nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del giornalista Mino Pecorelli, che vede tra gli imputati anche il senatore Giulio Andreotti. La donna nel '95 accusò Vitalone di essere uno dei mandanti del delitto, raccontando prima al pm della capitale Otello Lupacchini, poi a quello perugino Fausto Cardella, di essere stata testimone di incontri tra l'ex senatore ed Enrico de Pedis, uno dei componenti storici della Banda della Magliana. Gli incontri, disse la Moretti ai pm, sarebbero serviti per concordare presunti «favori» dovuti in cambio dell'omicidio, che sarebbe stato eseguito «in collaborazione tra.la mafia e la banda romana». Nel luglio del '95 la donna venne anche messa a confronto con VitaIone, che negò con veemenza di averla mai conosciuta. Poi nello scorso mese di aprile, davanti alla Corte di Assise di Perugia, la Moretti ha risposto con molti «non ricordo», anche quando Cardella ha letto i verbali che aveva reso in fase istruttoria. Tra i non ricordo ha anche aggiunto di «non sapere» chi fosse Vitalone. [r. cri] La pentita Fabiola Moretti

Luoghi citati: Montereale, Perugia, Roma